Ristretto in tai limiti questo ben definite gruppo, lasciando da parte le varietà del
Mediterraneo orientale, sulle quali puö cader dubbio, conta cinque o sei specie, fra le
quali primeggia il célébré Rock-Fish degli Anglo-Americani ( Labrax lineatusJ Cuy.)
piii pregeyole anco del nostro in sapore abbondanza e bellezza, ma sopratutto in mole.
Due altre specie si rendono ragguardevoli, una, anch’essa appartenente all’America Set-
tentrionale, dall’avere perfino il inascellare scaglioso ( Labrax mucronatusj Cuv.), 1’al-
tra (L. WaigiensiSj Cuv.) per la forma somigliante aile Perche. Ve n'ha per 1’opposto
una di corpo anche più allungato della nostra Spigola detta percio Labrax elongatus,
Cuy. cbe vive presso le foci del Nilo: le altre specie sono proprie dei mari Indiani.
La più grande altezza del Labrax Lupus ha luogo poco dietro le ventrali ed è com-
presa quattro volte e un quinte nella lunghezza totale del pesce, mentre la maggior
grossezza vi entra nove volte. II capo sorpassa in lunghezza 1’altezza del corpo. Lo
spazio fra la dorsale posteriore e la pinna caudale occupa la quinta parte e mezza di
questa intera lunghezza: n’ occupa la sesta parte e due terzi quello ehe corre fra la
pinna anale e la stessa caudale. La porzione assottigliata nell’indietro del corpo fra le
nominate pinne, penetrante nella pinna caudale per un seno rotondato, è compressa
in modo ehe la sua grossezza non ha se non la metà dell’altezza e poco più della quarta
parte della lunghezza. Il culmine del dorso dalla punta del muso fino alla dorsale anteriore
corre in linea alquanto convessa, poscia sotto essa dorsale si fa leggermente con-
cavo e di nuovo torna convesso sotto la posteriore; riprende poscia una linea alcun poco
concava fino alla coda. La caréna del ventre dal muso fino alla pinna anale non è
ehe una curva regolare dolcemente convessa: la nuca, il dorso e il ventre sono tra-
sversalmente rotondati, sola rimanendosi compressa e piana la parte posteriore assottigliata.
L’occhio è collocate sopra la commissura della bocca, quasi due volte più vi-
cino al muso ehe all’apice dell’opercolo: il suo diametro longitudinale alquanto più
lungo del verticale raggiunge oltre ad un quinto la lunghezza del capo. Una serie di
picçoli ossicini riuniti al primo sottorbitale accerchiano l’orbita: esso è grande, piuttosto
liscio, triangolare e integro lungo i margini. L’intermascellare non oltrepassa i due terzi
del mascellare. Il preopercolo molto esteso ha il margine saliente sottile, verticale, e
minutamente dentellato; se non ehe l’angolo ch’è rotondato porta dei dentelli un poco
più forti diretti a guisa di raggi, gli ultimi due dei quali sono vere spinuzze ; il margine
inferiore è un poco obliquo, arinato di robuste spine correnti anch’esse in obliquo
all’innanzi, ben distant! l ’una dall’altra, una o due delle quali più spesso troncate e
forcute all’ apice nei vecchj esemplari. L’opercolo di forma triangolare esteso due volte
più verticalmente ehe tras versalmen te ha il margine membranoso assai piccolo e sottile
; due spine robuste e schiacciate, divise da una sinuosità, la più bassa delle quali
e un poco maggiore àrmana il di lui angolo posteriore. Il subopercolo e l’interoper-
colo di forma allungata mancano di dentelli o di qualsivoglia spina. La scaglia sopra-
scapolare è piccola, oblunga, un poco arcuata, rotondata posteriormente, integra sui
margini: lunga è quella scapolare, stretta e intiera. L’omerale è rotondato sopra le pet-
torali e appena dentellato. La linea laterale nasce ail’angolo dell’osso mastoideo poco
al disotto della quarta parte superipre dell’altezza del pesce; scende alquanto fino al
punto corrispondente al mezzo della dorsale anteriore, e prende ivi leggera inflessione;
quindi scorre in linea retta sino. alla pinna caudale, dividendo per metà la parte
assottigliata del corpo : essa linea viene segnata da una serie di punii allungati rilevati
e contigui sopra ciascuna scaglia. Circa settanta scaglie contansi nella lunghezza, e
circa ventitrè nella maggiore altezza, e tutte di figura pentagona* cioè composta da
un quadrate e da un triangolo; nelle quali i due lati piccoli cioè quelli da’quali si
forma il triangolo, costituiscono il margine visibile ch’è sottile, membranoso, e minutamente
dentellato; le due parti laterali sono intégré, il margine radicale dentellato; la
superficie coperta di piccole granulosità sopra la porzione scoperta, striata sulla parte
nascosta, dal cui centro si divaricano otto o dieci raggi disposti a ventaglio fino al
margine radicale. L’ano è più vicino 'alla coda ehe al muso quanta è lunga la nona
parte del corpo. La pinna dorsale anteriore è posta molto indietro del perpendicolo ehe
corrisponde alla punta dell’opercolo; la distanza ehe corre dalla sua inserzione alla
punta del muso e contenuta poco piu di tre volte nella lunghezza totale: essa pinna
,è lunga quanto i tre quarti della lunghezza del capo, alta più di un terzo: présenta
nove raggi spinosi, il primo de’ quali è hrevissimo, il secondo doppio del primo, il
terzo doppio del secondo, il quarto e il quinto i più lunghi; gli altri gradatamente de-
crescenti in modo che 1 ultimo non e più lungo del primo. Nasce la seconda dorsale
alla base della prima ed è di un quarto meno estesa di questa in lunghezza, ma di nn
quinte più elevata: tredici sono i suoi raggi, il primo, spinoso, è di metà più corto
del terzo ch’è il più lungo: tutti gli altri sono ramosi e vanno diminuendo a gradi fino
all’ultimo che riesce più corto di poco del raggio spinoso. Le pinne pettorali sono piccole
non uguagliando ehe la metà dell’altezza del corpo, ed hanno sedici raggi, il primo
de’quali più corto degli altri e non ramoso benchè molle. Le ventrali nascenti un poco
più addietro delle pettorali, ma avanti la dorsale anteriore, sono pressa che uguali aile
medesime ed hanno cinque raggi ramosi oltre il raggio esterna consistente in una
robusta spina e più corto per metà degli altri raggi. La pinna anale leggermente arcuata
sul margine nasce sotto la parte posteriore della seconda dorsale, ed uguaglia
tanto in altezza quanto in lunghezza la nona parte della lunghezza totale del pesce;
ed in essa pinna sono tre raggi spinosi, il primo de’quali è tre volte più breve del
terzo, e neppur giunge alla metà del primo dei raggi ramosi ehe sono in numero di
undici. La pinna caudale, lunga quanto la sesta parte del pesce, è un poco forcuta
col lobo superiore più lungo, ed ha diecisette raggi tutti ramosi, meno i due estremi
ehe sono semplici: tutti pero sono coperti alla base di scaglie ehe si estendono. quindi
in piccole fasce longitudinali sopra la membrana ehe li riunisce.
Il colore generale del Labrax Lupus è un cinereo argentine: il dorso vîen riflesso
da un turchina d’acciajoj nhe nell’ opercolo, e quasi generalmente nel capo, volge in
verde aurate : i fianchi pero hanno le cangiànze turchine più languide, le argentine
più splendide: il ventre è di un bel bianco splendente: l’apice della mascella inferiore
è grigia scuro. L’iride dell’occhia è d’un colore d’argento. Ciascuna scaglia è ar-
gentea nel centro, il ehe produce lungo il corpo una ventina di file longitudinali
poco più splendenti del fando. Lungo il dorso- piccole congerie di tratti nerastri for-
mano. quattro linee al disotto della dorsale anteriore, tre sotte la posteriore e due
sopra la parte assottigliata del corpo, poco visibili. Le pinne sono tutte di un color
cinereo, ma più pallido e quasi bianco sulla prima dorsale, sulîe pettorali e sulle ventrali
; più scuro poi sulla seconda dorsale, suil’anale e sulla caudale.
Non perè questi colori sono invariabili ; imperocchè alcune volte veggîamo il nostro
pesce sparso d’alcune macchiette o brune o nerastre sul dorso, ehe quantunque sem