quasi la stessa linea, non grange neppure sotto il margine anteriore dell’orbita; la ma-
scella inferiore è sensibilmente più breve dell’ altra. L’ occhio ha per diametro un sesto
della lunghezza del capo, e dista quasi due diametri dalla punta del muso: tre diametri
misura la distanza tra un occhio e l ’altro. L’ opercolo è marginato ad angolo quasi retto,
e tondeggia alcun poco nella parte inferiore; il preopercolo similmente è angolato, ma
molto, più in basso. La linea laterale ha un andamento quasi uniforme al profilo del
ventre, e si allontana da esso per due quinti dell’altezza dove essa è maggiore. Gran-
dette sono le scaglie, disposte sul tronco in dodici serie, sei sopra, cinque sotto alla linea
laterale che ne conta quarantacinque: e scorgonsi di forma ellittica, centinate nella estre-
mità posteriore, embriciate per due terzi della loro lunghezza, raggiate a ventaglio nella
parte ehe lascian visibile. La pinna dorsale troncata per dritto si origina quasi al mezzo
del corpo lungi dall’ opercolo più di una volta e mezzo della lunghezza. del capo, e si
estende sul dorsa per tre quarti dell’altezza del secondo suo raggio, il quale è lun®o
due terzi del capo: 1’ultimo raggio è poco più della meta del primo. Le pettorali s’ inte-
stano poco prima ehe termini l’opercolo, e sono lunghe quanto è alta la dorsale. Le ven-
trali un quinto più brevi sono inserite tra la dorsale e la punta delle pettorali, distan-
do daU’ inserzione delle ultime poco più della lunghezza del capo, e dall’estremità delle
medesime quasi la metà di loro stesse. L’anale comincia lontano dalle ventrali per tre
quarti della lunghezza di quelle, e si estende per tre quarti deîl’altezza del primo suo
xaggio, ehe è un quinto più breve del secondo della dorsale; 1’ ultimo essendo la metà
del primo. La caudale misura tre quarti della lunghezza del capo, il suo biforcamento
comincia quasi alla di lei metà. Lo scheletro consta di 41 vertebre sostenute da 21 paja
di costole, due cioè di più del L. squalus.
Taie si è il Cavedo ehe i Bolognesi pescano comunemente nel piccol Reno, e ehe fi-
nora non sappiamo se alligni in altri fiumi d’ Italia. Possiam pero quasi dire ehe non si
ritrovi nella parte meridionale cisappenina della penisola, e ehe quivi céda il luogo al
L. squalus. Se avesse a giudicarsi da’volgari nomi per analogia, potrebbesi dire ehe il
Cavian o Cavezzale de’Yeneti sia lo stesso pesce, il quale probabilmente pereorra i fiumi
del versante superiore d’ Italia, ove gioverebbe il sapere sino a quai confine si estenda
prima ehe gli subentrino le ben dichiarate specie Francési e Tedesche, alcune delle
quali si rincontrano identiche nella lontana Dalmazia e non fra noi : corne interessereb-
be aneo più il conoscere in quai parte dell’ Italia meridionale veiiga sostituito dal nostro
L. squalus. Crediam poter azzardare la ipotesi ehe i fiumi del Tirreno abbian lo
Squalo, que’ dell’ Adriatic© la specie che descriviamo.
A questo proposito ci cade in acconcio il ricordare ehe anco il L. squalus in talun
paese di qua dall’ Apennino dicesi Gavedo. Al confin di Toscana, nella terra di Canino,
awien di fatti eosi; ed il Belon dice che a’ suoi tempi cosi propriamente chiamavasi in
Roma lo Squalo giovane; del quale appunto aggiungiam la figura nella tavola stessa
ehe racchiude la Rovella e la Mozzella {Strai de’ Bolognesi). E cio per la ragione ehe
suolendo egli essere contubernale di quelle, con le quali potria pur confondersi in te-
nera età, ed usurpando loro talvolta il nome di Lasea bastardane giovi ora il confronte
a ravvisarne le differenze, ehe oltre le diverse proporzioni registrate nelle rispettive
diagnosi consistono nella linea laterale che il detto Squalus ha più elevata, nelle sca-
glie a strie più rade e più divaricate, nella pinna dorsale sensibilmente retroposta aile
ventrali, e molto più breve del capo.