di mare. Dicono che in Olanda usino conservarli vivi circondati di alga continuamente
umida, ingrassandoli di pane e latte. Della domestichezza loro per altro non si puö
dubitare, essendochè si yeggon yenire fino a’ labri delle yasche al suon di un fischio e
prender l’ esca dalla man del padrone. Che più? ne’ paesi oye l’ industria è maggiore
si fanno Stringer nelle mani, e palpare, e stropicciare le parti generative con droghe e
con castoro per dare opera maggiore alia generazione. Per la tanta utilità che se ne
tragge, e forse per mantenerle in più caro prezzo, niun di coloro ehe le han negli stagni
le dice naturali del luogo, e tutti si vantano di averle iyi chiamate dalle più famose
e più lontane regioni. Da questo pur nacque la gara tra que’ ehe pretendono averle i
primi introdotte; cosi un Leonardo Mascall gloriavasi di aver porta to in Inghilterra
le Carpe ( tali pur chiamansi dopo Cassiodoro le Regine ) nel secolo decimosesto ; ma
non sappiamo con quanta buona ragione: imperocchè veggiam Carpe in Inghilterra fin
dal 1496. Il Mascall conoscendo forse quanto di quel pesce andava goloso il gioyine
Enrico VIII, non uso ancora alla strage di più amabili regine, talchè la corte solea pro-
fondere generöse mancie a chi le portasse sul desco reale, fu il primo che per conten-
tare ogni giorno la non men potente che disereta bramosia del monarca, le confidasse
aile artifiziali conserve. Cosi pure in Francia mentre veggiam0 in carte del secolo de-
cimoquinto ehe il Sant’ Uffizio condanno un disgraziato di Toi osa, il quale porse ad
un Eretico Carpam unam quam fuerat piscatusj abbiam sicura pruova di abbondanza
veramente artifiziale negli statuti del Convenlo di San Claudio del x44&> ov’ e sancito
ehe ad ogni frate cum piüancia Carp arum ministrari sqlitarum debhano porsi sul piatto
duo aleca> et quatuor nuces pro qualibet die.
Vivono lungamente fino a ducento anni, ma perdono o incanutiscono invecchiando
le scaglie. Della fecondità loro, specialmente ne’ clirni caldi, abbiam detto di sopra:
ma se alcuni consumarono il tempo ad annoverare fino a settecentomila uova in una
femmina di dieci libre, siane lutta la fede appo loro. Delle quali uova cerlamente ab»
bondantissime suol’ impastarsi il caviale rosso in cibo degli ebrei, ehe quello dello Sto»
rione, corne di pesce senza scaglie, non han facoltà di mangiare. Liberamente perù i
Ciprini cibano insetti, vermetti, molli piante d’ acqua, granaglie, briccioli di pane.
Dicesi che di sei anni pesar sogliano soltanto tre libbre, ehe prima de’ dieci giungano
fino a sei, e possanq crescere fino alle venti ed alle quaranta, del che siam testimony
noi stessi. Raro è quell’ amo ehe li afferri, perché sospettosi e fùrbi lo evitano con
destrezza. Astuzia pure hanno molla per non incappar nelle reti, ehe vistele si appiat-
tano nel fondo, e per aderirvi maggiormente mordono un qualche stelo. Che se tra
le maglie vengon tratte, non sono men sollecite allora nè meno agili delle Spigole a
zompar fuori e rituffarsi nell’ acqua giovandosi di loro opportuna muscolatura, che permette
piegarsi in arco e quasi in cerchio, dalla quai positura yibrandosi in allungarsi
acquistano forza di leva che le ajuta nel salta
Continuando a parlare delle Regine in genere, delle quali figuriamo nella nostra
tavola tre specie, diciamo ora del posto che occupano nel sistema. Àppartengono esse
alla prima famiglia naturale della seconda divisione artifiziale dei Pesci ossei, quai è
l’ordine dei M alacopterygiij a quella cioè dei Cyprinidi* ehe in un cogli Esocidi* co’
Siluridi* co’ Salmonidi e co’ Clupeidi forma la prima tribù del detto ordine, chiamata
Abdominales ossia Gasteropterygii'* perche i Pesci che racchiude hanno le pinne ventrali
inscrite dietro le pettorali, e non dipendenti dalle ossa della spalla.
Dopo aver perö scrupolosamerite ponderato l’importanza reciproca dei caratteri,
dappresso i quali ordinäre le famiglie dei Malacaplerygii a scaglie lisce, crediamo più
conforme al piano della natura il dire che questa de' Ciprinidi si collega ai Gadidi, ai
Siluridi e a’Murenidi per mezzo del suo genere Cobilis da un lato, coll’ altro anche piu
strettamente ai Clupeidi per mezzo dei generi Aspius e Chela. Se comincisi dunque la
serie dei Malacopterygii dai Murenidi, ehe tanto naturalmente discendono dagli Scom-
bridi quantunque Acanthopterygii, passando per i Siluridi e i Gadidi si giunge a questi
uostri Cyprinidi seguitl dai Clupeidi, oui yanno appresso i Salmonidi, e si termina negli
Esocidi. Nell’ esemplificare si naturale catena non permettiamo che yenga interrotta dai
Pleuroneltidi ( naturalmente collegantisi coi Chaelodonlidi) non potendo noi conside-
rarli se non corne ramo di un altro ceppo, il quale per le sue scaglie aspre somiglia
alla maggior parte degli Acanthopterygii, e insiem con essa forma per 1 Agassiz lordine
dei Ctenöidi; laddoye tutte le enumerate famiglie fanno parte dei suoi Cycloidi.
Nella famiglia Cyprinidae il corpo è squamoso: non y ’ ha pinna adiposa, nè inte-
stini ciechi : il margine della mascella è costituito intieramente dagl intermascellari :
la bocca è poco fessa: deholi son le mascelle, sproyyiste affatto di denti, o al più formte
talora di tutti o quasi tutti tenuissimi: le ossa faringee fortemente dentate sup-
pliscono aile disarmate mascelle-: i raggi hranchiali sono poco numerosi.
Pel corpo squamoso si distinguono questi pesci dai Siluridi priyi di scaglie e for.
niti per lo più di pinna adiposa. Per la mancanza appunto di questa pinna adiposa si
Êin riconoscere dai Salmonidi, i quali hanuola per carattere principale, e yantano inoltre
molli intestini ciechi. L’ assenza di questi li allontana dai Clupeidi che hanno altronde
i margini della mascella costiluiti dai mascellari. Finalmente la tremenda dentatura dei
yorjci Esocidi non permetterà mai ehe si confondano co’ nostn mermi animale Non
crediam necessario di porli .a confronte con altri. Noù curando perô la mancanza di
raggi spinosi nelle pinne, chiaramente scorgiamo che i Cyprinidi dentati hanno forte
analogia e forse anco decisa affinité co'Labridi, e che gli edentuli la han coi Mugihdi
e cogli Atherinidi. _ .
Meno carnivora di qualunque altro pesce questa famiglia popola delle sue mnu-
merevoli prosapie i laghi, i fiuini, i fossi, e le acque dolci di tutto il globo, incontran-
dosene appena qualche rara specie nel mare. Variano molto da paese a paese; e la maggior
parte delle specie sono confinate a peculiari bacini, anzi taluna ad un dato lago :
ben diverse in ciö dai Salmonidi., dei quali veggonsi Ie assai men numerose specie lar-
gamente sparse per lunghissimi tratti, e identiefie nei diversi bacini.
In tre sottofamiglie i Ciprinidi ripartiamo. Anableptini diciamo la prima formata dai
solo AnablepSj genere singolare che aberra fra tutti i pesci per moite particolarità. Basti
il notare ch’ è viviparo, onde porta un’ apertura all’ estremità della pinna anale, e ehe
offre due pupille in ciascun occhio. La seconda dei Cyprinini comprende la massa dei
Cyprinidi normali che han la pinna anale imperforata, le mascelle edentule, e tre soli
raggi branchiostegi. Poecilini finalmente diciamo la terza in cui la pinna anale e imperforata,
più numerosi i raggi branchiostegi, e le mascelle dentate, onde a rigore non dovrebbe
ammettersi nella famiglia. > . _
Tutt’ i Cyprinini senza eccezione son di acqua dolce, e venivan compresi nei due
generi Linneani Cyprinus e Cobilis. Dopo le belle riceiche. e gli accurat! studj fatti
su di essi dall’ ittiologo più famoso de’ nostri giorni, il professore Agassiz, crediam
poterli ripartire in dieciasette generi, eleyando a questa dignité tutt r sottogenen del
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