SCYMNUS LICHIA.
£reso, come sogliono gli Squalini piii ardimentosi* La carne è piuttosto buona, bench©
alquanto pesante : la pelle ottima per l ’uso ehe ne fanno gli ebanisti, anzi s’ adopera
pei lavori piii fini.
A Nizza portail noine di Gatta causinierajO da Sicilia ci è stato mandato sottoquello
di Pesce notlej atlribuito dal Rafinesque al suo Dalatias nocturnus. La gran rarità di
questo essere ha fatto si che sulle altre spiaggie non gli è stato dato nome volgare.
Altre specie del genere Scymnus popolano i diyersi mari del globo. Yero' è che
nulla possiamo determinare dello Scymnus rostratus del Risso, ma stando a cio che ne
riferisce l ’autore, siffatto pesce indigeno del mediterraneo sarebbe poco dissimile dal nostro
Scymnus Lichia, e distinto, piu che in ältro, nel corpo quasi liscio, nel muso due
yolte piu lungo, e nella direzione dei denti alquanto diyersa. I mari del Settentrione
d’ Europa accolgono anch’ essi una specie di questo genere audace e fiera non meno
dello S quäl us Carcharias di Linneo, la quale fu dal Gunner creduta essere appunto il
yero Carcharias| servi in parte al Bloch per la sua ideal figura della tayola 119, ed
è forse lo Squalus microcephalus nell’ edizione dello Schneider: fu chiamato di poi
Squalus Norvegianus dal Blainville, nè crediamo che differisca da esso lo Squalus arcti-
cus dello Scoresby. Nelle acque dell’ Oceano Indiano i Signori Quoy e Gaymard riq-
yennero altresi uno Scinno che denominarono Scymnus Laborde-ji notabile per la piccio-
lezza della pinna dorsale anteriore. Incliniamo a credere che Scymnus pur anche sia
lo Squalino detto dal Lesueur Somniosus brevipinnisj ma non possiamo darne giudizio
definitivo per non avercene egli descritta la forma dei denti. Il Cuvier annovera fra gli
Scymni anche lo Squalus squamosus^ Broussonet, 0, diciamo piuttosto per evitare ogni
errore, quella specie che il Lacépède figura invece del pesce che è stato l’argomento
del presente articolo ; ma guardando sottilmente si troverà non essere lo Squalus squamosus
nè di Broussonet nè dei suoi compilatori Bonnaterre, Lacépède, Graelin etc. ; poi-
chè lo stesso Cuvier il colloca fra gli Scymni, i quali com’ egli confessa, si distinguono
appunto dalle Centrinae per la mancanza delle spine alle pinne dorsali. Ora tutti gli
autori coneordano nell’ attribuir tali spine al loro Squalus squamosus. Convien dunque
credere che di yero quel pesce sia una Centrinu; e ragionevole sarà per avventura
1’opinione del Blainville ehe neppure specificamente il vuole asserire diverso dallo Squa-
lus Centrina di Linneo. Ma siccome tanto il Blainville quanto il Cuvier, sembrano aver
veduto il pescé-in natura, fa d’ uopo conchiudere ehe parlino di due esseri in tutto
different. II Cuvier poi senza fallo ayrà veduto unq Scymnus (e perché non lo Scymnus
rostratus del Risso?)., ma certo non fu savio awiso il riferirlo, com’ egli fece, alio Squa-
lus' squamosusÿ che ;dée portare le pinne dorsali spinöse. Finalmente al genere Scymnus
apparterrà il Mangia-Luvari ossia Dalatias sparophagus del Rafinésque, abitatore delle
acque di Sicilia, ma non potrà in verun modo immaginarsi identico con la specie
qui sopra descritta, giacchè lautore chiaramente afferma aver esso il ventre bianco e la
pinna dorsale posteriore quasi adiposa. Comunque sia quel genere Dalatias è fondalo
sopra un carattere falso : la seconda specie sarà senza meno uno Spinax e con maggior
probabilité il nostro Spinax BlainvilliL