parlorisce i figli vivi p'm volle all’ anno, ripetendosi gli accoppiamenti dalla prlmavera
all’autunno. Vive nelle acque più profonde, e suol pescarsi con un grosso amo sostenuto
da una catena metallica, adoperando per esca la carne di cavallo. II fegato che è assai
voluminoso dà un olio leggero e buono : la carne ha poco sapore.
È sparso in tutto il Mediterraneo. Di rado si porta a vendere nella pesclieria di Roma,
ove si denomina volgarmente Capo-pialto, oppure con vocabolo Napolitano Capo-chiatlo.
I Veneti lo dicono P e s c e manzo : i Toscani chiamano P e s c e bove e P e s o e manzo anibe-
due Ie specie di Notidamj i Nizzardi Ie chiamano illounge.
Lo Scilla scrittore Siciliano del secolo decimosettimo fu il primo ad osservar questo
pesce, e sotto i nomi di Colombina e V arna ne pubblicö la figura per valersene a dimostra-
re 1’analoiia che hanno i suoi con alcuni denti fossili rinvenuti nell’ isola di Malta. Nel
capitolo xxxi del Viaggio alle due Sicilië di Spallanzani a proposito della pesca del cost
detto P e s c e ca ne di Messina, troviamo fatta menzione delle mandibole “ d’un grossis-
simo Squalo di specie ancora ignota” che si conserva nel Museo di Pavia, e le quali
dalla fi»ura aggiuntavi e dalla descrizione della dentatura si riconoscono di leggeri come
spettanti al N otida n us gr iseu s, se non che la mascella di sotto vien data per superiore,
e viceversa. Curiosa cosa è che lo Spallanzani asserisce esser giunto quell'esemplare al
Museo iusieme con molti pesci esotici dall'Olanda. Niuno perà, per quanto sappiamo,
ha mai rinvenuto il N otida n us gr iseu s in altri mari fuori che nel nostro : è verosimile
adunque che 1’esemplare in questione sia stato mandata originalmente dalle sponde del
Mediterraneo in Olanda, e che di là sia ritornato Ira noi con la qualifica di pellegrino
acquistatasi col lungo viaggiare.
Nella .nostra tavola, oltre il pesce veduto di profilo, abbiamo introdotto la rappresem
tazione del contomo del capo veduto per di sopra, e quella d’una porzione dell’ una e
dell’altra mascella, la superiore delle quali è collocata a sinistra, 1’ inferiore a destra.
NOTIDANUS CINEREUS
NQTIDANQ ANCIOLO
N . branchiarum Jissuris utrinque septenis: capite anterius depressoj aculiusculo: dentibus
mandibulae pectinatisj cuspide secunda caeteris longiore: dorso unicolore.
squalus cinereos, Gmel. Syst. Nat. I.p . 1497. SP- a§- Lacep. Wist. Poiss. 1. p. 17$. Schneid. Bl.
Syst. p. i 55 . sp. 22. Risso, Jckth. N ic.p. 24. sp. 1.
squalos perlo, Bonnat. in Tabl. Enc. Ichth. p. 10. sp. 17.
SQUALL'S platycepualus, Tenore, Mem. so.pra una Specie d i Squadro. p. 17.
HEPTRA'CUiAS CINEREUS, Rafin. Ind. Itt. Sic. p. 4.5. sp. 327,
notidanus cinereus, Cuv. Regn. Anim. o.ed. I I . p. 3go.
sQualus (monopterhinus) cinereus, Blainv. in Faun. Franc. Poise, p. 80. tp, i5.
SQUaorq testa-piatta, Tenore, loco citato.
sQuale perlon, Broussonet, in Act. Paris. 1780. p. 668. sp. 17.
perlon, C uv. loco citato.
D is tin g u e s ! dal precedente pel numéro delle fessure branchiali, ch’ è di sette per
parte, pel muso allungato acuto, col margine assai men erto, pei denti della mascella inferiore,
ne’ quali la seconda punta è più eleyata della prima e di tutte quelle che ven-
gono dopo, per gli occhi più grandi, per la linea laterale assai meglio distinta, pel colore
del dorso più chiaro, e finalmente per la qualità della carne di gran lunga migliore. Se
fosse espediente adottare la suddivisione del genere in Hexanchus ed HeptranchiaSj spet-
terebbe al secondo di tali gruppi.
Il primo Ittiologo che ne abbia parlato è il Broussonet, ma non ne ha dato un rag-
guaglio esatto abbastanza. Gmelin, Bonnaterre, Lacépède, Shaw, il Bisso, e il Blainville
altro non han fatto che ripetere in tutto o in parte quel che dal Broussonet era già stato
detto. Tutti negano l’esistenza degli spiragli. II Professor Tenore di Napoli nega perfino
quella della pinna anale, e riguarda il pesce come una nuova specie di Squadro. Egli
perö non tralascia d’avvertire che ha ayuto sott’ occhio un’ esemplar mutilato : del resto
la descrizione che dà è tanto chiara da non ammettere dubbio.
Fu male ispirato lo Gmelin allorchè destiné a questa specie il nome g r iseu s e chia-
1116 cin e r eu s la precedente. Que’ due yocaboli messi a eontrasto tendono a segnalare
una differenza di colori, che sta appunto a royescia di quel ehe s’osserva in natura.
Nel Notida n us cinereus il punto della maggior larghezza del tronco cade sei yolte e
mezzo più lontano dall’ apîce della coda che da quello del muso, e tre yolte e mezzo
più da quello ehe da quest© è distante il punto della maggîore allezza. La larghezza
maggiore è compresa dodici yolte e più nella lunghezza totale del pesce, e nove yolte e
mezzo la maggior altezza. L*ano s’apre nelle femmine un quinta della lunghezza totale
innanzi al punto mediano. La linea laterale è rilevata in modo eyidente. Il capo è lungo
poco meno della settima parte del pesce intiero, ha il musa ristretto yerso il dinanzi ed