Vi sono sei sole sene di s(juame solle gote. L’operculo è anch'esso largo coll’angolo
terminato in una punta ossea poco prolungata ed alquanto smussata. II subopercnlo non
si distingue dall'operculo, per ragione delle squame che rivestono questi due pezzb
L’interoperculo forma un arco di circolo ed b piii alto anteriormente che posteriormente.
Le narici sono piccole; il forame anteriore è tondo e appena -râihile, il posteriore
consiste in una fessura orale, obliqua. Le due mascelle sono di uguale lunghezza;
l ’inferiore è alquanto rigonfia. Il masceUare è notabilmente libero, poco nascosto sotto
il sottorbitale, e la sua caréna è assai risentita: l’intermascellare è meno allungato
ehe' il mascellare ; porta ail’ estremità anteriore dieci demi conici, curvi ed aguzzi, piu
lunghi e più grossi dei rimanenti, i quali sono mînuti e addeiisati in una stretfa fascia:
i denti della mascella inferiore sono simili a quelli della superiore: i faringei sono
pure addensati, e rohusti. Le labbra sono grosse,. Il di sopra del capo b epperto d’una
pelle erta e nuda; quella del sottorbitale e della mascella inferiore è foracchiata di
piccoli pori. Il soprascapolare è contrasegnato'da una squama notabilmente grande, la
cui superficie è sottilroente striata pressa il margine, il quale è ‘integra: al di sopra di
essa ’ contansi dieci squame grandi, più oscüre di quelle del corpo, disposté in una
serie a guisa d’arco dietro la nuca;. &a il quale aréo ela-pelle nuda del capo r i sono
quattro sérié di squame simili a.quelle dei lati: la spalla è squamosa. Le squame sono
piuttosto alte; quelle.che si reggono al di sopra della pinna pettorale sono debolissi-
mamente ciliate, le altre sono liscie: se ne contano circa settanta fra 1 apertura branchiale
e la pinna caudale, e renticinque ordini nell’ altezza, La lihea lateralerèi formata
da tré serie di pori; gl’ iniermedii sono meno yisibili in questa specie di qùello
che sogliono in altre: nel primo tratto questa linea segue una direzione mn poco obliqua,
quindi àscénde e percorre una curva parallela a quella del dorso, dalk quale è
discosta d’una terza parte dell’ altezza intiera. La pinna dorsale incomincia al di soprà
dell’ angolo dell’operculo ; il sesto raggio è il più lungo; la sua altezza .giunge quasi ad
un terzo di quella del corpo; il primo ha quasi k metà dell altezza del. sesto: i raggi,
ramosi sono alti poco meno degli spinosi: la pinna aiiale notabilmente ampia, essendó
più alla della parte molle della dorsale; i suoi raggi spinosi sono ralidissimi. La pinna
caudide è forcuta: le pettorali sono ampie. I raggi della membrana branchiostega sono
in numero di 6; quelli della pinna dorsale n spinosi, ra ramosi; quelli dell’anale .3/io;
della caudale 17; delle pettorali râ; delle rentrali i/5.
Il Cantaro orbicolare è d’un colore cinereo-argenteo splendidissimo, anche più vistoso
ehe nelle specie congeneri, ed ha quindici o sedici linee longitudinali più oscure, do-
rate, assai Tiraci, ma più visibili al di sotto della linea laterale che sul dorso o sul rentre:
ogni squama porta un largo tratto rerticale di color d’oro, ed ha il margine dar-
gento. Le pinne sono d’un turchinastro riolaceo cupo, 1a dorsale e l’anale più riolàceer,
le pettorali più pallide, le rentrali tendenti al bruno. La femmina è sempre più pallida
del maschio. Questo Pesce giunge ad arere quindici pollici di lunghezza e a pesare più
di tre libbre.
Ora diremo del généré Cantharus e del posto ehe compete ad esso nel sistema Ittio-
logico. Quantunque il Signor Risso avesse già accennato ehe lo Sparus cantharus di
Linneo poteva meritare d’esser considerato come tipó d’un genere da se, questo généré
fu stabilito effettivamente la prima volta dal Cuvier. Si distingue pei denti corne
suol dirsi a sçardasso, ossia tutti minuti, conferti intorno aile mascelle, solo quelli
dell ordine più estemo un poco più grossi e più ricurvi. Il corpo è alto, piuttosto erto ;
il muso corto; le mascelle non protrattili; la bocca poco fessa. Le pinne ventrali sono
attaccate un poco piu addietro ehe nei Pesci affini; la spina accessoria è lunga e gracile.
I raggi della pinna dorsale e dell’anale sono sempre numerosi; e questa è circostanza der
gna di speciale osservazione, perché pué esser utile a distinguere alla prima i Canthari
da certi Dentici çoi denti anteriori poco sporgenti. I Canthari hanno unô. stomaco mer
diocre, quattro appendici al piloro, e il loro intestino fa solo due pieghe: la vescica
aerea è grande e semplice. Il cibo puo dirsi animale: pure nello stomaco dello Scor-
zone nostro abbiamo rinvenuto frammenti di fuchi in troppo gran copia per poter
supporre ehe sieno stati trangugiati accidentalmente insieme con gli animaletti marini
ehe ci vivono sopra. Frequentano questi Pesci le coste fangose, e perché sono voracissimi
si lasciano prendére facilmente coll’amo.
Sembra ehe gli autori antichi abbiano avuto sott’occhi più specie di Cantharij ma le
hanno descritte cosi imperfettamente che per lungo tempo sono state confuse, e neppure
adesso se ne puo dare un’ esatta sinonimia. Duhamel nel trattato delle Pesche
fu il solo a parlare di tre delle Europee, ma anch’ egli confusamente. Linneo e Gmelin
ne registrarono una sola. La nostra non fu cognita a nessuno; ma quando il Signor
Risso parlando del suo Cantharus Tanuda, sola specie ch’egli ammetta, dice ch’essa
giunge alla lunghezza di quattordici e quindici pollici, appena possiamo persuaderai
ch’eglb non abbia avuto per le mani il nostro ScorzoneJ oltre lo Sparus cantharus di
Linneo. Ora il genere Cantharus conta dodici specie descritte accuratamente dai Signori
Cuvier e Valenciennes. Tre sono del Mediterraneo, una delle coste Europee dell’Oceano,
due s incontrano nei mari del Capo di Buona Speranza, e sono strettamente afïini
a due delle nostrane. Tutte le rimanenti sono proprie dei mari ïndiani.
Ultimamente nel Saggio che abbiam dato d’una distribuzione metodica dei Verte-
brati, del genere Cuvieriano Cantharus noi abbiamo costituito una sottofamiglia deno-
minandola dei Cantharini; della quai cosa incontravamo le traccie negli stessi scritti del
Cuvier. Ci è sembrato ehe quella circostanza dei denti numerosi, conferti e tenuissimi
tutti, potesse stare a contrasto col carattere dei molari emisferici, ehe è proprio del
nostro gruppo degli Sparing con quello dei deiiti conici allungati, ch’ è nei Denticing e
con quell’ altro della serie di denti taglienti, per cui si distinguono gli Obladini. La
nostra sottofamiglia comprende il solo genere Cantharus, e quindi i caratteri di quella
stanno dentro i limiti stessi dei caratteri di questo.
La famiglia poi cui spettano tali Pesci è quella degli Sparidi^ la quale ha limiti anche
meno estesi, ehe non erano quelli assegnati da Artedi e da Linneo al solo genere
Sparus; poichè noi, oltre quelle specie ehe costituiscono la famiglia dei Menidi del
Cuvier, escludiamo di necessità dagli Sparidi altri Pesci, ehe i delti autori ponevano
poco ^ragione volmente a militare sotto quel lor genere. Contuttocio la famiglia degli
Sparidi in grazia dei recenti ritrovamenti è già tanto ricca, die comprende almeno
cento cinquanta specie ben accertate ; mentre le vere specie Linneane di Sparus„ fatte
le necessarie eliminazioni, non eccederebbero il numero di quindici o sedici. Gli Sparidi
tutti hanno le squame grandi, una sola dorsale, la quale non è mai squamosa, il
piloro costantemente fornito d’appendici: contano al più sei raggi alla membrana bran-
chiostega. Differiscono dalle famiglie più afBni, e con le quali potrebbe dirsi ehe for-
mano un tufto omogeneo, per caratteri leggeri, ma facili a riconoscersi. Si distinguono