ad una tutte Ie differenze essenziali ehe passano ira i Mugilidi e questi nostri A the-
rinidi 'priyi di tante e tante particolarità proprie di quelli, diremo soltanto che mentre
i Mugilidi si rendon notevoli per una tal sorta di grecile, rarissimo nei Pesci, per la
lunghezza e per le moite ripiegature del tubo intestinale ; le Atherinae al contrario sono
singolari per la brevità di questo viscere, e per la semplicità in genere degli organi
digestivi.
I caratteri della nostra famiglia Atherinidae, ben diversa dal gruppo collettizio cui
il Risso impose tal nome, sono i seguenti. Corporatura allungata: capo privo di barbette
o d’altre appendici, con la mascella superiore assai protrattile, guernita di si mi-
nuti denti ehe appena si scuoprono con la lente: lingua liscia: i faringei non compli-
cati, con piccoli denti conici, fitli: il primo arco branchiale con lunghe pettinazioni
gracili, gli altri con semplici tubercoli aspri: sei raggi nella membrana branchiostega :
due pinne dorsali, distanti l ’una dall’ altra, il numero de! raggi delle quali yaria sebben
di poco nelle diverse specie: ventrali nascenti sotto l ’ addome più indietro delle pet-
torali. In tutte le specie vedonsi i iianchi ornati di una cospicua e larga fascia d’ ar-
gento, ed un piccolo tratto nerastro al margine superiore delT orbita. Lo stomaco consiste
in un semplice tubo membranaceo, alquanto slargato, senza intestino cieco ne ap-
pendici piloriche: il tubo intestinale è poco lungo e poco ripiegato corne abbiam detto.
11 peritoneo mostrasi generalmente nero all’ interno, argenteo alla superficie. Portano
tutte un notatojo, spesso prolungato in un condotto formato dalle ultime vertebre ad-
dominali ehe incartocciano le loro apofisi trasverse. Numerosissime sono le vertebre
(più del doppio ehe nei Muggini), e le apofisi di tali ossi e le costole costituiscono le
tante spine che s’ insinuano nella sostanza di lor carne.
In tre generi ripartiamo gli Atherinidi denominandoli Atherina, Membras e Meni-
dia, de’ quali trovasi il germe nella grande opera sui Pesci continuata ora dal solo professor
Valenciennes coi materali già da lui abbozzati sotto la disciplina dell’ immortal
suo maestro. Il primo di questi nostri generi viene caratterizzato dalla pinna dorsale
anteriore collocata sopra le ventrali, dalla bocca fessa obliquamente fin sotto l ’occhio,
armata di denti, quantunque minutissimi anche al palato. Il secondo si fa riconoscere
per la prima dorsale collocata sopra l’anale, e per la bocca obliquamente fessa fin sotto
l ’occhio, senza denti al palato. Il terzo oltre ail’avéré la pinna dorsale anteriore retro-
posta, si distingue eminentemente per la bocca più orizzontale, fessa soltanto fino alla
metà del muso, locchè unitamente alla piccolezza del? occhio produce una diversa fi-
sonomia, e pel palato liscio privo affatto di denti. Le più grandi specie offrono chiara-
mente un singolarissimo carattere che per verità le approssima ai Muggini, soli tra i
pesci ehe lo posseggono. Gracilissime hanno le ossa costituenti la mascella ; e la parte
posteriore del mascellare, invece di slargarsi presso l ’angolo della commissura, termina
in punta sottile.
Tralasciando i generi Membras e Menidia formati di sole specie esotiche, ci ristrin-
giamo sN Atherina, genere cosmopolita, nel quale si comprendono tutte le specie Italia-
ne. Anche queste vere Atherinae potriansi a rigore suddiyidere in due sottogeneri, ehe
ripristinata la nomenclatura Rondeleziana, chiameremmo Hepsetia ed Atherina: impe-
rocchè come bene osserva il soprallodato Valenciennes, alcune specie, di cui viene in
esempio 1’ unica europea Atherina Boyeri {Hepsetus, Rond.), hanno denti visibili tan to
alle mascelle quanto sul vomere e sui palatini, il capo d’altronde slargato e piano, l’ occhio
grande, la prima dorsale piccola e corrispon dente al termine delle ventrali; mentre
le altre, corne appunto la nostra A. hepselus dal muso più acuto [Atherina, Rond.),
hanno si piccoli i denti, ehe si rendono quasi incospicui, la dorsale anteriore grandelta
e corrispon dente al centro delle petlorali. Non sembla perô necessario lo stabilire due
sottogeneri per siffatte specie che appena si distinguono da 11’ occhio acuto de’ Zoologi:
nè si potrebbero assolutamente disgiungere se le forme della nostra proposta Hepsetia
non si trovassero esagerate in tipi slranieri. Tullavolta noi esibiamo in globo quattro
specie di Atherinae italiane, sole di cui abbiamo riconosciuto l ’ esistenza, non potendo
ammetterne altre sulla fede altrui. Comuni sono a tutte quattro, anzi a tulle le specie
conosciute di quel genere, come lo abbiamo ristretto, le seguenti particolarità.
’ Corpo di forma allungata, compressa, assottigliato verso l’estremità posteriore, la
di cui maggiore altezza cade al di sopra delle ventrali circa il terzo anteriore del pesce,
yestito di scaglie embricate e disposte assai regolarmente in circa venti serie, contan-
dosene più o men sessanta su quella dei fianchi, piccole, sottili, trasparenti, rotondate
al margine anteriore o piuttosto paraboliche per esser più larghe ehe lunghe, levigate
verso l’apice, striate trasversalmente alla base, facili a cadere. Le gote e ciascun pezzo
opercolare sono coperti di scaglie, ma il cranio, il muso e le mascelle hanno la pelle
nuda e liscia. Capo mediocre, di forma piramidale a quattro facce, la superiore delle
quali quasi piana con unô spigolo rilevalo longiludinalmenle tra gli occhj e per lo mezzo
del muso; le laterali piane, e 1’ inferiore ricurvata all’ insù, semicilindrica verso il
mezzo, ellittica per quarito si èstende la mascella inferiore sporgente più della superiore,
onde il muso apparisce rotondato all’ apice. La bocca piccola, terminale, squai*
ciata obliquamente. Mascella superiore munita agli intermascellari di lunghi peduncoli,
percio assai protrattile. Osso mascellare largo alla base, lerminato in punta; visibile
soltanto quando la bocca è protratta perché lo ricuopre il sottorbitale ehe termina solto
il centro dell' occhio ed è di forma triangolare, integro sui margini, foracchiato di piccoli
pori disposti in varie lineev 11 preopercolo quasi rettangolare, con l’angolo alquanto
smussato, integro sui margini. L’ opercolo integro anch’ esso, alto un terzo più ehe
lungo, è rotondato al margine. L ’aperlura branchiale fessa fin sotto gli occhj. 11 primo
dei sei raggi branchiostegi dilatato alla base, il sesto di esimia sottigliezza, quasi in-
cospicuo. Niuna scaglia particolare indica la spalla. Linea laterale quasi retta, parallela
-al profile del dorso, e più vicina ad esso ehe a quello del ventre, segnala da una serie
di scaglie sovrapposta l ’una all’ altra. Àno situato quasi alla metà del corpo. La dorsale
anteriore piccola, di figura triangolare a due lati curvilinei, costituita di raggi spinosi,
gracili, in numero di sette a nove, ha origine avanti la metà del pesce dopo le pettorali
e le ventrali. La dorsale posteriore più lunga della prima, di figura quadrilatera, composta
di raggi molli ad eccezion del- primo piccolissimo, trovasi quasi media fra la prima
e la caudale. Le pettorali impiantate dopo l ’opercolo circa la metà dell’altezza del
tronco sono piuttosto acute col margine inferiore curvilineo, e formansi di quindici o
sedici raggi scemanti di lunghezza dopo il quinto. Le ventrali di figura quadrilatera
mistilinea sono piccole è nascono fra l ’ intestatura delle pettorali e della prima dorsale:
una scaglia puntuta giaçe alla base dell’una e dell’ altra ventrale; un’ altra simile scaglia
si vede tra l’una e l ’altra pinna. L’ anale quadrilatera è sottoposta alla seconda dorsale,
cui quasi è simmetrica, In fine la caudale fornita di diecisette raggi è forcuta a due
lobi uguali.