
 
		11  suo molle  corpo  mostrasi  Serpentino,  e  sottilissimo  per  compressione  eccessiva :  i  
 profili  del  dorso  e  del  ventre  dal  punto  in  cui lasciano  il  capo  corrono  dolcemente  obli-  
 qui  convergendo  sempre,  di modo  che  la parte  assottigliata  del  tronco  non  è  neppure  il  
 quarto  dell’ altezza maggiore, che  cade  sotto  l’origine  della  prima  dorsale:  questa  maggio-  
 re  altezza  misura  l’ollava'  parte  dell’ intiera  lunghezza.  11  capo  appena  più  lungo  ehe  
 alto,  è  pressochè  rotondato  e  assai  grande,  quantunque  non  misuri  ehe  il  settimo  dell’in-  
 tiero  pesce:  il  suo  profilo,  dopo  un  leggero  declivio  al  di  qua  della  punta  del  hrevissimo  
 rnuso, si  rileva  a  guisa  di  elmetto,  per  poi discendere gradatamente  e  seguire  la  linea del  
 dorso.  L’occhio  situato  molto  in  alto  occupa  la  sesta  parte  del  capo,  distando  un  diame-  
 tro  dalla punta  del muso, e  quasi  tre  dal  termine  dell’ opercolo :  fra  un  occhio  e  l’altro  
 corre men  di un  diametro.  La  hocca  fendesi grandemente  e molto  obliquamente;  le  lab-  
 bra  sono membranacee:  la  mascella,  ehe  è  immobile,  armasi  di  otto  sottilissimi  denti,  
 ineguali,  uncinati,  e  molto  bene  spaziati :  se  ne  vedono  poi  di  assai  più  piccoli  e  fitti  
 quai  minimi  denti  di  sega  sugl’ intermascellari,  oltre  una  seconda  sérié  più  interna:  la  
 mandibola sporge  notevolmente al di là della mascella, offre  un forte angolo  inferiormente,  
 e  sinuatasi  alquanto,  termina  con  un  quasi  uncino  rivolto  all’ insù :  componesi  la  sua  
 armatura  di  quattordici  denti  quasi  retli;  i  due medii  de’ quali  son  lunghi  oltremodo,  e  
 relativamente  più  che  in  qualunque  altro  pesce,  sicchè  quando la  bocca  è  chiusa  sorpas-  
 sano  di  gran  lunga  la  mascella,  mentre  i  laterali  più  lunghi  in  essa  mascella  singolar-  
 mente  uncinati  all’ infuori,  eccedono di poco  la mandibola;  il  palato  è  affatto  privo  di  
 denti:  e  non  ultima  tra  le  moite  singolarità  di  questo  pesce  è  il mancar  totalmente  di  
 lingua.  I  pezzi  opercolari  sono  ridotti  come  negli Stomias  a  semplici  fogliuzze,  e  cosi  
 poco  distinti  tra  loro  ehe  sembrano  formare  una  piastra  sola :  sono  altresi  preceduti  come  
 in  quelli  da  una  caréna  ossea,  ehe  circoscrive  triangolarmente  le  gote  nel  riunirsi  
 con  le  estremità  degli  intermascellari.  Le  sottilissime squame,  che  rivestono  tutto  il  corpo, 
   disuguali,  esagone,  non  imbricate,  dispongonsi  in  serie  longitudinali;  la  media  delle  
 tre  ehe  occupano  i  fianchi  le  ha  piccole  ed  equilatere ;  la superiore  e  la  inferiore le han-  
 no  il  doppio più  alte  che  larghe;  sul  termine  perö  del  corpo  svaniscono  le  differenze,  
 e  tutte  le  squame  divengono  pressochè  di misura  eguale.  La  poco  apparente  linea  laterale  
 scorre  alquanto  convessa  sul  terzo  superiore  del  pesce  fin  quasi  alla  metà  di  esso,  
 divide  quindi  rettamente  il  tronco  in  due  parti  eguali  fino  al  suo  termine.  La  prima  
 pinna  dorsale  nasce  dopo  il  primo  quinto  del  pesce,  e  non  è  più  lunga  della  metà  del  
 capo,  cioè  quanto  è  alto  il  terzo  suo  raggio,  il  doppio  dell’ ultimo,  e  men  della  quarta  
 parte  del  primo,  che prolungasi  in  sottil  filamento;  dopo  il  secondo,  ch’ è molto  minore  
 della  metà  del  primo,  gli  altri  quattro,  ramosi  al  par  del  secondo,  decrescono  rapida-  
 mente  a  guisa  di  organo:  tutti  indistintamente  i raggi son  carnosi alla  base,  e  come pe-  
 dunculati.  La  seconda  dorsale  sorge  sull’ ultimo  quinto  del  pesce;  estendesi  quanto  la  
 prima,  non  avendo  perö  in  altezza  ehe  un  terzo  più  della  propria  lunghezza ; ed ha  
 i  suoi dieci  raggi  pressochè  eguali  fra  loro:  anzi  nella  femmina,  al  dire  del  Risso,  questa  
 pinna  è appena  visibile,  locchè  quando  fosse  vero  spiegherebbe  la  ragione  per  cui  gli  
 autori  dissero  ehe  il  pesce  ha  una  dorsale  sola.  Le  pettorali,  impiantate  molto  in  basso  
 immediatamente  sotto  l ’opercolo,  sono  lunghe  quanto  il  capo,  e  di  forma  ovato-lanceo-  
 lata.  Le  ventrali  nascono  dopo  il  secondo  quinto equidistanti  dall’apice  del muso  e  dalla  
 sëcônda  dorsale,  più  vicine  percio  il  doppio  alla  prima ;  son  lunghe  più  di  due  volte  il  
 capo,  e  quanto  il  filamento  di  essa;  sono  anguste  alla  base, ma  larghe  il  quadruplo  in 
 cima,  perché  i  raggi  si  divaricano,  e  gli  ultimi  oltre  cio  si  prolungano.  La  pinna  anale,  
 carnosetta  alla  base  quanto la  prima  dorsale,  corre  simile  alla  seconda,  e  termina  al  par  
 di  essa  ad  una  distanza  dalla  coda  uguale  alla metà délia  propria  lunghezza:  l’unica  dis-  
 simiglianza  tra  l ’una  e  l’altra  è,  ehe  l ’anale  mostra  maggior  differenza  nella  lunghezza  
 de’ suoi  raggi,  avendo  gli  ultimi  sensibilmente più brevi  dei  primi.  La  caudale  legger-  
 mente  forcuta  è  un  decimo  dell’ intiero  animale. 
 I  colori,  ehe  il  Risso  descrive  per un  nero  violaceo  cosperso  di macchie  aurate  rotonde  
 e  punteggiate  di  nero  sul  dorso,  e  di  grandi  tratti  argentei  romboidei  nei  lati,  
 ci  parve  ehe  nel  pesce  intatto  dovessero  essere  onninamente  argentini,  corne nella  no-  
 stra  figura  si  veggono,  non  cosi sul  ventre  ehe  insiem  col Risso  vediam  totalmente  nero  
 con  quattro  serie  più  o men  regolari  di nitidi  punti  argentini.  L’ iride  dell’occhio  è  d’ar-  
 gento  matto.  I  raggi  branchiostegi sono macchiati  di  turchino.  Le pinne  son  trasparenti,  
 e  tutte  leggermente  verdognole. 
 L’ossatura  délia  pinna  dorsale  è molle,  e  quasi  cartilaginosa  in  apparenza.  Le  bran-  
 chie  appariscono  quattro per  lato.  Il  fegato  è  piccolissimo :  il  pancreas  all’ incontro  va-  
 stissimo  al  pari  ehe  nei  Muraenidi:  lo  stomaco  lunghissimo  ed  angusto:  gl’ intestin i  
 estesi  fin  quasi  alla  coda.  L’addome  trasuda  abbondante  muco  dai  punti  argentei,  ehe  
 percio  mostrano  essere  glandole  vere. 
 La  sua  maggior lunghezza  dicesi  di  un  piede  e mezzo,  ma  noi  nol  vedemino  mai  
 più  lungo  délia metà;  e quello  ehe  abbiam  descritto  e  figurato  è  ancor più  piccolo. 
 Mostrasi  di  rado,  corne  il  precedente,  vivendo  anch’ esso  nelle  profondità  del  mare.  
 Risso  vidde  la  femmina  in  décembre  gravida  di  uova  rossastre,  ed  è  ben  naturale  che  
 gli  sembrasse  più turgida  del  maschio.  La  carne  di  ambedue  i sessi  è molle  e  poco  sapo-  
 rosa.  I  lunghi  e  perfin mobili  duplicati  denti,  ehe  s’ incroeicchiano  l ’un  l’altro,  ricorda-  
 no  quelli  de’ più  nocivi serpenti, onde  il  Risso dimanda  se  siano  o  no  velenosi. 
 Espone  diligentemente  il medesimo  Risso,  ehe  questa  differisee  dalla  specie  descrit-  
 ta  dallo  Schneider, per le  dimensioni  del  corpo,  per  la  forma  del  capo,  pel  numero  de’  
 denti,  pei  colori :  espone  lo  Swainson  ehe  differisee  per la  grandezza e proporzione  delle  
 squame  ehe  son  tutte uguali  e  piccole  in  quella  detta  sloani: aile  quali  diversité dovriasi  
 aggiungere  eziandio  la  forma  e  collocazione  delle  pinne,  se  méritasse  intiera  fede  la  figura  
 del  Catesby; ma  la  questione  sta  se  la  natura  corrisponda  alla immagine. 
 Dei due Pescetti,che  l’un  sotto  l’altro  rappresentar facemmo  nella tavola,senza  deno-  
 minazione  alcuna,  quello  segnato  col  numero  4.  è  forse  il  giovane  di  un Esocino  ehe  si  
 accosta moltissimo  al  genere  Galaxias:  quello poi  ehe  porta  il  numero  5.,  seppur  non  è-  
 un  Salmonide,  cui  fosse  caduta  la  fragilissima  pinna  adiposa,  si  accosta  certamente  as-  
 saissimo  al  Microstoma  di  questa  medesima  sottofamiglia  degli Esocini.  Li avemmo  ambedue  
 di  Sicilia :  e  lasciato  da  banda  qualunque  amor  proprio,  li  facciam  segno  allo  
 disputazioni  altrui. 
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