gio breyissimo, crescendo gli al tri gradataraente flno al decimo più lungo di tutti, ehe
spicca poco dietro l’opercolo, e'giunge a sorpassare la metà dell’ altezza del tronco: gli
al tri raggi fino a compire il numero totale di sessanta yan decrescendo, ma più sensibil-
menle in principio che in fine. Le pettorali acutamente falciformi, sopra le quali yedesi
un’ area nuda triangolare yerso la base, spiccano poco sotto la metà del pesce, e misura-
no poco più di un decimo dell’ intera sua lunghezza. Le ventrali nascono a perpendicolo
delle pettorali, e son quasi un terzo maggïori di esse; il gracile raggio loro spinoso è
lungo la metà del primo raggio molle, al quale perfettamente aderisce : il quarto e il
quinto decrescono rapidamente, e questo ultimo si attacca quasi intieramente al ventre
da una membrana, che congiungesi ail’ altra opposta, di maniera ehe le due pinne ventrali
sembrano collegate fra loro. La pinna anale esce immediatamente dietro l’ano alla
metà del pesce, esclusa la caudale, sotto il trigesimosesto raggio della dorsale, per termi-
nare allo stesso punto di quella ; il suo primo raggio è breyissimo ; il terzo è più lungo
di ogni altro quantunque non ecceda la terza parte dell’ altezza sovrastantegli del tronco,
quelli ehe seguono decrescono pochissimo'T' percio la pinna segna anteriormente un
angolo caratteristico della specie. La pinna caudale divisa profondamente in due lobi
stretti e puntuti, misura un quinto dell’ intero animale.
Lorchè il pesce è vivo, massime quando guizza in acque cal de sotto l’ardente sole,
brilla di cosi splendidi e varii colori ehe non si potrebbero con parole esprimere se non
invocando i nomi delle gemme più preziose e più rare, cui non adegua la virtù del
pennello ; ma quando è morto di fresco, qual’ è quello da noi figurato, ne riman subito
impoverito. In taie stato mostra la parte superiore, compresa la dorsale e la caudale*
tinta di un azzurrognolo argentino con riflessi dorati, che nel discender sui fianchi piglia
del citrino argenteo : e per ogni dove è s tel lato di macchiuzze fosche, ehe son più cupe
ove il fondo è men chiaro. Le pinne pettorali sono giallognole alla base, piombine nel
resto. Le ventrali sono nerastre all’ esterno, giallognole nell’ interno. L’anale è giallognola
con una fascia piombina lungo il margine. L’ iride dell’ occhio è dorata.
Giova infine accennare alcun ehe dell’anatomia del Pesce nelle parti più interessanti,
La milza vienci la prima sotto l’occhio nera e scoperta quai’ ella è, di forma ovale, ed
attaccata al margine dell’ intestino retto più basso delle appendici cecali, ehe innumere-
voli e capillari circondano il piloro formandovi quasi un grappolo di massa amigdaloide.
11 larghissimo esofago continuasi in un lunghissimo stomaco cilindrico, ehe occupa tutta
l ’eslensione dell’ addome. 11 dilatato fegato giace trasversalmente solto l’esofago,ha il lobo
destro largo e rotondo, il sinistro protratto in punta. Piccola è la vescichetta del fiele.
I reni sono stragrandi, e quasi riuniti lotalmente insieme. All’ incontro è piccolissima la
vescica urinaria, e non vi è notatojo affatto. L’ intestino retto di mezzana robustezza e
lunghezza ripiegasi due volte ad intervalli disuguali prima di rendersi all’ano.
In Sicilia, ove pescasi in abbondanza quando la visita in torme numerose tra la state
e l’aulunno, chiamasi Capone imperiale. I Nizzardi lo dicono Fera. Non registriamo altri
nomi volgari d’ Italia perche ci sembra che non ne abbia di propri. Cosi per esem-
pio i pescivendoli romani, che raramente 1’ottengono, diconlo Ombrina Stella, nome ehe
spetta alla Lychia glaucàj ovvero lo chiaraano Ombrina lopes ch’ è della Seriola Dume-
rili, o meglio dicasi della Micropteryx Dumerilij giacchè il vocabolo generico Seriola
trovandosi già in Botanica alluogato, converrà sostituirgli il suddetto di Micropteryx
proposto dall’ Agassiz.
CORYPHÆNA PELAGICA
CORIFENA PELAGICA
c o r y ph j e n A cinereo-argentea serie macularum ingentium nigricantium pone dorsum: capite
acute elliptico, operculo rotundato: cor pore late fusiformi: pinna dorsali radiis quin-
quaginta-quatuor: anali recta. D. 54- P. 20. V. i/5. A. 25. C. 24*
scomber pe l a g ic u s, Linn. Syst. Nat. I . p. 4 9 0- * P - Gmel. Syst. I . p . i3 3 6 . sp. 10. Gronov. Zooph.
sp. 5o6. excl. synon. nec Gunner.
CARANxomorus PELAGicus j Lacép. Hist. Poiss. V IL p. 26. Cuv. Rhgn. An. 2. ed. I I . p. 216.
CYCHLA PELAGICA, Schneid. Bl. Syst. p.341. sp. 20. excl. synon.
coryphaena IMPERIALIS? Rafin. Car. N. gen.p. 53. sp. 84. Id.. Ind; Itt. Sic. p. 29. sp. 210.
GORYPHfNA EQUisETis ? Risso, Ichlh. Nic. p.ijQ.sp.z. nec Auct.
CORYPH/ENA PELAGICA, Risso, Hist. Nat. I I I . p. 340. sp. 249.
lampugus PELAGicus ? Valenc. Hist. Poiss. IX . p. 5 i 8 .
l Ampugus siculus, Valenc. Hist. Poiss. IX . p. 3a3.
lampugus NEAPOLITANS ? Valenc. Hist. Poiss. I X p. 3a5. quoad ezempl. pict. Neapol.
scomber pinna dorsali nnica, Linn. Mus. Ad. Fred. I . p. 7a. tab. So. fig. 3.
CORYPHENE PÊLAGIQUB et DORADON, RisSO, loc. cit.
COry phÈne plus commune dans la mediterranée, Cuv. Règn. A n. 1. ed. I I , p. 3ag. in nota.
LAMPUGB PELAG1QUE, L. DB SICILE et L. DB NAPLES , Valenc. lOC. Cit.
I n quest’altra Corifena, seconda ed ultima che conosciamo del Mediterraneo, rav-
visiamo il tipo del genere Lampugus di Valenciennes ; nè dubitiamo che quanti osserve-
ranno la nostra tavola, approveranno la eliminazione di quello, e del più riprovevole
Caranxomorus del Lacépède, fabricato esso ancora sopra la presente. La sinonimia di-
mostra a quante stravaganze desse luogo l ’infelice collocamento che Linneo ne fece nel
genere Scomber ; e ci avverte ancora quanto bene il Risso nella seconda opera de’ Pesci
di Nizza la déterminasse sotto quel binomio appunto che leggesi in fronte di questo ar-
ticolo. Indebitamente dunque il Signor Valenciennes fa risorgere la Coryphaena equise-
tis della prima opera del Risso, e ne critica il nostro benemerito Ittiologo, il quale col
non averla riprodotta fa ben conoscere che niun’ altra ne ammette oltre le due che noi
figuriamo. Riman fermo pertanto che il Risso, noi, ed il Valenciennes non conosciamo
altra Corifena mediterranea nel senso di costui fuor di quella descritta nel precedente
articolo ; dalla cui sinonimia si puo rilevare esser noi più che persuasi che Yhippuroides
del Rafinesque non è altro pesce che quello. La Coryphaena imperialis poi di esso Ra-
finesque potrebbe essere una specie a noi ignota. Vogliamo anzi notare, che mentre po-
niam sotto il torchio il presente articolo ci giunge lettera del diligentissimo Dottor Cocco
di Messina più volte lodato in queste carte, il quale ci annunzia la scoperta di una bella
e grande Coryphaena, di cui si accinge a pubblicare una descrizione.
La nostra C. pelagica copiosa in tutto il Mediterraneo raramente lascia il fondo
delle acque, e riserbasi in soli pochi giorni della state lo approssimarsi alia spiaggia,