— 2. La Raja fullonica di Fabricio, ch’ è appunto il White-horse del Willughby, la Da-
sybatis cioè che col Blainville (unico dei moderni a ben distinguere la vera fullonica )
dovria chiamarsi aspera, se questo nome non fosse stato adoperato in tanti altri signifi-
cati, e dallo stesso Rondelet, come senza profittarne si avvidde il Blainville, e dal Risso
ehe cosi chiamo il giovane della clavataj e dal Fleming ehe diello a tutt’ altro pesce. —
3. la Raja che ad onta della pelle liscia è chiamata fullonica da molti, fra i quali con
grande stupore veggiamo il Cuvier ed il Nilsson, e ehe è la nostra Laeviraja macrorhyn-
chus (R. intermedia dell’Yarrell.) — 4- la ^aJa spinosa, Rond, ch’ è la R. oxyrhynchus
degli Inglesi, non già quella degli antichi, Laeviraja oxyrhynchus, Nob. nè quella di
Bloch, ehe noi dopo ulteriori confronti riferiamo ora alla precedente.
Quella di cui trattiamo ha forma romboidale : la sua coda è poco più lunga del dia-
metro longitudinale del disco, il quale è un buon quinto più breve del trasversale: i lati
anteriori leggermente e largamente sinuati, più lunghi quasi un terzo dei posteriori ro-
tondati, congiungonsi anteriormente in un rostro sufficientemente acuto ma breve, nè
distinto da costringimento alcuno. Gli occhi distano pôco men di due diametri l’uno
dall’altro, e cinque dalla punta del muso. La bocca squarciasi per una metà di quanto
corre da’ suoi angoli alia punta suddetta : i denti sono tutti smussati. La intiera superficie
della cute è irta di molti cospicui, robusti e ricurvi aculei fittamente disposti in
campo già ben aspro per innumerevoli più piccole punte : quelli dei lati posteriori sono
più sottili, più umili, diretti in varj sensi; gli altri rivolgono la punta all’ indietro: quelli
ehe armano il mezzo del dorso e tutta la coda son più altieri degli altri: semplici pun-
terelle sono fra gli occhi e il muso : la superficie inferiore dapprima levigata, veste a
mano a mano con la età certe_jasprezze ehe presto divengono aculei incominciando dal
mezzo del pesce all’ in giù. Le pinne ventrali sporgono di un terzo oltre il disco; il lobo
interiore leggermente crenato è doppio dell’ esterno, ch’ è sfrangiato e quasi digitato.
Le dorsali, la seconda delle quali è quasi più grande della prima che nasce a’ due terzi
della coda, ove impiantasi obliqua al par dell’ altra, sono ambedue ovali, poco distanti
l ’una dall’ altra, ed anche meno ehe dall’ apice della coda, ehe è molto acuta in punta,
ove è marginata da una membrana lineare.
Il colore universale al di sopra è un cenerino-giallastro senza macchia alcuna, infe-
riormente è bianchiccio.
L’ esemplare figurato era lungo ventisette pollici, largo sedici e mezzo: i lati anteriori
si stendeano per otto e mezzo, i posteriori per sei. Gli occhi distavano tre pollici
dalla punta del muso: lo squarcio della bocca era un pollice e mezzo; e ne correano
tre da’ suoi angoli al muso. Le pinne ventrali erano lunghe tre pollici e quattro linee ;
gli aculei due buone linee. La coda misurava died pollici dalla punta ail’ ano.
Prima di accommiatarci dai Rajidi siam lieti di annunciare ehe il chiarissimo Risso
mostrava non ha guari ad una dotta assemblea una raccolta veramente aurea de’ suoi pe-
sci di Nizza perfettamente effigiati, ehe valse a purgarlo da macchie troppo leggermente
appostegli sull’ argomento. Vedemmo ivi sotto il nome di Raja undata la nostra Raja fal-
savela tanto riconoscibile dalla sagoma, perché forse ravvisavala al par di noi nella Raja
undulata del Rondelezio, nome che sempre ci spiacque fosse già preoccupato, perché
altrimenti lo avremmo prescelto. Sembraci pur vedere la stessa o altra poco diversa
Razza figurata nell’ appendice dell’ Yarrell ai suoi pesci d’ Iughilterra sotto l’ indebito no»
me di Raja radula, Delaroche, cui per soverchio dell'erronea misura si aggiunge il sino-
nimo di Razza scuffma di quest’ opera, pesce remotissimo affatto.
Dobbiamo aggiungere ancora cbe la Raja marginata, cui gia dedicamiuo un articolo,
non si rimane sempre di piccola statura, ma giustificando i pescatori che )a chiamano
Razza crescente cresce fino ad ampiezza stragrande cangiando aspetto, come fin d’ailor
sospettammo, ed assumendo un color cinereo scuro inyece dell’ elegante ceryino marg
in a l nero di sua gioventu,. qualmente potemmo yerificare sopra molti esemplari nel
porto di Civitayecchia l’ Agosto del 1835. Dopo ci6 non veggiamo improbabile che i
tanto prodigati nomi specifici batis e oxyrhynchus si applicassero da taluni anco a quests
Bazza in sua matura eta, obliterato quel carattere appunto che somministrale il nome.
La conformazione generale pero, il singolar prolungamento del muso, la peculiare
curya descritta dai lati del rombo, e la molta compressions di quella parte assottigliata
del tronco che impropriamente dicesi coda, la faranno sempre distinguere e riconoscere.
Lo stesso accade (come gia in parlando della R.falsavela esponemmo) in quella detta
quadrimaculataj di cui fedelmente figurammo l’esemplare siciliano cogli ocelli obliterati,
e che tanto piu potrebbe credersi una Raja miraletus, in quanto che noi distinguemmo
le due specie mediante in gran parte caratteri ad ambedue per ayyentura communi in
certe date circostanze.
Annotiamo in fine, come il nome di Pterocephalini, che lo Swainson yorrebbe sosti-
tuire a quello della nostra sottofamiglia dei Cephalopterini desunto dal genere Cephalo-
ptera del Dumeril, non b preferibile in conto alcuno; essendo che il Geoffroy non ado-
perava il nome Cephalopterus in ornitologia prima che il Dumeril alluogasselo in ittio-
logia, come suppone il zoologo britanno. Che se nel conflitto della, anteriority fosse prud
e n t il mutarlo, sopravverrebbe con piena giustizia il bel nome Dicerobatis del Blainville
a toglier di mezzo qualunque nuoya denominazione, che in ogni piu dannata ipo-
tesinon doyrebhe esser mai quella dj Pterocephalus occupnta in botanica assai dapprima.