le altre denominate nella nostra Fauna* noi possiamo asserirlo con certezza: che perö
le si convenga assolutamente il nome di bâtis da noi prescellole, non è sicuro altret-
tanto. Che se illustrando i pesci del mediterraneo abbiam voluto applicare ad un suo
Rajino quel classico nome adoperato côllettiziamente fin da Aristotele, dobbiamo con
doppia solennité dichiarare, ehe nulla esso ha ehe fare con quella specie dell’ Oceano,
cosi frequente nei mercali di Parigi e di Londra [R a je blanche ou cen drée del Cuvier,
S k a te degl’ Inglesi), figurata dal Bloch con tal nome il quale forse a buon dritto le viene
imposto dagl Ittiologi settentrionali. Essa appunto è la specie effigiata dal Willoughby
colla denominazione di R a ja laevis undulata seu cinerea alla tav. C. 5. diversissima perö
da quella cosi chiamata dal Bondelet (/?.yâ/.yat-'e/a,Nob.) il quale non conobbe, secondo
ehe a noi pare, ne la presente nè quella dell’ Oceano. Chi poi volesse assolutamente con-
servare lo specifico nome batis a questa ultima, peschi pure per la presente un altro nome
nel pozzo oscuro delle sinonimie poco da noi sommosso, per non attingere torbidezza
soverchia, pria che si arrischi a fabbricarlene un nuovo, di ehe avemmo ribrezzo prefe-
rendo chiamarla batis si perché si puö sostenere ehe signoreggia in mezzo a quell’ in-
felice Linneano accozzamento peggiorato dai susseguenti scrittori, e si perché la ravvi-
siamo con minor dubbiezza nella R a ja batis del Risso, trasformata quindi in R aja fio s -
sada nella seconda edizione della sua opera ittiologica.
Comunque sia, mostrasi un terzo piii larga ehe lunga, non valutata la coda ehe ec-
cede notabilrnente il disco : i lati anteriori sono molto convessi in prossimità del ben distinto
ottusetto rostro, quindi s’ incavano, poi van quasi retti; i posteriori, un quarto più
brevi, sono rotondati massime posterior mente. Gli occhi distano fra loro due diametri
delle orbite, e cinque dalla punta del muso. La bocca arrnata di smussati filtissimi denti
disposti in più serie trasversali squarciasi quasi quanto è lo spazio tra i suoi angoli e lo
stringimento del rostro. Questo al di sopra è ruvido di brevi spinerelle poco distanti tra
loro, al di sotto ne ha delle più rade e più ottuse, nei margini poi n’ è fornito di molto
più fitte e più sottili ehe si estendono per qualche tratto sui lati anteriori. Tre o quattro
forti aculei obliqui all indentro sorgono sopra gli occhi. Il disco è liscio, salve le ricolche
spine indicatrici del sesso, e salve le piccole punte ehe lo arruvidiscono nello spazio
interoculare e lunghesso il mezzo del dorso, invadendo tutta la rotondato-depressa coda.
Innanzi ail’origine della medesima spunta una serie di robusti aculei ehe in numero di
circa trenta giungono fino alla prima dorsale assai retroposta, ai tre quarti cioè della
lunghezza della coda; inentre la seconda un poco minore, ma ellittico-allungata al par
di quella, se ne divide per breve spazio, nel quale risorge taluno aculeo in mezzo a
brevi e rigidissime punte. Le ventral i, hanno il lobo anteriore più stretto, ma più larga-
menle sfrangiato al margine inferiore, e un terzo più breve del posteriore, ch’ è largo,
alla base, ed ha il margine esterno sensibilmente rotondato.
Il colore è un cenerino carneo più o men lurido, tutto dipinto di eleganti macchie
nere; al di sotto è bianco candido.
Lesemplarejlescritto era lungo venti pollici in tutto: il diametro longitudinale del
disco era di nove pollici, il trasversale di tredici : i lati anteriori si estendeano per otto,
i posteriori per cinque e mezzo. Le pinne ventrali, lunghe tre pollici, distavano con le
punte undici pollici e mezzo dal rostro. La coda era dieci pollici e mezzo. Correan
quattro pollici dalla punta del rostro agli spiragli. Lo spazio interoculare avea dieci li-
nee. La bocca squarciavasi per due pollici.
DASYBATIS ASTERIAS
ARZILLA ROSSINA
DASYBATis corpore aeque rhomboideo lateribus posterioribus vix undulatiSj supra fulve-
scente spinülis stelliformibus asperOj macülisque albidis subrotundis nigro annulatis eva-
nidis depicto ; subtus alboj saepius laevissimo : capitej dorsoj cauda aculeatis.
HA J A ASTERiAS, Delaroche, Mèm. Poiss. Iviç, in Ann. Mus. Hist. Nat. X I I I . p. 3aa. tab. ao. fig-t. liisso,
Hist. Nat. I I I . p. 153. sp. 41. Cloq. in Diet. Sc. Nat. X L IV . p. 387.
raja Rubus,- Risso, Iclith. Nie.p.q.sp.6l Id. Hist. Nat. I I I . p.147. sp.33? Donovan.Brit. F ish. I . tab.tio.
Turt. Br. Faun, p.109. Fient. Brit. Anim. p. 110.
raja macolata? Montag. in Act. Wern. II.p.^16. Jenyns,Man. Brit. Vert. p.Si\. *P-ao3.
raja miraletus, Donov. Brit. Fish. V . tab. io 3. Turton, Brit. Faun, p.111.
RAJA ocolata, Risso, Hist. Nat. I I I . p. 149. sp. 35. Flem. Brit. Anim. p. 17a. sp. a6. exempl. ocellis donat.
raja ( DASYBATis ) SPECULUM, Blainv. in Faun. F r . Poiss.p.39. sp. 12. tab. 4. fig. 1 • mala ulMiraleto adsimilaiet.
raja (dastbatis) asterias, Blainv. in Faun. F r . Poiss. p. a5. sp. 10. confuse.
ASTERIAS sive stellata raja, Bellon. Aquat. lib.l. p.83. quoad Arzillam nec quoad Rometam et fig. quae Laevi-
raja macrorhynchus.
raja asterias ASPERA, Rondel. Pise. Mar. h lib. xii. cap. xii. p. 35a. cum fig. Gesn. Aquat. I V . p. 794'
cum Jig. Willughb. Icht. lib. Hi. cap. xiii. p,73. tab. D. 5. fig. l\. ex Rond.
raja stellaris, Salvian. Aquat. Hist. Ixix.p. l 5o. tab.5 i . Willughb. Ichth.lib.in.tab. D . 1.
RAJA ASPERA stellaris , Aldrov. P ise. lib. xiii. cap. Iv. p. 457. cum fig. Rond. Jonst. P ise. lib. i. tit. i. cap. iti.
arf.iii. P .fii.p . a a. tab. ii. fig. 7.
rate estelée dite asterias? Belon, Nat. et Pourtr. Poiss. p-74- nec fig.
RAJE ÉTOILÉE, RisSO, loc. citât.
toller rat? Penn. Br. Z00L I I I . p. 86. Id. Ibid. ed. i8ia. I I I . p. 116. ex cl, syn.
spotted rat? Jenyns, loc. citât.
R000H et mirror rat, Flem.loc. citât.
HOMELTN RAT, HOME, sand rat et spotted RAT, Farr. Brit. Fish. I I . p4 *§- confuse cum RajaMiralet. prout
ex asseita cote laevi et praecipue ex figura patet.
^ e i più antichi scrittori delle Razze disserne alcune stellate, non fu già per le
asprezze stelliformi della cute, ma perché le semplici macchie onde si dipingono sul
corpo han figura di stelle. Cosi la intese il Rondelet, il quale trattando di due R a je A s t e -
r ie j l’una liscia l’altra asperat chiaramente scrisse che ambedue erano soltanto dipinte a
stelle, ma la prima ornarsene sopra un fondo liscio, la seconda sopra un fondo ispido.
Dappresso cotai ragguagli noi riconosciaino in quella una nostra R a ja , se non anzi una
La ev ira ja come vedremo in appresso; nella seconda una Dasy b a tis , quella cioè appunto
di cui andiamo a trattare. Le specie oscuramente descritte possono meglio identificarsi
da chi le considéra sulla faccia del luogo, ove ogni minima circostanza contribuisce a ri-
solvere i dubbj che di lontano mal si potrebbero eliminare : e crediamo non manchici
il dritto di proclamare con sicurezza per A s te r ia s aspera di Rondelet questa communis-
sima Arzilla nostrale. Se ad essa poi diamo esclusivamente il nome specifico di A s te -
rias piuttosto che alla di lui semplice A s te r ia s , la ragione si è che ravvisiamo nel no-
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