TINCA ITALICA
TING A ITALIANA
tinca capite partwi hreviori altitudine corporis quartam longitudinis partem vice aequcnite.
pinna dor sali capitis longitudine humiliori : radiis pinnarum ventralium graciliusculis.
D. ia. P. 18. F. i i . A. i i . C. 24.
TINCA,P./OV. Pise. Rom. p.124. Salv. Aq , hiat. xix. p. 90.iai.89. ƒ& 1. G am b .L .T ra s im .pw
F r a ’ pesci più ignobili è la Tinea. Torse gli antichi romani non la erederono
degna di peculiar nome, chè non ei pare clie la Merula loro le corrisponda come al-
euni opinarono. Percio un solo esempio proveniente forse da lingua teutonica od altra
settentrionale abbiam dai lessici latini in quel verso di Ausonio
Qu is n o n e t y irid e s v u lg i solatia T ihcas
Novit?
Ove ogni discreto lettore comprende che se quel nome fosse state cosi comune come
il pesce, ridonderiano di Tinche i vocabolarj di Stefano, e di Forcelbno. Cono-
sciamo, ma lodar non sappiamo larguzia del nostro Gioyio che da questo nome quan-
tunque ignoto, pigliasse il suo quel faeetoi orator piacentino celehrato da Cicerone. Più
graziosa si è quella di Lorenzo de’Medici, il quale per ogni doye grandissime, uomo,
quel cavalière, che una sua grossa Tinea ben eondita non cessaya di eneomiare, ad-
dimando Tinea: .e quella f t si bella proposta ehe d’ allora in poi tutti lo dissero mes-
ser Tinca, di sorte che il nome a tutta la famiglia rimase. E saria pur yago il sapere
se quel cavalière fosse il medesimo che alla mensa di Leon X, seconde che riferisee lo
stesso Gioyio, “ A me place assai più (disse) in fede mia una Tinea del lago Trasimeno
„ che la Triglia, che la Spigola, che il Rombo:” di ehe tutti non' escluso il Pontefice
tanto smascellatamente risero che fuori dagli occhi ne usciyano loro le lagnme. Ma
or si che i Toscani essendo taoto originali e saporiti in applicar nomi allé persone e
allé cose, saria quasi da ragionare che di messer Tinca yenisse la brutta parola che
appunto in que’ tempi denote yolgarissimamente un certo malanno venuto fresco dal
nuovo mondo ; chè per yerità quel bizzarre spirito fiorentino si mentaya subito un
marchio del suo gusto depravato e corrotto. Ma giacchè ci siam fatto leeito d’ inter-
mettere la grayità della scienza, opineremmo che Tinca ed anche Tenca, came dices*
appo noi con alcuna grazia di nobiltà, e dal volgo ordinariamente di Napoli e di Venezia,
yenga dal Tenuis de’ latini analogamente ad altri vocaboli eziandio di Pesci che
fin’ ora abbiam yisto; sendochè Tenuis e Temitas elegantemente significarono cosa di
bassa oondizione, cui quadra benissimo quel miserb solatia mlgi di Ausonio, e la stessa
angustia della vita- onde tanto hene suonano in Liyio quelle parole Trent in Romana