meggia fra i Ghiozzi il Gobius capito, Cuv., non è raro H G. cruentatus, Gm., abbondano
il G. niger, bicolor, e paganellus, L., nè mancano il G. guttatus, il G. lesueuri, ii G.jozzo,
il G. auralus, il G. longiradiatus e il G. colonianus del Risso. Abitano alcuni fiumi il bo-
lognese Gobius lota, Valenc., il Gobius fluviatilis, Bonelli, e una specie delle lagune di
Comacchio, come nuova dedicata al Notomista Panizza ( G. panizzce, Verga) nel Con-
gresso Scientifico di Firenze; essi peró dovranno essere meglio studiati e paragonati. Op-
portunissimo smembramento dei Gobii è il Brachyochirus del Nardo, genere che ha per
tipo un pescetto dell’Adriatico, legame ai Lophidi, forse non diverso dal Gobius aphia,
Risso, del Mediterraneo.
Entrando nel lunghissimo Ordine dei Cicloidei incontriamo quattro Famiglie le quali
per la pelle nuda sono state erette dal Nardo a Ordine dei Gymnoidei, e che in certo modo
tengono il mezzo fra i Ctenoidei e i Cycloidei: la saldatura poi delle pinne pettorali in disco
suttorio, esagerazione del cara Here dei 'Gobidi, mette i Cyclopteridi primi dei Cycloidei.
Nella loro unica Sottofamiglia dei Cycloplerini il genere Lepadogaster, Gouan, ci è largo
di una dozzina Succiapietre dedicate quasi tutte dal Risso ai principali Botanici mo-
derni, le quali crediam meglio neppur nominare innanzi sieno scrupolosamente vagliate.
È privo il Mediterraneo dei nordici generi Cyclopterus, L., e Liparis, Artedi, ma vantane
un nuovo ( Gouana, Nardo) che nota il passaggio verso i Blennidi: tipo n’è il Lepadogaster
piger, Nardo ( Gouana pigra, Bp.). Dei Blennidi abbiamo fra i Blennini non poche
Bavose: Blennius gattorugine, L. nec Bl., Bl. tentacularis, Brunn., Bl. palmicornis, Cuv.
il cosi detto Pesce cane ( Bl. ocellaris, L.) che rimonta il Tevere, il piü bello BL sphinx,
Valenc., il singolarissimo Bl. trigloides, Valenc., il Bl.rouxi, Cocco, il fluviatile Lupetto
(Bl. lupulus, Bp.); le crestute Allodole marine ( Ichthyocoris, Bp.) delle quali è insigne
il Gallelto (Ichthyocoris pavo Bp. o Galerita), e anche piü vago 17. basiliscus, VaL, cui
aggiungasi \’I. erythrocephalus, Risso ( rubriceps, Val.) e 17. varus, Bp., abitatore non solo
delle acque salmastre ma persino delle termali; e fra quelle di acqua dolce esclusivamente,
per non dire del Blennius vulgaris, Pollini, del Lago di Garda, YIchthyocoris anticolus, Bp.
del Lago di Nemi: è ultimo il marino BufTetto ( Pholis Icevis, Valenc. - Bl. pholis, L .).
Fra gli Anarrhichadini abbiamo solo i due generi Clinus, Cuv., e Tripterygion, Risso, che
segnano il passaggio verso il genere tipico Anarrhichas, L., mancante affatto, in uno
cogli altri nordici europei Zoarces, e Gunnellus, Cuv. 11 primo è rappresentato dal Clinus
argentatus ,~Salenc., Bl. variabilis, Raf.) dalla quale mutabilissima specie fa il Risso i Cl.
testudinarius, virescens, audifredi; il secondo non ha che il Tripterygion nasus, Risso
( Tr. melanocephalum, Cocco). La Famiglia dei Callionymidi coi soli Callionymini ci da
la Stringa (Callionymus maculatus, Rafin., C. ly ra, Risso, C. cithara, Cuv., C. dracun-
culus, Schagerstrom, necL.), il vero C. dracunculus, L. (C. festivus, Pall, nec Bp., C.pu-
sillus, Delar., C. admirabilis, Risso, C. lacerta, Cuv.),- il C. morissonii, Risso ( C. festivus,
Bp. nec Pall.) , il C. belennus, Risso ( C. rissoi, Lesueur); per tacere del C. reticulatus,
del C. fasdatus, del C. lesueuri, tutti del Valenciennes. Le forme dei Callionymidi si mo-
strano esagerate nei Lophidi, Famiglia anch’ essa ignuda. I Lophini ci danno il Martino
pescatore (Lophius piscalorius, L.), e il Budego (Lophius budegassa, Spinola) dalla pinna
dorsale piü piccola, specificamente diverso, checchè ne pensi il Valenciennes poco felice
interprete del nostro idioma. Non sono Batrachini in Europa , che per mezzo degli esotici
Ranicepini, gia Gadidi, fan passare agevolmente a tale utilissima Famiglia che anche im-
mediatamente allaccerebbesi tanto bene coi Blennidi.
Gli stessi Gadini sono assai piü copiosi nell’ Oceano per ove con molto apparecchiato na-
viglio sono pescati a si gran dovizia , da costituire rilevanle oggetto di trafiico marinaresco.
Nel genere che chiamiam Gadus ristringendogli il nome Gadus, L. (Morrhua, Cuv.) ricco
di utilissime specie, non abbiam noi che la pimmea Figora o Pesce nudo (Morrhua capelanus,
Risso, Gadus blennoides? Sw., ma Gadus minulus, L., se non è diverso da quel dell’Oceano).
H tripterigio genere Merlangus non ci da alcune delle specie nordiche, ma bensi il
Pesce bianco, e il Molloso, (forse Merlangus poutassou, e M. vernalis, Risso, da studiarsi
meglio non ehe il M. pertusus, Cocco). Tien dietro a questi il singolar Verdone (Mora
mediterranea, Risso - Gadus furcatus, Sw.) figurato nelle nostre tavole: viene appresso il
dipterigio Merlucdus, Cuy., di cui niuna specie è comune al Mediterraneo e all’Oceano,
provatosi dal Swainson essere lo stesso Merluzzo o Nasello (Merlucdus esculenlus, Risso -
M. sinuatus, Sw.) diverso dal Gadus merlucdus, L. (M. vulgaris, Cuv. nec Cocco). Non siamo
ancora ben chiariti se due specie (Merluzzo daH’occhio grande e Merluzzo dall’occhio
piccolo) sieno confuse nella nostra mediterranea; e ció indipendentemente dall’oscuro
M. mdraldi, Risso. Nei Lotini abbiamo dal genere Lota la Botrisia (Lota vulgaris, Cuv.)
dei Laghi settentrionali; e fra le specie marine il cosi detto Stoccaflsse (L. elongata Risso),
la L. lepidion, Risso, e la L. jodoptera, Cocco; di alcuna delle quali non scorgiamo essere
il giovane la Lota argentea di quest’Opera. Abbiam tre Pecorelle (Onos, Risso), la
comun Molella mustela, Bp. (M. vulgaris, Cuv.), la M. maculata, e la M. fusca, Sw. Niun
Brosmius, Cuv. ha il Mediterraneo, ma tre o quattro Postenule ( Phyds mediterranea,
Bp., Blennius p hyds, L. ma non Penn.) , Phyds tinea, Schn., Ph. blennoides, Schn. (Gadus
albidus, Gm. ) e Ph. gmelini, Risso; dalle quali crediamo non diversificare la Phyds longi-
pennis, e la Ph. sicula del Swainson. Tiene il confine dei Gadidi la pinnicinta Strinsia
tinea, Raf., da noi figurata.
Coi Cobilini bèn ci troviamo nella Famiglia dei Cyprinidi tutta d’acqua dolce.
Essa Sottofamiglia somministra tre specie , ma solo nel nord d’Italia la Cobilis fossilis, L.
e la Cobitis barbatula, L .; piü sparsa è YAcanthopsis tcenia, Ag. Nei fitofagi Cyprinini
il genere Gobio da soltanto una specie, il figurato Gobius venatus, Bp. Abbiamo peró
quattro Barbi (Barbus fluviatilis, B. caninus, B. eques, e B. plebejus, Cuv.) , circa i
quali ripeteremo dubitare il nostro B. fluviatilis tiberino essere identico col B. vulgaris
del Nord, e ehe per applicare i nomi Cuvieriani alle nostre specie ci fu unica guida
il desiderio di non moltiplicare appellazioni: altronde si dovranno paragonare col Barbus
meridionalis del Risso e con quelli del Costa. Del genere Tinea, Cuv. abbiam solo forse
la Tenca comune ( T. chrysitis, Cuv.) giacchè siam sempre piü dubbiosi nella validita della
nostra T. italica, persuasi dipendere piü dal sesso, come in tutti gli afiini, la maggiore o minor
robustezza dei raggi delle pinne. Il genere Cyprims ci fa dono delle tre Regine ( Cyprinus
regina, Bp., C. carpio, L. e C. elatus, Bp.) sulla stabilitä delle quali riposiam piü fidati,
dacchè le vediam riconosciute in remoli paesi, e ridistinte dall’ esimio Ittiologo Heckel
sotto nomi di Cyprinus hungaricus e C. kollaryi. Qui si mostrerebbe il Pesce dorato ( Cy-
prynopsis auratus, Fitz. ) vaghissimo ornamento delle fontane, originario della Cina.
Un sol Carassius e forse nuovo (1’ Incobia ?) avemmo dai laghi dell’ Italia superiore. Sola-
mente nei ruscelli di colassü puó trovarsi il Rhodeus amarus, Ag. Manca del tutto
il Phoxinus Icevis, Ag. rimpiazzato nel Po dal Ph. lumaireul, Bonelli. Fra i zoofagi
Leucisdni un paio di specie ne dara il genere Chondrostoma, Ag., la Soetta cioè, e forse
il nasus, L. Del nostro nuovo genere Telestes, che la minuta scagliatura inanella al
Phoxinus non che alia Chondrostoma, abita i fossetti roraani la Mozzella ( Telestes muli-
cellus, Bp.) e i Laghi dell’alta Italia il Telestes savygny (Leudscus savygnyi, Valenc.).
Tralasciamo cercare nel Lago di Ginevra, non senza lamentare che i Pesci dei Laghi
Lombardi sieno tutt’ ora in tenebroso disordine. Citiam dunque soltanto fra i veri Leu-
cisci I’ inedito L. henle, Bp. del Lago di Lugano, da aggiungersi ai piemontesi L. roseus
e L. genei, Bp. Il piü meridionale genere Squalius, ci da la Lasca dell’Arno o Squale
del Tevere (Sq. tiberinus, Bp.), il Roviglione dei Laghi suburbani (Sq. rubilio, Bp.),
1’Albo del Trasimeno (Sq. albus, Bp.),^ la fiorente Rovella (Sq. rubella, B p .), la Lasca