I generi Cyprinidi sono in numéro di 27 : diciassette dei quali appartengono ai Cy-
prininij quanti cioè ne vantava l’intiera famiglia secondo l’articolo predetto del Cyprinus
Regina. Ma poichè cinque tra i dieci generi accresciuti appartengono ai Leuciscini; per-
ci6 mi astengo pari a r di quelli, e gli altri cinque registro cosi : 1. Botiaj Gray, di verso
dair Acanthopsisj e che per dritto di anteriorità dovrebbe essere conservalo, benchè nol
fosse, proprio perô delle Indie orientali: 2. SchizothoraXj Heckel, genere nuovissiino, di
cui quell’ autore ci descrive e rappresenta in figura dieci specie trovate nelle acque del
Cacemir, somigüanti ai Barbij ma distinte da quelli per una escrescenza squamosa délia
pelle sulla regiohe metâgastrica : 3. Labeo-BarbuSj Rüppel, nôtabile pei labbri amendue
grossissimi, l’inferiore perô più turgido e più proteso assai, cui pende dalla sinfisi un’ informe
gherone carnoso, ed è nel resto alquanto sirnile al Barbo: 4* VaricorhinuSj Rüppel,
con due sole barbette corne il Gobio_, ma di muso emisferico, carnoso, tempestalo
di verruchette cartilaginee : 5. Stomocatusj Nob. genere cui debbonsi ascrivere quei
dei Catostomi del Lesueur, che han breve la pinna dorsale. Gl’ indicati generi sono perô
stranieri all’ Europa, e l ’ultirno non appartiene affatto all’antico continente.
II genere Barbus> del quale non giova ripetere i caratteri essenziali già sufficien-
temente esposti nel più volte citato articolo, ha condotto da poco tempo sotto i suoi
vessilli assai più specie che prima non avea. E queste sono quelle figurateci dal Ruppel
nella sua memoria sui Pesci del Nilo, cioè B. SurkiSj B. Elongatus, B. Gàrguarij B. AJ-
finisj B. InlermediuSj B. Perince. Aile quali sei si aggiunga quell’ unica B. Diplochilusj
Heckel, che diguazza tra i Schizothorax del Cacemir; e il C. Mursa di Guldenstein del
fiume Cyro; eil C\Bulatmai. del Gmelin (ChalybatuSj Pallas) del mar Caspio;eil C. Binny
di Forskal che non differisce dal Lepidotus di Geoffroy S.1 Hilaire ; non altrimenti che
il C. CalbasUj il C. Coesa> il C. DaniconiuSj il C. Kunamaj il C. Morula^ il C. Gonius
e il C. Raliita del Buchanan e del Russel, abitatori del Gange. Oltre poi questo gran
numéro di specie Asiatiche ed Affricane, altre ne ha perfino l’America non per anco
descritte. Specie fossili non si conoscon finora.
Ma se autori chiarissimi ci esibirono i Barbi di si lontane regioni, non ve ne fu pur
uno che si occupasse di quelli d’ italia. Quindi nell’ attuale mancanza di qualunque figura,
descrizione e confronte, noi porgiamo le imagini di quattro, aile quali contrapo-
niamo per compimento di tavola la non mai figurata specie Agassiziana Barbus Leptopo-
gon di Algeri, ed il mostruoso capo di un de’ nostri, dalla cui stravaganza ci si ram-
menta quella di un Ciprino figuratoci dal Rondelezio sotto il nome di Cyprini mira spe-
des. Avvertasi frattanto che dovendo noi denominare le seguenti italiane specie abbiam
fatto uso di nomi già noti, dei quali perô non si conoscono i legittîmi possessori, quan-
tunque ne abbiam perfino interrogato coloro che li han nominali. Per quello poi che
risguarda il Barbo di questo Tevere, non abbiam potuto appellarlo che B. jluviatilisj es-
sendochè non ci è riuscito provare che sia diverso da quelli dei fiumi Settentrionali.
Tutti i Barbi, ma più particolarmente i quattro nostri, hanno i seguenti caratteri :
Corpo oblungo, poco compresso, coi profili del dorso e del ventre lievemente convessi,
concavi nella parte assottigliata del tronco ricoperto da scaglie piccole, numerose, pro-
fondamente infitte nella cute, leggerissimamente striate, di forma più 0 meno ellittica,
con più seni sul margine esterno, embricate, disposte in sérié poco regolari. Il capo, che
forma il quinto, o al più il sesto di tutto il pesce, è ovale, più o meno allungato, ot-
tusetto all’apice, con la fronte che quasi perfettamente continua la linea del dorso, e discende
grado grado fino al muso più o men turgido nella regione nasale: bocca piccola
orizzontalmente fessa, situata in basso quasi sotto il muso, poichè la mascella sporge
alquanto oltre la mandibola : le labbra son crasse, e carnose : il palato è rivestito da
membrana muscolare, forte, inorespata. I denti faringei impiantati sopra due piastre os-
see sono numerosi, cortini, conici, alquanto curvi, fitti e disposti in serie. Due paja di
barbette carnose, pendule, l’un pajo pressa l ’apice della mascella, l ’altro più lungo dagli
angoli della bocca. Occhio ellittico, vario in grandezza nelle diverse specie, ma sempre
mediocre, collocato in prossimità della fronte. Doppi fori nasali vicinissimi tra loro,
situati circa ai due terzi della distanza tra il labbro e l ’occhio ; il posteriore più grande
ed ellittico, l’anteriore più piccolo quasi rotondo. I tre raggi della membrana bran-
chiostega laminari. Opercolo rotondo-angolato; preopercolo rotondato. Linea laterale
continua, retta o dolcemente ricurva in basso, scorrente per lo mezzo circa del tronco,
e formata dai pori rilevati di una serie longitudinale di scaglie in numero di cinquanta
o sessanta. Ano angusto, aperto un quinto più vieino all’ apice della coda che alla punta
del muso. Pinna dorsale, anteposta alle ventral», spiccante circa il mezzo del pesce,
esclusa la caudale, corta, più alta in avanli, trapézoïdale, eostituita di undid raggi, il
primo brevissimo, il secondo metà del terzo, e questo più lungo di tutti, osseo, robusto,
acutamente seghettalo; il quarto, e tutti que’ che lo seguono, molli e ramosi, eompreso
l’ultimo che è geminato, decrescenli a grado a grado. Pettorali impiantate prossima-
mente ail’opercolo, più brevi del capo, acute, aventi diecisette raggi. Ventrali spiccan-
tisi sotto il quarto raggio della dorsale, più brevi e più larghe delle pettorali, composte
di dieciraggi, ed aventi ciascuna nell’ ascella una lunga, stretta, acuta scaglia. Anale
contigua all’ano, originata nel punto corrispondente a quello cui posson giungere i raggi
della dorsale ripiegati ail’ indietro, breve, trapézoïdale, e formata da otto raggi tutti
molli, e tutti, ad eccezion dei due primi, ramosi, il terzo dei quali è il più lungo. Caudale
biforcata fino oltre la metà con diecinove raggi prineipali.
Il colore in generale, è di un grigio olivastro metallico su! dorso, che degradando
nei fianchi si trasmuta in bianco e più o meno splendido argentino o dorato nel ventre
: superiormente sparse di macchïe fosche, prodotte da punti e lineole irregolarmente
riavviciuate, che invadono talvolta i fianchi. L’esser poi cosi più 0 men vagamente pun-
teggiato di nero varia da individuo a individuo piuttosto ehe da specie a specie, dipen-
dendo dalla dimora, che tanto influisce sui colori dei pesci,più ehe da veruna altra causa*
ma dalla età parimente, essendo i bambini molto più argenlini, e somigliando in questo
corne nella delieatezza della carne i Lattarini. Le pinne negli adulti sogliono essere
pallide alquanto rosseggianti in punta, moslrandosi la caudale più scuriccia delle altre.
La spina dorsale si compone di quarantasei 0 quarantasette vertebre, cui sono at-
taccate sedici paja di costole. L’esofago grandemente protratto non è distinto dal ventri-
colo, per la insensibile diversità di forma, e per la poca ampiezza che va gradatamente
acquistando: cortissimo e gracile è l’intestino. Il fegato e gli altri visceri son piccoli e
flaccidi. Il notatojo perô è grande, e biloculare corne in tutti i Cyprinidi.
I Barbi rieevono presso a poco da per tutto un nome tratto da cirri carnosi che
pendono loro a foggia di barbe dalla mascella superiore. Si pescano nei grandi fiumi^
ne’ ruscelli, e in qualche lago eziandio. In quanto all’ Europa, abbondano maggiormente
nella meridionale; cio non pertanto anche la Russia ne fornisce in copia, ed il Tamigi
ne ha molti, ma gl’ Inglesi non li tengono in alcun pregio. Il Bellonio scrisse che quelli
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