tutti sembra che sfuggisse la notizia delle condizioni ehe accompagnano immancabil-
mente la differenza del sesso, quali sono, oltre l ’esistenza o il difetto delle appendici
maschili, l ’ esser le pinne yentrali congiunte o separate, e la statura costantemente
minore o maggiore. A. quest’ultima circostanza è da attribuire l ’abbaglio del sistematico
Artedi e di Linneo suo imitatore, ehe fecero tre specie di due esseri soli, come abbiamo
già detto parlando dello Sc. canicüla: il quai abbaglio fu mantenuto, anzi accresciuto
poscia da altri scrittori ossequiosi anche troppo verso l ’autorità di quei sommi maestri e
spesso poco felici nell’ interpetrarli. In quai guisa siasi andata complicando di mano in
mano la confusione una yolta introdotta si scorgerà da chiunque ayrà la pazienza di ri-
scontrare le liste di sinonimi, ehe abbiamo riportate sotto dell’ una e delT altra specie.
La forma generale dello Scyllium stellare s’accosta a quella dello Sc. caniculaj ma è
alquanto men allungata. Infatti il punto della maggior larghezza, ehe cade in ambedue
all’ innanzi delle prime aperture branchiali, è noyé volte più distante dall’ estremità posteriore
che dall’ anteriore nella caniculaj e nello stellare è sette sole volte più distante
da quella ehe questa. La lunghezza totale dello stellare contiene cinque volte la lun-
ghezza del capo, e nove volte la sua larghe.zza. Il diametro maggiore delle orbite cor-
risponde alla metà dell’ intervallo ehe disgiunge un’ occhio dall’ altro, e a due terzi di
quello ehe H sépara tanto dall’ estremità del muso quanto dalla prima apertura branchiale.
Le narici sono oblunghe, contratte nel mezzo, situate obliquamente Ira la bocca
e il contorno anteriore del capo. Il lor diametro maggiore è un terzo minore del diametro
maggiore delle orbite. Restano scoperte nel solo tratto più vicino al contorno del
capo : in tutta la porzione rimanente ognuna d’ essa è coperla all’ esterno da una valvula
membranosa, scabra, iropiantata sul suo lembo anteriore, di forma quadrilatera, coi tre
lati liberi incurvati all’ indentro e con uno spigolo carnoso ehe dalla lor base scorre
fino ail’ angolo più interno del margine : questa valvula si stende ail’ indietro verso il
labbro anteriore, non giunge pero. a toccarlo. Tra quella della narice destra e l’altra
della sinistra corre un’ intervallo uguale alla metà del diametro maggiore di ciascuna
delle narici. In quel tratto del lembo posteriore dell’ orifizio nasale che più s’avvicina
alla bocca sorge una seconda valvula minore, coperta dalla prima, di forma essa pur
quadrilatera, la cui lunghezza è superata quattro volte dalla larghezza della propria
base, e che volgendosi ail’ indietro corre nel senso della maggiore. Lungo lo stesso lembo
posteriore verso il mezzo è situata un’ appendice triangolare erta incavata a guisa di ca-
nale, ehe si dirige verso l’interno del condotto nasale. Il taglio della bocca è curvato ad
arco ail’ innanzi corne nello Sc. caniculaj ma alquanto men prossimo aile narici : i denti
sono conformi. Fra la prima e l ’ultima apertura branchiale di ciascun lato corrono tre
quarti della distanza ehe sépara la prima dall’ angolo posteriore dell’ occhio. Gli spiraglî
sono in tutto corne nello Sc . canicüla. Il tronco anteriormente è quasi terete, perché
la sua altezza supera la larghezza solo d’un quinto, posteriormente è compresso in guisa
ehe al punto dell’ inserzione della pinna caudale è due volte più largo ehe alto. Tra
l ’ano e la pinna caudale corrono quattro quinti della distanza ehe sépara il primo dal-
l ’estremità del muso. Le pinne pettorali sono conformate e disposte corne nello Sc. canicüla.
Il termine anteriore della base delle ventrali è un sesto più lontano dall’ apice
del muso ehe dall’ inserzione della caudale. La loro figura è quadrilatera, col lato este-
riore circa due volte e mezzo più lungo del posteriore, che gli è quasi parallelo, e ch«
ha la misura stessa della base : il lato terminale è rettilineo ; l’angolo anteriore e il posteriore
sono quasi retti, il primo perô è rotondato, il secondo aguzzo. Tali pinne re-
stano disgiunte affatto nella femmina, si congiungono fra loro posteriormente nel ma-
schio, e fra esse e l ’ano sono impiantate le due appendici maschili; locchè ha luogo in
tutte le specie di Scillii. Le pinne dorsali sono situate come nello Sc. canicülae poco o
nulla differiseorio nella forma. Anche la pinna caudale somiglia a quella della citata
specie : ma la sua lunghezza è contenuta solo quattro volte e mezzo nella lunghezza di
tutto il Pesce, ed il lobo inferiore è piu espanso, avendo la forma d’ un triangolo, con
la hase ehe supera tre volte e mezzo 1 altezza, e con l’apice appena smussato. Le scaglie
ehe cuoprono il corpo e la parte posteriore del capo sono aguzze ed aspre anche più di
quelle dello Sc. canicüla.
Il colore del dorso è un cinereo-bruno poco o nulla tendente al rossastro, più cupo
sul tratto anteriore e sul capo, assai più dilavato sui fianchi al di sotto della linea laterale,
che si rende perciù assai visihile in questa specie. Su tutto il fondo sono sparse
molle macchie grandette, fosfihe o violaceo-nerastre, assai decise, di forma rotonda o el-
littica, il maggior diametro d’alcune delle quali giunge ad uguagliare quello delle orbite.
Spesso al tre macchie cinereo-biancastre men decise, men numerose e men grandi
sono disseminate fra le fosche: talvolta il centro delle fosche è pallido o biancastro, tal-
chè potrebbero dirsi ocellari. Le pinne dorsali e la Caudale hanno i colori e le macchie
quali sono nelle parti del dorso ad esse contigue. L’anale, le ventrali e le pettorali nella
faccia superiore hanno il fondo del colore dei fianchi e le macchie segnate corne sono
in quelli. D’ un bianco sudicio uniforme sono il ventre e la parte inferiore del capo;
solo la base dello spigolo ehe accompagna la valvula maggiore dell’ una e dell’ altra narice
suol esser tinta di scuro. Biancastro è il di sotto delle pinne pettorali e delle ventrali,
imbrattato di cinereo verso i margini, e con qualche traccia di macchie scurette
nel centro. La pupilla è nereggiante : l ’ iride cinereo-verdastra. L’ intemo delle aperture
branchial i è cinereo.
Gli esemplari di grandezza mediocre sono lunghi un piede e mezzo o due piedi;
ma i femminei oltrepassano talvolta due piedi e mezzo.
Lo Scjrüium stellare è proprio del Mediterraneo. Vive piuttosto sui fondi sassosi e
nelle acque chiare ehe in mezzo al fango, e pereiô quantunque abbondi lungo i lidi
dell’Italia si pesca più. raramente dello Sc. canicüla. La sua carne è men cattiva di
quella del pesce or ora accennato, ma anch’ essa b vilissiina. Le sue uova sono più tpr-
gide; nel Febbrajo e nel Marzo la femmina ne porta fino a quaranta 0 cinquanta, e le
va a deporre a piè degli scogli. La pelle serve agli stessi usi ehe quella della specie
precedente.
Lungo i lidi Romani e Napoletani, in Toscana e nella Liguria ha il nome di Gatto-
pardo. I Veneti lo dicono Gatta-Schiavaj Gatta daspreOj i Piceni GatlUj i Siciliani Gattu-
pardu. À Nizza si chiama Gatta d arga.
Molti autori nel dar la figura di questa specie hanno preferito rappresentarla con le
macchie scure oculiformi: a noi è giovato scegliere per modello un’ esemplare a macchie
scure unicolori con altre macchiette bianche sparse fra queste, perché ci sembra
ehe tale sia il caso più comune. Ripeteremo qui nondimeno, ehe non è raro il veder le
macchie biancastre poco distinte o mancanli del tutto, e le scure di figura ocellare. Il
Cuvier ollre lo Sc. caniculaj e lo Sc. stellare accenna corne proprio del Mediterraneo
un terzo Scyllium. a macchie bianche e nere, cui non s’avventura d’ applicare alcun