l ’angplo posteriore più actito. La lunghezza della caudale è contenuta più di quattro
volte e mezzo nella lunghezza di tutto il pesce : il suo lobo superiore ha origine al-
quanto più indietro dell’ altro, s’eleva pochissimo al di sopra della carena del tronco, ed
ha il lato terminale alto circa un terzo del lato superiore. II lobo inferiore è orecchiuto,
essendo fortemente inarcato e rientrante il suo lato posteriore, che incontrandosi coli anteriore
forma un angolo moderatamente acuto: la misura della sua altezza corrisponde
ad un terzo della lunghezza della sua base.
La tinta del dorso è un cinereo più o meno intenso, spesso volgente al color dell ar-
desia, e in certi esemplari al bigio chiarissimo. Su cpiesto fondo sono sparse moite
macchie biancastre più o men grandi, più o men numerose, ora rotonde, ora angolose,
or d’altra figura : le inferiori spesso tendono ad ordinarsi in una serie presso la linea
laterale Sogliono svanire queste macchie coll’ età, ma s’incontrano pure esemplari gio-
vani, in cui mancan del tutto. Il colore stesso del fondo del dorso domina sulla metà
anteriore dei fianchi, sulle pinne dorsali, sulla caudale e sulla faccia superiore delle pet-
torali e delle ventrali. II di sotto del capo, del tronco, la parte posteriore dei fianchi,
la faccia inferiore delle pettorali e delle ventrali sono di color latteo: l’anale è d’un
bianco tendente al cinereo. La lingua, l ’ interno della bocca, quello delle aperture bran-
chiali e il peritoneo sono di color latteo, tendente al carneo. La pupilla è nerastra, l’iri-
de d’un giallo pallido tendente al verde.
La superficie di tutto il pesce è lucida ed assai dolce al tatto se si muove la mano
dair innanzi all’ indietro, scabretta se si palpa pel verso opposto. I tubercoli ehe rive-
stono la pelle son minutissimi, fitti, acuminati. Gli esemplari mezzani hanno la lnn-
ghezza d’un piede e mezzo, i maggiori oltrepassano i tre piedi e mezzo, e pesano oltre
a trenta libbre da dodici once.
Vive in tutt’ i mari dell’ Europa temperata. Si pesca abbondantemente lungo i lidi
dell’ Italia, ed è uno dei pesci più comuni nei mercati della nostra città, ove non essendo
stimato gran fatto per la qualité della carne si vende a prezzo piuttosto vile. Quasi
da pertutto il suo nome volgare è Palombo j voce che i Siciliani cangiano in Palunibu_, i
Nizzardi in Pallouna. I Veneti lo chiamano Can senza dentij Cagnetto. Allorchè è mac-
chiato i Toscani lo dicono più specialmente Palombo stellate j i Veneti Can macchiàj
Can pontizà.
MÜSTELUS EQUESTRIS
PALOMBO NOCCIOLO
mustelus dorso griseo-cinnamomeoj unicolore vel albo-maculato : rostro anterius attenuate>
rotiindatej longiuscuio : oculis parvis: pinnis pectoralibus duplo longioribus quam lotis:
SQOAMJS (cA LEO R ninns) MÜSTEWJ3 ? Blainv. in Faun. Fr.Poiss. I . p. 81. tp. 1.4.
iù spesso del precedente ë privo di macchie, e costantemente ha il dorso di
color cinereo assai chiaro volgente al cannellino. Il suo muso è alquanto più lungo
e si restringe in modo più distinto verso il dinanzi ; il suo apice pero è rotondato del
pari. Gli occhi sono più piccioli, e fra il lor angolo anteriore e la punta del muso corre
maggior distanza ehe fra l’angolo anteriore del destro e quel del sinistro. Meglio d’ogni
altro segno serve poi a distinguere specie da specie la figura e la proporzione delle
pinne pettorali, perché nel pesce presente sono men grandi, troncate meno obliqua-
mente, larghe la metà meno ehe lunghe ; laddove nel Mustelus plebejus la larghezza h
superata solo d’un terzo dalla lunghezza del lato anteriore.
Vive nei mari d’ Italia, ed è verosimile ehe non manchi nell’Oceano Atlantico, ove
forse sarà stato confuso col precedente. Fra noi si pesca più di rado ehe quello, e la
sua carne è stimata migliore di molto. A Roma vien denominato dal volgo Palombo
del taglio fino. I Toscani, serbando per l ’ altra specie esclusivamente il nome Palombo
lo chiaman Nocciolo, e se è macchiato, secondo la forma e la disposizione delle macchie,
gli dahno i nomi di Nocciolo stellate j pallatej rigatej cordonato. Nel Piceno è detto
Nizza: nella Liguria Nissola. Forse è questo appunto il Pesce ehe i Veneti chiamano più
propriamente Can bianco.
Le forme generali e le proporzioni quasi tutte sono come nel precedente. Il capo è
lungo qualche poco più della settima parte del corpo intiero, e come s’ è detto si re-
stringe in modo sensibile verso il dinanzi. Gli occhi sono alquanto più vicini alla prima
apertura branchiale che all’ estremità del muso. L’ orbita ha il diametro trasversale
due terzi più lungo del verticale, tre volte più breve della distanza frapposta all’ angolo
anteriore dell’occhio e all’apice del muso. Fra l ’angolo anteriore dell’uno e del-
1’ altr’ occhio corre un’ intervallo un quarto minore di quello ehe li disgiunge dall’ apice
del muso. La pupilla suol essere picciolissima, giungendo di rado ad eccedere la quarta
parte della larghezza dell’orbita. Gli spiragli s’aprono nella direzione dell’ asse dell’ orbita
e distano dalla medesima d’una metà della sua larghezza. Conformi a quelle del
Mustelus plebejus sono le narici e la bocca: il diametro pero della seconda è solo ..un terzo
minore dell’ intervallo frapposto al suo punto anteriore e all’ apice del muso. L’ano
nei inaschi è collocato un quarto più vicino all’ estremità del muso ehe a quella della 43*#
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