GOBIONE VENATO
GOBio capite parum longiore altitudine corporis, quintum longitudinis vix superante: spatio
interoculari aequante oculum, lateralerrij grandiculunij ante posit um : cirris medio cri-
bus: pinna dorsali vix ante ventrales antepositas or ta.
D. io. P. 16. V. 8. A . 9. C. 19. Lin. lat. sq. 40. ser. 11. — .
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I j a piccolezza del capo compreso ben cinque volte nella total lunghezza, lad-
dove quello del Gobio Fluviatilis benchè adulto ne occupa il quarto, e principalmente
le pinne ventrali spiccanti assai più innanzi ehe nel pesce suddetto, sulla stessa lînea
cioè, in cui finisce la pettorale, ed incomincia la dorsale, carattere ehe non s’incontra
nella specie Francese, la quale ammette tra l’apice delle pettorali e l ’ inserzione delle
ventrali un intervallo notabile, nel cui bel mezzo la dorsale s’innalza, ci han consigliato
a riguardare come specie nuova questo piccolo Ciprinide. Lo ricevemmo di Piemonte
sotto quel comune volgar nome di Barb caninj ed anco sotto quel di Vola : lo avemmo
altresi dal Bolognese, ove pescasi ne’ freddi rivoli abbondanti di Trote aile falde dei
grandi Apennini, e lo dicono BrocciolOj erroneamente, come crediamo: nè si desidera
nel torrente Savena prossimo a Bologna, che lo chiama Vanà. Dal quai vocabolo scor-
gendo l’ombra etimologica dell’ epiteto venatus, ehe puo competergli, p e r le quasi ve-
nature della pinna dorsale e della caudale, abbiamo trattada appellazione ehe proponia-
mo. Ma quanto fummo dolenti di non aver potuto paragonarlo col Temolo del Benaco,
Cjprinus Benacensis del Pollini, ehe a giudicarne dalla descrizione e dalla figura è cer-
tamente un Gobio j altrettanto ci siam rallegrati nell’ averlo confrontato e rinvenuto si-
mile ad altri esemplari ehe ci pervennero dalla Germania.. Gli abbiamo dati a compagni
nella tavola un bellissimo Gobio Fluviatilis, trienne almeno di età, pescato nella Senna
a Parigi, ed il grazioso Gobio Uranoscopus del fiume Isera in Baviera fattoci conoscere
dall’Agassiz, specie tanto notevole per la elevazione dei piccoli suoi occhi, e per lo spor-
gere a guisa di naso la superiore mascella sopra la bocca.più inferiore e più piccola, i
cui cirri sono ancora più lunghi ehe negli altri Gobioni: il quai Pesce sembraci già
fosse benissimo notato dal Wiliughby alla pag. 264. della sua Ittiografia sotto il nome di
Wapperj ossia Gobius Fluviatilis minor, comune nella città di Augsburgo. Ci gode poi
tanto più l’animo nell’ introdurre il Bolognese Vanà nella nostra Fauna, in quanto che
di Gobioni manca affatto 1’ Italia méridionale, e segnatamente il Tevere e l’Arno.
Gli antichi naturalisti greci e latini non favellarono in alcun modo de* pesci ehe im-
prendiamo ad illustrare. Ausonio sembra sia stato il primo a fame parola applieandogli
il nome di Gobio siccome per questi versi si rende palese :
Tu quoque fiumineas inter memoranda cohortes,
Gobio, non major geminis sine pollice palmis;
Praepinguis, teres, ovipara congestior alyo,
Propexique jubas imitatus Gobio Barbi.
GOBIO VENATÜS.
Questo nome Gobio per altro è stato causa di gravissimi errori, per evitaie i quali
giovera tenere in mente che i Gobii marini sono tutt’altra cosa, appartenendo alia fa-
miglia di un altro ordine la quale dicesi Gobidae; come diversissimo ugualmente, quan-
tunque di fiume, è il Coitus Gobio_» che è un Triglide. I medici gli eruditi e tutti colo-
ro, che all’ opposto de’ naturalisti seguono più i nomi che i caratteri, sono caduti in errori
che non saremo a rilevare in questo luogo. La carne dei veri Gobioni è bianca, di
buon sapore e facile a digerirsi; onde si apprestano graditi alle delicate mense, e alle
persone di lassa ed infermiccia costituzione. Pasconsi d’ insetti acquatici, di vermi, di
nova, di avanzi di carpi organizzati. Amana 1’acqua pura, siccome quella che scorre
placidaraente sopra un letlo sabbionoso, e non inquinata per mistura di sostanze stra-
niere. Si mostran pure provvidenlissimi ad un a vita tranquilla, perché sul cominciare
'di autunno sogliono ritirarsi denlro quei laghi, cui non sconvolge tempesta, e al primo
tepore di primavera riconquistano il fiume, ove depongano le uova ne’ luoghi più solin-
ghi ed ombrosi. La durata de’ loro amori e di circa un mese: moltiplicano copiosamente,
e comechè del continuo sieno pasto a gli uccelli e ad altri pesci, ve ne ha purtanto assai
abbondanza. Amano il conversar campagne vele, e tr o va nsi eoiigregati a grandi torme. Il
numero delle feminine avanza per cinque o sei volte quello de’ maschi.
In tutte Ie specie di GobioA che rimangon sempre di piccola statura, il corpo vedesi
allungato e non dissimile da quello dei Barbi, Il capa è grande più o men conico, al-
quanto depresso, trasversalraente incavato al di là di una leggera protuberanza che scor-
gesi in pünta al muso. Larga è la bocca, con la mascella protrattile, che nello stato di
riposo sporge oltre la mandibola, ed è fornita di una sola barbetta a ciascun angolo; carattere
che li diversifica da quei Barbi che avenda il terzo raggio della pinna dorsale
debole e appena seghettato potrebbero confondersi con essi. Le narici apronsi un poco
innanzi agli occhi, che sono o piccoli o mezzani. Tutto il capo è privo di scaglie e liscio.
Quelle che rivestono il tronco sono grandette, sottili, fortemente aderenti, semicircolari,
raggiate nella porzione libera, ch’ è leggermente orlata ne’margini, L’ano apresi nel mezzo
fra Ie pinne ventrali e 1’anale. La dorsale spicca alla metà in circa del pesce, esclusa
la caudale, ed ha dieci raggi, otto dei quali sono ramosi e due semplici; il terzo è il
più lungo, oltrepassando di poco il secondo. Le pettorali circa un quarto più brevi del
capo hanno maggiori degli altri il secondo e terzo dei loro sedici raggi, e tutti fuor del
primo sono ramosi : le ventrali composte di otto raggi sono alquanlo più brevi ma non
dissimili per la forma. L’anale di nove raggi rappresenta in piccolo la dorsale originan-
dosi sotto il punto ove giunge quella pinna se la ripieghi all’ indielro. La caudale è for-
cuta fino alla sua metà, e conta una ventina di raggi non valutati alcuni più brevi
sotto e sopra.
I colori sogliono essere un bruno olivastro sul dorso e al disopra dei fianchi, mac-
chiato di nerastro, argentino su detti fianchi e bianco sul ventre : la pinna dorsale e la
caudale sono macchiettate, le altre unicolori. Quattordici paja di costole sostengono in
questi pesci la spina dorsale che ha trentadue vertebre. 11 canale intestinale si ripiega
due volte in se.
Oltre le tre specie di Gobioni da noi figurate, che son tutte quelle che conosciamo
in Europa, se ne rammentano parecchie esotiche descritte dal Guldestein, dal Pallas,
dal Buchanan e dal Ruppel ; cioè il C. Capoeta, Gould, dal quale non differisce il
C. Fundulus, Pall., il C. Capito, Pallas, del fiume Gyro presso il Mar Caspio ove tro