pedini del Mediterraneo, è altrettanto erroneo volerne ora amraettere per contrario ec-,
cesso u na sola, siccome vediam fatto da alcuni, fra i quail ci duole annoverare i dotti
signori Muller ed Henle. Speriamo pero le epislolari corrispondenze tenute con quest’
ultimo, sciolto ogni dubbio sulla quistione, condurranno alla verità del fatto quei
dotti naturalisti, e non solo ammetteranno la nostra Torpedo nobiliana, della cui accet-
tazione già ne dierono lusinghiero avviso, ma riconfermeranno eziandio la T. galvanii|
o marmorata dello stesso Henle. In questa speranza ci confortano, oltre le già riferite
specifiche differenze fra la narce e la galvanii, gl’ importantissimi caratteri anatomici se-
gnatamente degli ovidutti, ehe i dotti Professori prussiani possono tanlo meglio di noi
otlenere ehe dai Zoologi si apprezzino, nè certamente vorranno trascurarli essi ehe tanta
attenzione hanno portato nelle placente degli Sejualidi. E per dir solo dei colori, se è ve-
ro le cinque macchie ocellate normali della Torpedo narke si riducano a quattro, a
tre, a due, a una, e forse a zero, vero pur è che la presente specie non se ne abbella
giammai; come l’ai tra mai vedesi marezz.ata di scuro. Nè giova dire quasi tutti i Ra-
jidi contare alcuna varieta con ocelli piu o meno dislinti, corne la Raja clavata, 1 'aste-
riaSy la radiata, la oxyrhynchus; ocelli che non mancano mai, anzi sono talvolta dupli-
cati nella miraletus. Suol yedersi infatti la nostra Torpedo galvanii talvolta di uniforme
colore castagno più o men chiaro, tal altra tutta macchiettata o di fosco o di bianco o
di ambedue: comunemente osservasi le macchie, le fosche più spesso ehe le bianche, es-
tendersi, s.erpeggiare, inlralciarsi, e meritarle il nome di marmorata; e se tal rara volta
prevalendo le bianche, il color del fondo apparisce chiaro con macchie fosche e perfin ro-
tonde„npuson mai pero quelle grandi oculiformi esclus^vamente proprie dell’altra specie.
Il disco,.continuo auch esso come quello della T. narce, ma poco o nulla troncato
anteriorménte, I assai più largo ehe lungo, quasi di un sesto, e la molto più breve as-
sottigliata parte del tronco è fiancheggiata per la metà dalle pinne ventrali, assai ro-
tondate. Gli occhi distano un diametro e mezzo fra loro, e quasi due dal termine del
capo: li spiragli circolari corne nella Narce offrono in tutte le età cospicue sfrangiature
generalmente di sette lacinie carnose, allungate, disposte a Stella intorno l ’orifizio. La
bocca e le aperture branchiali sono come in qûella; ma l ano s’apre molto al di là della
metà del pesce. Le pinne dorsali non differiscono tampoep, seppure non sono collocate
alquanto più innanzi: la caudale pero è sensibilmente più larga, essendolo almeno tan-
to quanto è lungà.
In un esernplare di un piede il disco era lungo sei pollici e un terzo, la coda soli cinque
e due terzi, mentre la larghezza era poco men di otto : la distanza dal termine
del capo alla bocca di un pollice giusto; e dal medesimo all’ ano sèi e mezzo. Giunge
pero a dimension! maggiori, e ne abbiam viste che misuravano due piedi si nel Mediterraneo
come neir Oceano dove certamente è la più commune. JPescasi non tanto
radamente sulle coste occidenlali della Francia e dell’ Inghilterra, affatto pero nei mari
più freddi, essendo pesce piuttosto meridionale, che abbonda al paro della T narke
in ogni angolo del mediterraneo, e sembra ritrovarsi identico attorno 1’Affrica e perfin
nelle Indie.
Il nome di Tremola riservato esclusivamente ad essa in Roma, ed espresso analoga-
mente in suo natural linguaggio dal volgo di altre parti d’ Italia ben fa vedere quanto è
generalmente riconosciuto il inaggior poter della scossa in questa T. galvaniiy onde pre-
ferita per gli esperimenti. •