scaglie della metà superiore del corpo sono raunite d’un poro tubuläre, e segnano
perciö altrettante linee per lato qüanti sono i loro ordini. Pinne in numéro d’otto.
Due dorsali separate ; l’anteriore equilibrata, corta, fornita di quattro raggi spinosi,
con due scaglie lanceolate membranacee adpresse disuguali situate di qua e di là lungo
la sua base: la dorsale posteriore inserita nel mezzo fra l’anteriore e la coda, disu-
gualmente forcuta, col lobo anteriore più alto del posteriore. Pettorali medie, mode-
ratamente grandi, con una scaglia ascellare, ossia inserita presso il termine superiore
della base, membranacee, grandetta. Yentrali inserite non molto dietro aile pettorali,
poco più avanli della dorsale anteriore: alla base di queste dal solo lato esterno due
scaglie lanceolate membranacee disugualiv analoghe a quelle ehe accompagnano la dorsale
anteriore. Pinna anale opposta alla dorsale posteriore, breve, disugualmente forcuta,
coi tre raggi anteriori spinosi, il primo brevissimo, gli altri successivamente più
alti. Caudale distinta, biforcuta, col lobo superiore appena più lungo delT altro. Sto-
maco in forma di trottola, con la parete erta ; tubo intestinale lunghissimo, circonvolto,
con due picciole appendici nel tratto vicino al piloro. Fegato voluminoso. Peritoneo
nero. Tinta della metà superiore di tutto il corpo cinereo-argentea, con tante strisce
longitudinali di colore più intenso quanti sono gli ordini delle scaglie; ventre bianco-
inargentato.
La ristrettezza delle fauci impedisce ai Pesci di questo généré il cibarsi di sostanze
compatte, quindi non sono infesti agli altri abitatori delle/ acque: hanno inveee in molti
di loro, e specialmente nella Perea LabraXj L. fieri e temuti persecutori. Insieme con
l ’acqua e con la melma, nella quale si dilettano, ingojano le varie sostanze vegetabili
o animali ehe vi si trovano stemperate, e i piccioli animaluzzi ehe vi si annidano.
Non frequentano i fondi pietrosi e non s’inoltrano nel mare profondo, ma vivono
lungo i lidi fangosi e presso la foçe dei frumi. Molti, e forse tutti, al principio della
stagione calda sogliono risalire per lunghissimo tratto nelle correnti delle acque dolci.
Sono vigorosi ed agili al nuoto, e per difendersi dai loro nemici si slanciano fuori del-,
l’acqua descrivendo parabole istantanee, ma ricadono tosto, perché la mediocre di-
mensione delle pinne pettorali non concede che fendano l ’aria orizontalmente, corne,
awiene ai pesci detti volanti.
Paragonando tutte le condizioni fin qui esposte con quelle ehe caratterizzano le
grandi famiglie degli Acantotterigj non sarà difficile convincersi di quello che da
principio abbiamo asserito, cioè ch* è impossibile intrudere in alcuna di quelle il généré
Mugil. Sono innegabili le somiglianze che ha con la famiglia dei Percidij e spe-
cialmente con quella sezione in cui è doppia la pinna dorsale : ma se ne allontana
per la tenuità somma dei denti, ehe nei Percidi sono inveee assai validi e grandi, e
per gli opercoli inermi ed intieri, ehe mai non sono tali nei Pesci di quella famiglia.
S’awicinano agli Sfirenidi per la struttura degli opercoli, ma quelli hanno denti anche
più validi e grandi dei Percidij e presentano un’aspetto diverso, e perciö hanno
una differente combinazione di parti, sull’ esame delle quali ora è superfluo impe-
gnarci. Ai Mullidi s’avvicinerebbe assai più ehe agli altri, specialmente per la bocca
orlata di denti appena sensibili,. e per le forme generali; manca perô di quei cirri
o barbette pendenti sotto il muso, ehe costituiscono il carattere più segnalato di quella
famiglia.
Il Duméril stabili i suoi Lepidopomi sul Mugil e sull’ ExocoetuSj associando cosi,
dietro le tracce degli antichi, due generi fra i quali corre soltanto una lontana ana-
logia. Il Risso riguardo il Mugil corne tipo d’una famiglia spéciale, cui assegnô il
nome Mugiloides: ma poichè comprese in essa oltre i Mullidi alcuni veri Percidij
tal famiglia non si poteva conservare senza modificazioni grandissime. Opportuna fu
dunque la novità introdotta dal Cuvier nella seconda edizione del suo Règne Animal;
perché ivi egli fondo la famiglia Mugiloides sul solo genere Mugilj registrando al
seguito d’essa come generi indipendenti Tetragonurus ed Atherina. Siccome pero que-
-Sti due generi sono appunto nella stessa condizione del Mugil quanto al non potersi
aggregare assolutamente ad alcuna gran famiglia d’Acantotterigj, e poichè vi sono ca-
ratteri comuni ehe li collegano col Mugilj noi ci siamo indotti a riunirli nella famiglia
Mugilidaej le divisioni della quale nello stato in cui ora è la scienza vengono
costituite dai tre generi mentovati, e si meritano i nomi di Mugilinij Tetragonurini ed
Atherinini.
La formula esprimente i caratteri essenziali della famiglia Mugilidae sarà la seguenle.
Operculi intieri: sei raggi alla membrana branchiostega : capo depresso: niun cirro al
muso : due pinne dorsali : scaglie grandi. Condizioni poi particolari al gruppo o sotto-
famigiia Mugilini saranno; il capo coperto di scaglie poligone: la mascella inferiore
carenata nell’interno: i denti tenuissimi appena percettibili: la dorsale anteriore co-
stituita da soli quattro raggi spinosi. La sottofamiglia Telragonurinij che per ora conta
un sol genere ed una sola specie, ed ha essa pure la caréna nell’ interno della bocca,
si distingue perché offre i denti taglienti ed acuti, la pinna dorsale anteriore bassa
e allungata, e per quel carattere della coda fornita di creste, ehe si ripete nella maggior
parte degli Scombridi. L’altra sottofamiglia Atherininij in cui i denti sono pure minutis-
simi, resta caratterizzata dalla bocca assai più protrattile, ma principalmente dalla
mancanza della caréna nell’interno della bocca e delle scaglie poligone sul capo. Ha
poi i raggi spinosi flessibili, in guisa da accennare fino ad un certo punto una relazione
con la famiglia dei Gobidi.
Corne suole awenire nei gruppi veramente naturali, le specie del genere Mugil sono
fra loro tanto simili ehe è necessario un ’ attento esame per riconoscere i limiti ehe le
separano. Ascende forse a trenta il numéro di quelle ehe finora sono state raccolte
e di queste sei per lo meno s’incontrano nei mari d’Europa, e particolarmente in quelli
ehe bagnano la nostra Italia. Di quattro intese dar notizia il Rondelet, ma le sue descri-
zioni e le figure ne fanno riconoscere con precisione due solamente. Salviano si diffuse
in erudizioni relative ai nomi degli antichi, e Belon disse in conclusione ehe
tutt’ i Muggini del mediterraneo di cui s era parlato fino a lui non potevano essere al-
tra cosa ehe stati diversi d’un’essere medesimo. Il grande Artedi, il primo dei Sistema-
tiei, descrive una sola specie Europea, e sotto di essa inserisce indistintamente i sino-
nimi, ehe spettano a moite i anzi è cosa degna d’osservazione ehe spendendo tre pagine
di scritto nella descrizione del suo Mugil non sia giunto a farci intendere con precisione
quai fosse il Muggine ehe aveva sott’occhi. Il Signor Risso fu il primo fra i modérai
ehe dei Muggini europei si occupasse con frutto; ma neppur in cio ch’egli disse
trovasi tal esattezza ehe resti dileguata qualunque ambiguità sopra ognuna delle sue specie.
Solo il Cuvier reco vera luce sulla materia nella seconda edizione del Règne Animalj
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