mucoso-cornea. Essendo vicine ad aprirsi sono deposte di mano in mano dalla femmina
nel fondo del mare; pin di rado s’aprono nel Tentf e stess0 delIa madre’ donde eSCOn°
i piccini traendo seco il lacero avanzo dell’ inviluppo ehe prima li raccliiudeva.
La carne dei R a jid i è marigiabile, ma dura, fetida e poco stimata: solo col lungo
stare s’ intenerisce e depone in parte 1’odor nauseoso. Si pescano con certe reti tese
verticalmente in qualche distanza dal lido, e con altri ordigni chiamati dal volgo
S c ia b ich e e T ra tte .
Otto sono i generi ehe crediamo doversi comprendere in questa famiglia, cioè
P r is t is , Rhinobatus, T o rp e d o , R a ja , T r y g o n , J n a c a n th u s , Myliobatis, é Cepha lopte ra.
Non sarà fuor di proposito 1’accennare i caratteri che li distinguono. I due primi per
la forma generale del corpo rassomigliano non poco agli S q u a lid i. Nel P r is lis il capo
si prolunga in un lungo rostro depresso coi lati dentellati. II capo del Rhinobatus si
assottiglia in un rostro semi-libero acuto ; la coda è molto grossa, appena distinta dal
tronco. La T o rp ed o ha il corpo orbicolare, la coda corta e grossa, terminata da una
pinna obliqua. La R a j a è rostrata anteriormente, ha il disco romboidale, Ie ventrali
bilobe, la coda distinta, ornata di due picciole pinne dors^li. La T ry g o n ha il corpo
romboidale ; la coda distinta, gracile, priva di pinna dorsale, armata d’un aculeo den-
tellato ; Ie pinne ventrali picciole, indivise ; i denti minuti. L Anacanthiis si discosta
dalla T ry g o n solo perche la sua coda non è punto armata d’aculeo. Nella Myliobatis
i lati si stendono in ale più o meno falciformi; il capo è libero; occhi laterali; denti
tabuliformi; pinne ventrali rotonde indivise; coda sottile, munita duna pinna dorsale
e dun aculeo. La Cepha lopte ra finalmente ha il capo troncato, e Ie pettorali prolun^
gate all’ innanzi di qua e di là dal medesimo; denti piccioli minutissimi.
II genere R a j a , del quale ora dobbiamo trattare più particol armente, oltre i caratteri
accennati or ora come comparativi, offre le seguenti condizioni. Corpo depresso
larghissimo. Circoscrizione del disco romboidale a cagione delle pinne pettorali stese
a guisa_ d’ale triangolari. Capo più o meno compreso nel prolungamento anteriore
delle pettorali, spesso rostrato per lo sporgere ehe fa il vomere. Denti labiali, minuti,
fitti, impiantati sulle mascelle in ordine quincunciale. Pinne ventrali bifide: il lobo
anteriore più angusto, intiero nel margine esterno, crenato-inciso nell intemo, il posteriore
all’ opposto crenalo nel margine esterno, intiero nell interno. _ Coda distinta dal
tronco, sottile, munita di due picciole dorsali verso la punta, e per lo più d una pic-
ciola pinna caudale ail’ estremità.
I Pesci di questo genere sono sempre armati d’aculei più o men numerosi : questi
non mancano mai sulla coda, nel quai luogo sono ordinati in serie longitudinali, e
presso gli occhi; altri ve ne sono sulle pinne pettorali; ma nei maschi occupano la
parte esteriore delle ali, laddove nelle femmine sono impiantate sulla parte posteriore.
Alcuni di questi Pesci portano sul dorso una membrana sollevata a guisa di vela: questa
condizione di struttura ehe a prima vista deve parère stranissima è pero meramente
accidentale, ed hanno errato gli autori che, hanno preteso stabilire sopra di esso specie
particolari. Qualche maggior considerazione meritano le macchie in forma d’occhio
ehe si mo$trano ffequentemente sul dorso delle R a je ; ma non bisogna dare neppure
a queste una fiducia pienissima, impiegandole corne caratteri di distinzione, perché, se
in alcune specie sono costanti, in altre durano solo per la prima età d’ogni individuo,
ed in altre sono soggette ad obliterarsb senza ehe sia possibile assegnarne la ragione.
. Certamente questa variabilité di forme e di coloramento rende molto difficile d
definite con precisione le specie tutte del genere. Sembra che i caratteri pui sicuri si
debbano ilesumore; dalla configurazione e dalla circoscrizione del disco dalla forma
e proporzione della coda, non ehe dalla disposizione e dal numero delle pinnule di
cui essa è armata, e dalla forma e grandezza relativa delle pinne venteali. Sono pure
da tenersi in qualche conto i denti, il numéro e: ^disposizione degh aculei, il color
generale e le macchie, ma l ’ importanza troppo grande e quasi esclusiva ehe hanno
dato a tutti questi ultimi caratteri molti Ittiologi, fa ehe le lorô descriziom non diano
adeqnata notizia delle specie, e rawolge in dubbj senza fine la sinonimia di tutto il
genere. L’intiera massa di questo puà èonsiderarsi corne divisa in» due categorie, ehe
meritano a mala pena nome di sottogeneri. Alla prima, da B H sono da
riferire tutte le specie che, prescindendo dai soliti aculei, hanno tutta la superficie
del disco liscia : alla seconda, da dirsi D a sy b a tis , possono riportarsi le altre col disco
tutto rnvido e scabroso superiormente. Nel S a g g io d fu n a distrWazwne m em d ic a d e s
V e r te b ra ti per una inavvertenza denominammo questi due gruppi Leioêatajglainyiile,
e D asy b atus , Blainville. Ma U secondo di questi nomi corrisponde esattamente pel suo
valore al nostro nome generico R a ja , il primo appartiene ad un gruppo ehe esce af-
fatto da questo genere, e ehe dovrà essere tenuto per una suddivisione del prossuno
genere T ry g o n , earatterizzata dalla presenza dell’ aculeo e della pinna caudale.
Il Le io b a tu s del Rafinesque corrispondeva in origine a quello del Blainville, ma
poscia egli v i uni le M ilio b a ti: quanto al Le ioba tu s degli antichi èsso conteneva tutti
i R a jid i di pelle liscia, e R a je , e T r ig o n i e Miliobati. Quello del nostro Saggio so-
praccennato corrisponde al vocabolo R a z za dei pescatori romani, i quah sogliono re-
stringere il significato del nome J r z i l la a queüe specie che hanno la cute scabrosa.
. La R a ja marginata del Lacépède è nel numero delle Laemrajoe, cioè di quelle ehe
a Roma diconsi R a z z e più propriamente. Si riconosce facilmente al colore del disco
tutto cervino senza macchie oscure, e al margine delle ali tinto d'un nero-verdastro
di sopra e di sotto. La sua carne è piuttosto buona. Non è fra le piu abbondanti
lungo i lidi Romani: sembra sparsa péri» in tutto il. Mediterraneo, lungpüle spiagge
europee dell’Atlantico, e nella Manica. È verosimile ehe non giunga mai ad una sta-
tura considerevole, ed infatti tutti gli esemplari da noi raccolti erano piccioli h yegno
da farci sospettare, che potesse cangiare d’aspetto col creseere. Lesemplare pero c e
fù misurato. dal Blainville aveva la lunghezza di due piedi.
È difficile il comprendere corne sia accaduto, ehe gli autori non abbiano noono-
soiutb in questo Pesce la R a ja laevis descritta ed effigiata con sufficiënte chiarezza
dal Rondeièt. 11 Cuvier, che in una nota accenna di volo la R a ja marginata, 1 accompagna
con la citazione d’una figura del Salviàno ehe rappresehta un Pesce asso-
lutamente diverso, e realmente somigliante alla R . O x y r h y n c bm , cui egli la paragona;
ma la vera R. marginata è troppo diversa dalla R. O x y r h y n c bm perché possano pren-
dersi una per l ’altra.
La circoscrizione della R . marginata è romboidea, col diametro trasversale che su-
.pera d’un terzo la distanza fia la punta del rostro e l’ano. Il lato anteriore del e ali
s’incurva alquanto all’ indentro verso la sua metà. Il rostra è triangolare, pip. lungo
ehe largo, acuto, coperto nella faccia inferiore di picciole scabrosità ehe stendendosi 3 a1*