Je pettorali nel tratto compreso fra i raggi più lunghi; nel rimanente sono più chiare, e
sojo lungo la loro base si veggono segnate da una macchia allungata di color turchino-
nerastro, ma poco decisa. Le ventrali sono di tinta cinereo-chiara ; l’anale e la caudale
hanno generalmente la stessa tinta ma più tendente all’ocraceo, e verso l ’apice sono
imbrattate di fosco. Il soggiorno ehe fa qüesto Pesce nelle acque dolci rende più
languidi tutt’ i colori j e questa osservazione è applicabile anche aile altre specie del
genere.
Basterebbero a distinguerlo dai restanti Muggini nostrali la gran distanza ehe corre
fra i due fori di ciascuna narice e lo strato d’adipe trasparente ehe cuopre gli occhi,
caratteri ehe si ripetono soltanto in alcune specie esotiche. Meritano pure attenzione
la forma del capo allargato ed ottuso, le labbra poco earn ose, i pezzi mascellari brevi,
ehe, stando chiusa la bocca, vanno a nascondersi sotto i sottorbitali, lo spazio ehe resta
scoperto dagli opercoli sotto la gola, non ehe la scaglia carenata allungata ehe giace
presso il termine superiore della base delle pettorali. Quasi in niun conto sono da
tenere il colore generale più o meno intenso, e le linee longitudinali più o meno distinte,
perche dipendono da circostanze estranee, come sarebbero la stagione, le acque
salate o dolci, e il fondo su cui l’animale ha fatto soggiorno.
Il Mugil Cephalus vive nel Mediterraneo e si stende intorno a tutto il continente
Àfricano : non s’è trovato sulle coste Europee dell’ Atlantico. Sui nostri lidi e nei no-
stri fiumi è uno dei Muggini più comuni, e si pesca in tutte le stagioni con le reti,
non mai con l’amo, perche non è capace d’appetir l’esca. Nell’Adriatico non è al-
trettanto abbondante, La sua carne è migliore di quella delle altre specie nostrali,
seppure non è vinta da quella del M. auratus. Al solito è lungo meno d’un piede,
•ma puo giungere fino a due, ed allora pesa fino a diecisette libbre.
A Borna dicesi Cefalo veroj Cefalo comiuie> Cefalo matlarello; in Toscana Muggine
caparello; sui lidi Veneti Folpina e Volpineto. In Sicilia, per quanto asserisce il Rafi-
nesque, è detta Molettu nel Val di Mazara e Lampune nel val di Noto ; a Nizza si chia-
ma Carida. Le appellazioni volgari Cefaloj Muggine> MuggellOj MusanOj Cievoloj Cefalu
usitate a Roma e a Napoli, in Toscana, nel Piceno, nel Genovesato,, sui lidi Veneti,
nella Sicilia s’applicano a tutto il genere piuttosto ehe ad alcuna specie in particolare.
MUGIL CHELO
MU G G I N E C H E L O N E
mugil capite mediocrij anterius subtruncato; labio superiore crassOj infe riore v ix margi-
n a to ; m a x illa ris apice declinato in fra suborbitalem p o r r e c to : spatio g u la ri oper cutis
interposito v i x ü llo : p in n a dorsali spinosa corporis dimidio altiore.
i.« D. 4. 2.** D. 9. P. i 7. V. 1/5. A. 3/g. C. 16.
mugil chelo, Cuv. Rcgn. Anim. a. ed. I I . p. a3a.
MUGIL proyensalis, Risso, Ichlh. Nie. p. 346. sp. 4. (exclusa var.A.) nee Hist. N at.
mugil larbosüs, Risso, Hist. N a t I I I . p .58g. sp. 3o4.
MUGIL cephalus, irar. B. Delaroche Mêm. Poiss. Iviça in A n n . Mus. X I I I . p. 358. tab. il. fig . 7.
CHELON, Rondel. P ise. I . lib. ix. c a p .* p. a66. earn fig . Gesner, Aqual. lib. iv.p. 55a. Willughb. Hist.
Pise. lib. iv. cap. iv. §. iv. Ray, Syn. Pisc. p. 84. sp. 7.
MULET CHALUC, Duhamel, Tra ité des Pèches I I I . Sect. vi. cap. ii. a r t ii. p. 147. sp. 5.
MUGE II GROSSE LEVRES, Risso, loco cilalO.
F \ i noto al Rondelet che lo chiamö Chelon_, riproducendo un nome usato dai
Greci. II primo a descriverlo fra i sistematici fu il Signor Risso. Disgraziatameute per
designare la specie egli scelse da prima un vocabolo ehe non si puo conciliare col
genio della lingua latina: lo scambiö poi con un’altro che ha per lo meno il difetto
d un significato ambiguo. E sembrata percio preferibile Pappellazione specifica stabi-
lita dal Cuvier, che richiama il nome consecrato originalmente dal Rondelet.
Il suo corpo b compresso-turgido. La sua larghezza b contenuta otto volte nella
lunghezza totale: l’altezza maggiore b quasi un quinto della detta lünghezza, e poco
minore di quella del capo. La coda alia sua origine ha due quinti dell’altezza del
corpo. Il capo b grosso quanto il corpo, leggermente assottigliato a cuneo verso il di-
nanzi, superiormente un poco convesso, ed ha il contorno anteriore quasi troncato. .11
diametro dell’ orbita uguaglia la distanza che passa fra il suo lembo anteriore e il
lembo delle labbra, ed e minore della meta dell’ intervallo posto fra il suo lembo posteriore
e il termine dell’ opercolo. Fra un occhio e l’altro si conta due volte Ja mi-
sura del diametro dell’ orbita. L’occhio non e coperto da strato adiposo. I forami delle
narici da ciascun lato sono poco men distanti fra loro, ehe 1’anteriore dall’apice del
muso e il posteriore dal lembo dell’orbita. Il labbro superiore e turgido, carnoso, ru-
gosissimo nella metä di sotto, orlato di ciglia tenuissime fitte brevi. La misura della sua
altezza corrisponde alia metä del diametro dell’orbita. Il labbro inferiore e tenue, e
non orlato da margine cospicuo sporgente all’iiifuori. Il pezzo mascellare assai erto si
prolunga oltre al sottorbitale torcendosi all’ ingiü, talche quando la bocca sta chiusa
resta scoperta la sua porzione inferiore. La lamina cornea del sottorbitale s’allarga sen-
sibilmente scendendo dalla base all’ apice, ed e dentellata nella sola metä inferiore. Gli