CAGNOTTA VARO
ic h t h y o c o r i s jusco-olivctceuSj nigro dense punctulatusj maculis Icitissiinis subfascialibus atris;
longitudine altitudinem vix quinquies super ante: capiterotundatöj vix longiore altitudine
corporis: cirro superciliari tninimo: pinna dorsali data, caudali truncata Connexa.
D. 3o. P. i3. F .z . A. 2 i. C. i3.
blennios sujefian'USi Risso, Ichth. N ic .p . lS i. sp.8. nec Ldciip.
SALAMAS YARDS J RisSO , Hist. Nat. I J I .p . 2S7.sp.i26.
C^uando un genere è molto numeroso di specie giova pigliar partito di alcun carat-
•tere, che sia commune a parecchie, ed in altre manchi; ne sorgono cosi diverse sezioni,
che il più delle volte dopo serie considerazioni si giunge ad elevare al grado di genere.
Non esitammo quindi a profittare del bel carattere di una carnosa cutanea cresta che
alcuni Blennii hanno sul vertice ; e perciö li separammo formandone il nostro genere
Ichihyocorische ha inoltre la pinna caudale troncata, non già rotondata come quelli ;
la linea laterale cu rv a ,e più chiaramente conspicua; 1’ano contiguo alia pinna cui dà
nome; ed altre minori distinzioni, che non mancano mai in gruppi veramente naturali.
Ne desumiamo il nome dal Galerita degli antichi Ittiologi ("Aiauda cristatajj vocabolo
che non puo adoperarsi come generico tra i Pesci, perché già usato non solo in Botanica,
ma pur anco in Entomologia. Tipo infatti di questo nostro genere è il Blennius pavo
non men vago che ovvio, il cui maschio è la Galeritaj ossia Aiauda cristata del Rondelet,
essendone 1’Aiauda non cristata evidentemente la femmina, o il giovane. Non conviene
perö dipartirsi da questo nome di pavoj attesochè quello di galerita fu malamente appli-
cato come specifico ad altri Blennii, perfin dal medesirno Linneo. Apparterranno inoltre
a questo nostro Ichihyocoris 1’ancor più vago Bl. basiliscusj Valêne.-e 1’ erythrocephalus
Risso, ambedue dei nostri mari, il cagnota di Valenciennes, del quale farem parola qui
sotto, il frater, Schn. dell’Ebro, e parecchi esotici che non ci occorre di nominare. Ven-
gono tuttavia figurati nella nostra tavola sotto il nome di Blennius due Ichihyocoris,
cioè il varus j e 1 'anticolusj perché già uscita erane dai torchi la stampa quando deter-
minammo il genere ; né volemmo correggerla nel testo perché siam certi che molti naturalisé,
vorran ricever soltanto in sottogenere il gruppo. Somigliano grandemente 1’uno
e 1’altro al Bl. cagnota del Valenciennes, e forse si cornprendono in esso, che all’ inten-
dimeuto di chiunque non sembrerà determinata specie, ma un complesso di parecchie;
ond’ è che noi chiamammo italianamente Cagnotta il nostro gen ere Ichihyocoris.
II nostro Blennino ha il profilo del dorso quasi retlo fin© al mezzo delle pettorali,
quindi leggermente con.vesso: quello del ventre convesso fino alla metà del corpo, ove
salito bruscamente procédé assai meno incurvato. La maggiore allezza è un quarto della
lunghezza del pesce, esclusane la coda. II capo, che occupa un quinto dell’ intiero
animale, è piuttosta ratondo, e présenta superiormente l ’appendice adiposa formata da
sporgimento della stessa cute, estesa dall’ orbita alla nuca. L’occhio è xotondo, piccolis-
sinio, non occupando che il seüimo del capo; dista due dianietri e mezzo dall’estremità
del muso, e due dianietri dal compagno. L’obliquo squarcio della bocca giunge al mar-
gine posteriore dell’occhio. I denti sono acuti, pialli, leggermente ripiegati all’indentro;
quello isolato che fianchoggia le due estremità della serie è ben conspicuo e acutamente
adunco. Le nariçi sono ovali, distanti dal xïiuso per un diametro e mezzo dell’occhio.
L’opercolo ha il inargine interamente convesso e piultoslo carnoso. La linea laterale
ehe ne spicca sull’ angolo superiore estendesi leggermente arcuata fino al margine delle
pettorali, quindi si abbassa rapidamente e procédé retta. L’ano apresi nel mezzo del
corpo. La pinna dorsale spiccante sopra il termine deU’opercolo va convessa fino alla
sua metà, ove esisle un avvallamento, dopo il quale rimonta per descrivere nuovamente
la stessa curva, e congiungersi propriamente alla caudale per mezzo di una sottil mem-
brana. Le pettorali, ovate, arrivano, se lé ripieghi, all’ apice quasi del musa. Innanzi ad
esse spiccauo le ventrali, di cui l’interno raggio. più protratto misura due terzi della lunghezza
del capo. L’anale nasce nel mezzo del pesce esclusane la coda, e interamente
convessa finisce sotto la dorsale, La caudale, cunéiforme con l’apice trancato, è lunga
men di un sesto del pesce.
Il colore superiormente fino alla linea laterale è brunastro, quasi fasciato di larghe
macehie fuliginose. Il ventre ha una tinta cinereo. lurida; la gola é alquanto più carica:
le gote, e la cresta çaratteristica del capo, sono visibilmente spruzzate di minutissimi
innumerevoli punti nerastri, che non mancanoj ma sono, invisibili in tutto il resto della
parte superiore de! corpo, La pinna dorsale e le pettorali sono turchine nereggianti; le
ventrali foschiece: la caudale è cinereo lurida, più carica nei raggi,
Giunge a buoni quattro polliçi di lunghezza,
Abbiam chiamato. pa/’M^ questa specie perché siam persuasi che sia il Salarias varusj
Risso, avendo essa, come osserva benissimo quell’autore, la pinna dorsale congiunta alla
caudale per mezzo, di una membrana; e cio appunto. la diversifica dall’/. anticolus figurât
© nella,stessa tavola, che ha le dette pinne onninamente divise; e pescasi insiem con
YAtherina lacustrisj ne’ laghi di Nemi e di Bracciano, tenace di vita quanto quella lo è
poco, Veggano i Lombardi se il Bl.vulgarisA Pollini, del lagb di Garda, siagli idenlico,
o semplicemente affînissiino. Il Valenciennes lo crede essere il varusj Risso, o per me-
>glio dire il suo eagriotaj. cui applica la località ed i costumi di quello, Noi pero non ri-
ferimmo tra’ sinonimi del nostro il suddetlo cagnota del Valenciennes, perché quantun-
que sotto quel nome egli confonda eridenlemente questa con altre specie affini, tuttavia
descrive il suo. pescetta con la pinna caudale assolutamente isolata dalla dorsale: in vista
di che lo. riferiremmo piuttosta a\Y antiçoluSj che è soltanto, lacustre, 11 nostro varus
al contrario, è specie marina, la quale rimonta le acque dolci anco. de’ minimi ruscelli;
e cio ch’ è più da maravigliare, si moltiplica abbondantemente nelle acqüe termali di
•elevata temperatura, corne ci fece toccar con mani il ch. Burroni, che cen porse esem-
plari pescali in quelle di Caldana pressa Campiglia in Toscana.