Il colore è argenteo leggermente ceruleo sul dorso, nerastro sul ventre per la traspa-
renza de! nerissimo peritoneo: lungo la linea laterale veggonsi alcuni puntini neri. L’irh
de è argentea ; la pupilla nero-azzurra. Sotto spirito il pesce spogliandosi delle sottilis-
sime e lucide scaglie piglia un carnicino giallognolo.
L’esemplare qui descritto era lungo cinque pollici, oltre la quai misûra non molto
cresce la specie. Chi la paragonerà con quella ehe il Cuvier nel terzo volume della sua
grande opera dei Pesci descrisse e figura per la coregonoides del Risso, vedrà ehe si
cornspondono pienamente, e non accadere altrettanto se la si confronti con quella ehe
il somme naturaliste nel settimo volume della medesima opera mutando sentenza di-
chiarava essere la Coregonoides vera, non senza desiderare ehe a quell’ allra si sostituisse
.1 nome d. sphyraenoides. Noi ehe abbiam già detto in principio le ragioni per non chia-
mare con tal nome l ’oggetto del presente articolo, nel caso ehe vedessimo un pesce quai
descnvelo il Cuvier, segnatamente riguardo ai denti, siccome non potremmo ammetterlo
mai per coregonoides percio proporremmo dirlo Paralepis Cuvieri, sia ehe si riconosca
distmto dai due Paralepis del Risso, sia (lo ehe è meno probabile) ehe lo si ritrovasse
essere una de le due di lui specie. In anticipazîone poi di meno equivoca nomenclatura,
col nome dello stesso Risso abhiamo italianamente chiamato questa ehe il Cuvier penti-
vasi di aver delta coregonoides, e che gioverebbe chiamare P. Sisso anche nel linguag-
gio scientifico.se pentito si fosse a buon dritto il più volte lodato Zoologo di Montbéliard.