brino proprie dei giovani, e delle femmine soltanto, tuttavia ci parrebbe ardito il ri-
putarle assolutamente distintive dell’età e del sesso. Questo screziato che d’altra parte
si rinnuoya in molli altri pesci, e segnatamente nel Dentice e nel Barbo, ha fatto dire a
quasi tutti gli autori che due sono le sorta di Labrax.
Ventisei vertebre ha lo scheletro, tredici paja di costole, essendo 1’ interspinoso
dell’anale sospeso alia decimaquarta vertebra. II cranio è men largo di quello delle
Perche. Il fegato è piccolo posto trasversalmente. La vescichetta del fiele grande. Le
appendici cecali in numéro di cinque, tre da un lato del piloro, tre dall’ altro piuttosto
lunghe: l’intestino non fa che due ripiegature. Semplice e grande è il notatojo esteso
dalla faccia concava del fegato fino all’ano: la sua prima membrana è di un bel
bianco, erta ma debole; la seconda sottile e perlata.
Questo pesce in tempo di maturità suol esser lungo un piede e mezzo in circa,
ma non di meno cresce talvolta a due piedi, a due e mezzo, e raramente anco a tre;
onde è che d’ordinario non supera il peso di quindici o venti libre: e pure chec-
chè dicesse in contrario Cuvier, il quale non ebbe fede al peso di alcune Spigole
ascendenti a trenta libre, noi ne abbiam pesate per fin di quaranta sulla nostra bi-
lancia. La squisitezza della sua carne fa che le mense se ne onorino, benchè più non
si creda alla sua discendenza celeste, e quindi la si fa continuamente pescare: al qual
uopo si accorre con reti, con ami non meno al profondo che alla superficie dell’acqua,
e con aJtri ingegni atti ad ingannare la sua voracissima gola, che d’altro perô non si
degna che di viva preda, e specialmente di Crostacei, in cerca dei quali si avventura
tra gli scogli quando il flutto li discuopre.
Oltre quel che abbiamo avvertito della voracità, dell’udito, della sensibilité, del-
l’astuzia, giova ora aggiüngere che nuota il nostro pesce in piccoli branchi lungo le
coste, che gli piace l’entrare dal mare nelle acque dolci rimontando i fiumi a gran distanza
dalle foci, e che depone le uova vicino aile imboccature e presso il lido verso
il principio di autunno. Cosi prima del nemico inverno prowede alia sua specie.
Abita in tutto il Mediterraneo, e in moite parti dell’Atlantic©, ma ne’mari del più
freddo settentrione o scarseggia o non esiste affatto; a tale che i libri de’naturalisti
di quelle regioni non lo descrivono. Prive perô non ne sono le coste meridionali delle
isole Brittaniche : e vedesi talvolta perfino sulle spiagge Scandinave corne insegna il
Prodromo della Ittiologia del Professor Nilsson che ci giunge nel punto che scrivia-
mo. Nel Mediterraneo poi tanto più abbonda quanto il soggiorno è più tiepido. Ma
quello che salito nel Tevere sia stato travagliato dalla corrente, e siasi pasciùto del
lezzo delîa città, piglia un sapore ed una mollezza anco maggiore dell’ ordinario, la
quale pure è- nota-bile assai nel giovane, poco perô nella femmina quando è gravida.
Perciô le Spigole pescate nel Tevere tra’due ponti, cioe vicino alio sbocco della cloaca
massima, proprio là dove il fiume è cosi rapace che non tollerô mai gli archi quan-
tunque robustissimi e più volte rinnuovati del Ponte Emilio, furorio presso gli antichi
riputatissime, ed ebbero il nome distintivo di Lupi lanaü, de’quali e Plinio in più luo-
ghi e Columella, e Macrobio, ed Orazio piacevolmente parlarono: non già lanati o la-
neij perche fossero villosi, o alcuna lanugine avessero nel corpo, ma nel senso figurato
di teneri e morbidissimi, come lanei si dissero i piedi de’Numi per la ben supposta
leggerezza, e Catüllo chiamô laneo il fianco di quel Tallo cinedo cosi gentilmenle
minacciato da lui, per avergli rubato il pallio e il fazzoletto.
APOGOIN REX-MULLORUM
RE DI T R IG U E ROSSO
Apo go N aureo-ruber punctulis nigris çonspersus^ macula ad basim caudac nigricanti:
dentibus uniformibus: corporis longitudine altitudinem triplo superante : capitis longi-
tudine altitudinem corporis aequante.
i . Z>. 6. 2. D. 1/9. P. 10, V. i/5. Â. 2/8. C. 19.
mullus i iw« erb is, Linn. Syst. Nat• I. p, 469, sp. 3. Gmel. Syst. Nat, I. p. i 34>. sp. 3. Bonnat. in
Tail, Enc. Ichth. p. 144* 'sp.S,
apogon ruber, Lacip. Hist. Poiss. 11/. p. 412. Riss.o, Ichth. Nie. p. a i5. sp. l. Id. Hist. Nat. III.
p. 383. sp, ag8, Rafin, Ind. lit. Sic. p. 27. sp. 18g.
DiPTERoooN ruber, Rafin. Carait.p. 47. sp-125. Id. lit. Sic. p. a6. sp. 184.
CENTROPOMus Rubens, Spinola, in Ann. Mus. Hist. Nat. X. p. 3-jo. tab. xxv'm-fig. a.
perça fusilla, Delaroche, Mem. Poiss• Iviç. in Ann. Mus. Hist. Nat. XIII, p. 3i 8. nec Brunn.
apqgon rex-mullorum, Cuv.inMcm.Mus.H. N.I.p 336.tab. xifig.z. Cuv.et Valenc. II.N.Poiss.II.p. 143.
COrvulus, Gesn. Aquat. IV.p.i 273. cum fig. Aldroy. Pise. lib. i. cap. xy.p, 75. cum fig.
mullus imberbis sive rex MULLORUM Willugb. Ichlyogr. lib.is. cap.ix.p.a86. Ray, Synops.Pisc.p.gi. sp.3.
TRiGLA capite glabco, tola ruheDS, cirrls carena, Arted. Gen. Pise. p. ^3.sp.3. Id. Synon. p. 72. sp. 3.
ami a , Gronov. Zoophyl. p. 80. tab. \x.fig. a.
roi des rougets, Daubent. Diet. Ichth, in Enc.Meth. Hist.Nat. HI. p. 336.
APOGON Rouge, Lacép. loco, citato.
apogon roi des rougets, Cuv. Rign. Anim, II. p> 296, Id, Ibid. a. ed. II. p. i 5o.
JEccoci al tipo del terzo gruppo de’Percini a due dorsali conosciuto in Italia: al
quale chi superficialmente guardasse nella figura che ne porgiamo, e all’ incantesimo si
fermasse del forte rosso metallico che lo tinge, facilmente direbbe non altro egli essere
che una specie di Mullus j e andrebbe al pari con tanti scrittori, de’quali troppo saria
lungo il solo annoverar le opinioni. Molte pero a chi bene osservi appariscono le diffe-
renze tra questo ed i Mulli, al tempo stessa che i caratteri suoi lo includono tra i Per-
cidi. Qualche non lieve dissimiglianza si frappone b vero tra questo pesce e gli altri
stessi Percini a due pinne dorsali, ma nb la mancanza di alcuni caratteri pud farlo
escludere da un gruppo cui realmenle appartiene; nb la presenza di altri puo inclu-
derlo a buona ragione in uno essenzialmente diverso. Che se inopportuna ed inutile
‘ripetizione sarebbe l’esporre le particolari differenze tra questo pesce ed i Mulli, tut-
tavia dalla descrizione che qui daremo, si verra chiaramente a scorgere che non si
deve servire ad alcune apparenze soltanto esterne, e molto meno appoggiare la classi-
ficazione su di esse.
Primo fu il Willughby a produrre questo animale offertogli da pescatori Maltesi
sotto il nome di He di Triglie ch’egli malamente credette suggerito dalla statura a cui
fosse cresciuto, e si vanto di aver trovato un vero Mullo imberbe, nel quale per eccesso
di gioja non awerti come i denti e specialmente quelli del palalo lo separano da’ Mulli