SPHYENA ZYGÆNA.
L’esemplare da noi ristretto ne’ confini ordinarii délia tavola non giungeva a due
piedl di lunghezza: l’animale petit pub vantarne lino a dodici, e pesar cinquecenlo libre
: non cede allora in fierezza ad altri tiranni del pelago quantunque più opportuna-
mente conformât; alla voracità, talchè i naviganti presse che tutti sogliono raccontar
fatti assai lagrimevoli del Perce Martello. Ingordo di carne umana estingue sovenle la
spaYenteyole sua famé sopra le Raje, delle quali puô dirsi il distruttor principale. Per-
corre quasi tutti i mari, e prediligge i tnen freddi : fugge dalle spiagge arenose, e dalle
scogliere, appiattandosi volontieri ne’ fondi fangosi: partorisce dieci o dodici figli alla
yolta. I pescatori romani lo chiamano Perce Stampella, e talyolta Gïannetla : i Toscani
Ribello : i Veneziani Baile, e Martello promiscuamente, ed anco Perce Pantofolo: i Pi-
ceni Perce Martello: i Napolitani Magnosa, e Capo de chiuorn: i Siciliani Teslone, Pe-
Sce GiudeOj Magnosa^ e Crazza: i Nizzardi Marteu. Ha carne dura, coriacea, di cattiyo
sapore, quindi spregiata, non perô da’ barbari in riva del Mar rosso, che afrodisiaca la
credono, e l’amano. Molto olio si estrae dal suo fegato: délia sua pelle cotanto sottil-
mente granulosa seryonsi i forbitori di avorio.