Tuttavia a tempi molto meno lontani piacque al Salviano di concludere tutto il
Pesce avesse yirtù di scaricare la forza intormentiva. II Redi perö, uno dei padri delle
italiane sperienze, da una sola Torpedine esposta al cimento trasse forte sospetto in due
corpifalcati^ quelli appunto dei quali Oppiano parla, ma cui primo egli descrisse, rise-
desse la virtu dolorifica, il che non volle per dotta prudenza affermare. E questo suo
andare cautissimo nell’affermazione del vero, nol facendo mai ligio di rispetto all’ autorité
nè dei viventi nè degli antichi, lo ritenrie pure dal certificare con sicurezza, perché
non venutagli da risultamento di proprie sperienze, potesse la Torpedine operar da lon-
tano, quantunque i pescatori tutti gliel dicessero, e molti autori, tra i quali Plutarco
più solennemente, ne avessero scritto, e il divino Platone con si evidenti parole lo
proclamasse : si quis interea manibus agitet aquamvim ad manus r em e a r e et tactum
stupefacientem penetrare: e poco dopo insidiatorem circumiens tamquam spicula vim
suam tacite interim mittens^ primum aquas, mox ipsum per aquas animal inficit etc.
II degno discepolo del Redi, Stefano Lorenzini, pubblicando in Firenze nell’ an-,
no 1678. le sue Osservazioni intorno aile Torpedini diede il primo compléta descrizione
anatomica dell’ animale, e particolareggiata di quei corpi falcati del Redi, ossia raggi di
Oppiano, nei quali soltanto confermava risedere la virtu stupefattiva. Fortunato perö
nel rassodare tale giusta opinione del suo maestro, fu più di lui disgrazialo nel pronun-
ziare sull’ azione della Torpedine da lontano o mediatamente, poichè mentre il Redi si
moströ saviamente inchinevole a questo incontrastabile fatto, egli solennemente lo sen~
tenziö d’ immaginato e chimerico. Insegnatosi dal Lorenzini ehe a produrre informicola-
mento è necessario si contraggano le fibre di quei corpi falcati senza di ehe non v ’ha ef-
fetto, innoltrava a congetturare ehe nell'atto della contrazione scappassero violentemente
vibrati molti corpicelli, ehe a seconda della quantité loro e della qualité della parte pe-
netrata, se tendine o muscolo, inducevano maggiore o minore molestia. “ L' intormenti-
mento e il dolore (dice) rappresenta in un certo modo il dolore e Vintormentimento che si
soffre quando si batte la punta del gomito a quai ehe cor.po durOj e d è talmente nojoso
ehe si rende in un certo modo insopportabilej dur undo per qualche piccolo spazio di
tempo, dopo il quale senza lasciare alterazione veruna, nè nella manOj ne nel bracciOj
svanisce. ” Della quale comparazione abbiamo noi stessi corne tanti altri sperimentato la
giustezza. Sembrandoci per vérité ragionevole riferire le sentenze degli autori allô stato
della scienza nei tempi che scrissero, troviamo ingegnosa questa conghiettura, ravvisan-
do di presente nella generica idea dei corpicelli vibrati e penetranli quel fluido impon-
derabile, argomento il più bello, il più arduo delle fisiche e chimiche perscrutazioni. Ma
Plinio raccontando gli stravaganti miracoli della Torpedine ne avea gié dato men materialmente
1’ idea di tal guisa : iiquod si necesse habeamus fateri hoc exemplo, esse vim ali-
quam_, quae odore t a n t u m et quad am aura sut corporis afficiat membra, quid non
de remediorum omnium momentis sperandum est! ’’ ond’ è chiaro ch’ egli bene avvisa-
va operar la Torpedine con la emanazione di un principio peculiare non ponderabile
corne gli effluvî odorosi e svolto com’ essi in aura sottile e penetrante. E quest’ aura
quaedam di Plinio non è quella appunto ehe vediam prender nome significativo e su-
stanzievole nel magnetico e nell’elettrico, tosto ehe la fisica stupendamente si consacré
alla discussione di questi principî ! E ne sia lecito maravigliare ch’ egli fin d’allora préparasse
al suo concetto quel diritto di lode, di ehe si rese indegno un Borelli quando
con rétrograda opinione voile riguardare l’intormentimento quai semplice effetlo dell’urto
meccanico delF animale. Assai pero più dannabile è la pur meccanica ipotesi del fran-
cese Réaumur con la quale intende combattere il Lorenzini, e i ragionamenti di che
l’appoggia sono veramente sconvenevoli al dotto Accademico, al tempo e al luogo in
che li manifeslava. Onde si pué affermare che se gli antichi, ottimi osservatori, conob-
bero al par d’ogni altro gli effetti della Torpedine, investigandane le cagioni (corne che
non potessero conoscere la vera), furono più ingegnosi di costoro: chè la vis aliqua, o
Y AURA quaedam j e lo stesso gélidum venenum dei vetusli Sapienti sono teorie che men
oltraggiano il vero di quelle dettate dal fanatismo meccanico. Corne infatti poter ripe-
tere da leggero colpo meccanico cosi potentissimo effetto, e per più assurdità in onta
della sperimentata azione mediata anche a riguardevole distanza?
Ecco peré appena l’osservazione e l ’esperienza si cimentarono nella scienza elet-
trica, che subito quell’ indeterminate principio, attivo si disvelé neL prodigioso fluido,
che torpedinico potrebhesi dire meglia che elettrico, se è più toglier da’ sensi ed ucci-
dere un animale, come pué far la Torpedine, che lo attrarre lievi corpuscoli came lo
stroppicciata Elettron di Talete, o Ambra, E non prima fur conosciuti gli effetti della
Bottiglia di Leyden, che facile fu il ravvisare la scossa di tali scariche esser simile a
quella dalla Torpedine si produce.. Balené, la vérité negli scritti di Kæmpfer, il quale
figuratamente lo paragona al lampo : ne sospetté l’analogia il medico Bancroft e ben.
tosto, alzatane principal voce il célébré Musschenbroeck si gridé dall’ un capo all’ altro
del mondo YElettricismo di questo nostro pesce non che di due stranieri, ( tutti nudi
e muccosi) l’Affricano. Silurus electricus che dopo il. Geoffroy vien trattato ora dal Valenciennes
sotto il genere Malapterurus, e l’americano Gymnotus electricus soggetto delle
più luminose sperienze.
Ma il vanto di stabilire queste induzioni e analogie in vérité di fatto serbavasi ben
meritatamente ail’ operosissimo inglese Walsh, che scuopri il diverse stato elettrico del
dorso e del petto; il non sentirsi la scossa attraversa corpi isolanti; succedersi le scos-
sette come in continuata batteria; communioarsi rapidissimamente per più persone for-
manti catena; e propagarsi lontanamente per corpi conduttori; onde queU’asserto di
Plinio altre volte deriso “ etiam procul et e longinquo, vel si hasta virgaque atlingalur,
quamvis praevalidos lacertos torpescere ” cié che gié detto avea Platane son quasi ven-
tiquattro secoli, si avveré. Il giustamente premiato fisico Inglese come in corollario
di sue belle sperienze chiamé i Pesci elettrici bottiglie animate ; ina in pienissima luce
mise pai la sua gloria e la identité del principio agente della Torpedine e del fluido elettrico
coll’essenziale fenomeno della ricercatissima scintilla, che finalmente nel 1774 al
Ginnoto rapi. Queste scoperte di lui sono di tal peso che leggerissime dovranno rite-
nersi quelle faite d’appresso, e quelle che per awentura si faranno. E per dire della scintilla,
quai progresso ha poi recato nella dottrina dell’ elettricité l’ayerla ottenuta anche
dalla Torpedine? chè la perfetta simiglianza tra gli effetti del Ginnota e di essa non as-
sicurava forse esistere in ambedue lo. stesso, principio produttoré degli stessi fenomeni?
Al sorgere le datte contese del Volta e del Galvani, non ancora composte, bene a diritto
doveva pure agitarsi la quistiane sul fenomeno della Torpedine. Il primo di essi
infatti paragoné alla sua famosa batteria l’organo elettrico facendo dei sovrapposti dischi
o pellicole 0 diaframmi di ciaseun tubo» tanti elettrofori o condensatori. Onde per il
Volta è Vorgano elettrico la sola ed immediata sorgente deU’elettricità.; Tra quei rispet-
tabili sperimentatori e cattedratici che parteggiarono a questa opinione vagheggiando
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