LEÜCISCUS RUBELLA.
yjffore, le quali per non avéré alimento bastevole a mantenersi in vita sul fior della pelle,
caggion dopo un periodo più o men breve di tempo. Dicemmo che Rosciola è forse
un ingiusto volgarizzamento, perché dall’ emetter le spine che fa la nostra Rovella, pub
essere cosi detta dal latino rubus più che da ruber; ma quel name tuttavia di Rosciolà
non manca di esser giustificato dal rosso di ehe tingesi costantemente le pinne.
Confuso probabilmente fin qui col Cyprinus Idus di Linneo, tanto è pure caratteristico
da non abbisognare di speciale confronto. Giunge al peso di quattro oncie al più, acqui-
stando la lunghezza di sette pollici, ma raro è il vederne di si grandi, essendo ordina-
riamente della statura in cui Tabbiamo effigîato. Il profile del ventre è più convesso di
quello del dorso, e l’uno e l’altro assottigliano dolcemente per gradi, non già con rapido
decrescimento, verso la coda. La parte assottigliata del tronco è alta quanto è lunga la
pinna anale, e misura in lunghezza una volta e mezzo la sua altezza, vale a dire un se-
sto di tulto il pesce; il quale al di sopra del punto da cui spicciano le ventrali vanta la
sua maggiore altezza compresa quattro volte nella totale lunghezza. La grossezza è poco
meno della melà dell’altezzai 11 capo misura un qùinto appena di tulto il corpo; la sua
forma è presso ehe trapézoïdale, essendo alquanto angolate oltre locchio la parte supe-
riore e 1’ inferiore del muso terminante in punta rotondata, la cui estremità trovasî
suil’ orizzontale ehe passa per il terzo superiore del pesce. La bocca è piccola, e poco
obliqua di taglio, i cui angoli non giungono ehe alla metà della distanza tra la punta
del muso e locchio: la mascella inferiore è un poco più breve deli’ altra. L’occhio dista
dall’apice del muso un suo diametro e un quarto, ed è lungo circa una quarta parte de!
capo : fra l ’uno e l ’altro occhio corrono quasi due diametri di loro stessi. L’opercolo è
angolato rotondato, il preopercolo rettangolarmente angolato. La linea laterale molto
curva si approssima assai al profilo del ventre fino a lasciar sopra di se due buoni terzi
dell’altezza del pesce, ov’ essa è maggiore. Lejscaglie sono erte, molto più larghe ehe
lunghe, poligone, e curyilînee principalinente aile estremità superiore ed inferiore, fitta-
mente raggiate dal centro verso le dette estremità : si dispongono esse scaglie in tredici
serie sovra eiascun lato del corpo; otto delle quali sovrastano a quella per,cui passa la
linea laterale, che ne conta quarantuno. La pinna dorsale spun ta alla metà del pesce,
esclusa la caudale, e si estende per tre quarti di lunghezza del suo second© raggio lungo
almen quanto il capo; 1’ultimo raggio è quasi più breve della metà, e gli al tri ehe
si frappongono loro decrescono gradatamente. Le pettorali impiantate sotto Popercolo
sono un quinto men lunghe del capo. Le ventrali spicciano sotto la dorsale, lontane
egualmente dall’origine dell’anale e da quella delle pettorali, e più brevi di esse distano
dalla punta loro quanto è un mezzo capo. L’anale si allontàna dal termine delle ventrali
per un terzo di lor lunghezza, e si estende poco men di esse: il suo primo raggio
doppio dell’ultimo è subeguale alla di lei base. La caudale è un poco più lunga del capo».
Sul dorso è un verdastro brunognolo, più scuro sul capo, ehe si diluisce a mano
a mano sui lati con forte cangianza di madreperla fino a diventare argenteo sul ventre.
L’opercolo è madreperla cuprina con riflessi d’oro e d’argento: l’ iride dell’ occhio è do-
rata. In molti ésemplari vedesi lungo il mezzo del corpo una larga fascia nerastra ehe
curvasi sopra la linea laterale. La pinna dorsale ha la tinta del dorso ma più pallida?
rossine più o men di cinabro sono le pettorali, le ventrali e l’anale: la caudale è giallo-
gnola di quel tono ehe si puo dir décoloré. Lo scheletro è composto di 35 vertebre sa-
stenute da 17 paja di costole.
LÀSCA MOZZELLA
&QUJLWS einer ea-argenteusA longitudine altitudinem vise quintupla super ante: capite obtu-
siusculoj, altitudine corporis vix breviori : ore subinfero : spatio interoculari oculo ses-
quimajori : pinnis decoloribus: pectoralibus ingentibuSj macula axillari subaurantia.
dorsali ventralibus opposita, subrotundata.
D. 10. P. 14. F. 9. 4 . 10. C. 20. Lin. làt. sq. 55. s er. i 5.
P uM ican d o per nuova questa piccola specie siam compresi da riverente timoré;
imperocchè 1’Agassiz, al cui giudizio ci riferimmo, stimo ehe fosse identica al Leuciscus
Jphya degli autori. Molto sarebbeci riuscito a grado il poterla confrontare con quello
esaminato in natura, perché avremmo probabilmente avuto ragione di uniformarci alla
sentenza del valente uomo ; quando ehe facendone il paragone con le divulgate figure,
valutata ben anco l’esagerazione artificiosa de’ già più vivi colori naturalmente assunti
nella stagion degli amori, poco ci è sembrata plausibile la supposta identità. Per ragion
poi della ben nota discrepanza che questi pesci offrono da luogo a luogo benchè vicinis-
simo, è ben difficile a credersi che in Isvezia se ne riproduca un similissimo a questo.
Distingues! fra gli altri congeneri nostrali per la piccolezza delle scaglie, per la fascia
nerastra su cui passa la linea laterale, e per una bella macchia ranciata ehe vedesi alla
hase delle grandissime sue pettorali. J)a\Y4phya nordica poi differisce per la posizione
della dorsale, avuto riguardo alla diagnosi di quella specie secondo il Bloch, cui dob-
biam molta fede per quel ehe sguarda i Giprini. La specie Linneana inoltre ha, come
cel conferma lo stesso Nilsson, l ’occhio rosso, nove soli raggi nella dorsale e nell anale,
ed anco nelle altre pinne un minor numéro ehe nella nostra.
Pesce si è questo essenzialmente di fossi, e di torrenti ehe suol rimontare fin verso
le origini, né trovasi affatto ne’ laghi. A Terni lo chiamâno RuglioneJ a Viterbo, ov’ è
comunissimo, Mozzella® dalla notevol forma del capo, onde altrove lo ticon Mozzone.
Sprezzano i Ranocchiari romani di porgli un nome determinate, e l’antico rimprovero
insieme del francese Belon, il quale scrisse i pescatori nostrali essere ignorantissimi dei
pesci di acqua dolce. Lo dicono Lasca bastarda, Pesce bastardOj Moretta„ ed in altre
maniéré vernacole, sulle quali non persistono e neppur consentono tra di loro. Egh fa
d’ uopo di confessare perö, ehe di tai differenze, ond’ è ben giusto ehe si pascano i
curiosi della natura, soverchia riuscirebbe la erudizione, e forse ridicola sotto il Portico
d’ Ottavia, e innanzi il Panteon d’ Agrippa.
I profili del dorso e del ventre sono poco e quasi uniformemente convessi nel di-
nanzi, rettilinei verso la parte assottigliata del tronco, alta poco men della metà della
elevazione più grande, ugualmente ehe della propria lunghezza; la quale eccede di
molto quella della pinna anale, ed è un quinto di tutto il pesce. La maggior altezza trovasi
sulle pettorali ed è poco più di una quinta parte di tutta la lunghezza : la grossezza
1 o3*