Squalini più giganteschi, la sua mole al solito è più ehe mezzana, e dices! che possa
giungere alla lunghezza di dodici piedi. La carne è mediocremente buona, nè ha
odore volpino, corne da taluni è stato asserito. A Roma il suo nome triviale è Pesce
sorcio, Pesce pavone: in Toscana Pesce handier a, ehe i Napoletani corrottamente pro-
nunciano Pesce bannera; in Sicilia dicesi Pesce surciu; a Nizza Peis ratou; a Yenezia
Volpe de mar, Pesce volpe, Pesce spada.
Artedi, il primo degl’ittiologi sistematici, riconobbe in questo una distinta specie
del suo genere Squalus. Linneo, deposta qui fuor di proposito la solita sua osservan-
za verso di Artedi, rimando la di lui citazione e i sinonimi sotto la Chimaera mon-
strosaJ essere di conformazione diversa affatto. Ristahili lo Gmelin la specie d’Artedi,
e le assegno il nome specifico vulpes; ma non s’ astenne per questo dal registrare la ci-
^azione di quell’autore anche sotto la Chimaera monstrosa, corne aveva fatto Linneo.
Sui caratteri ehe présenta questa specie il Rafinesque stabili il suo nuovo genere
Alopias. Quantunque noi dappriina ahhiamo avuto in pensiero di considerarlo corne
una semplice suddivisione del vero Squalus, vale a dire del Carcharias di Cuvier, ora
siamo convinti, ehe non v’ è ragione di mantenerlo sotto quest’ ultimo genere ogni quai
volta, corne noi abbiam già fatto, da esso si disgiunga la Lamna di Cuvier, ehe pure è
nel numéro degli Squalini mancanti degli spiragli. In fatti intimamente affini fra loro
sono l’Alopias di Rafinesque e la Lamna, e dallo Squalus vero si discostano si l’uno ehe
l ’altra per titoli uguali. In ambedue i denti sono piatti, triangolari, angusti con la base
assai allargata e col margine tagliente non seghettato ; in ambedue gli occhi mancano di
piega palpebriforme, la seconda pinna dorsale e l’anale sono picciole oltre modo: lad-
dove nello Squalus i denti della mascella di sopra sono triangolari con la base di poco
allargata e col margine seghettato, gli occhi sono cinti da una piega palpebriforme, la
seconda pinna dorsale e l’anale non sono notevoli per la picciolezza. Ciö che ha poi di
particolare il genere Alopias si è la coda semiastata, angusta, ascendente, rettilinea
superiormente, lunga per lo meno quanto tutto il restante del corpo, al che puö aggiun-
gersi la limitata estensione dello squarcio della bocca, e delle aperture branchiali, non
che la figura ellittica delle orbite, più alte che larghe, e quella delle pinne ventrali ta-
gliate a guisa di cuneo e forcute, col lato anteriore assai più esteso del posteriore. In
fine, mentre nello Squalus le pinne pettorali sorgono sotto al termine inferiore della
quarta apertura branchiale, e nella Lamna dietro alia quinta, ne\YAlopias hanno origine
da un punto verso il quale convergono la quarta e la quinta, che quasi si con-
fondono con le estremità loro inferiori.
L’ Alopias vulpes ha il corpo fusiforme-turgido, alquanto compresso, con la coda
lunghissima ed ascendente. La maggior altezza è compresa dieci volte e mezzo nella
lunghezza totale, e cade circa sette volte più lontano dalla estremità posteriore che
dal!’ anteriore, e nel punto stesso cade la larghezza maggiore, la quale è compresa nella
lunghezza totale dodici volte e mezzo. Il capo forma la decimaterza parte di tutto il
corpo, è turgido posteriormente, conico-depresso, e termina in un muso tagliato ad
arco acuto: le orbite sono presso ehe rotonde, circa un quinto più alte che lunghe,
collocate dai lati del capo, e distano due volte più dalla prima apertura branchiale che
dal!’ apice del muso. Superiormente fra un occhio e l’altro v ’ è un quarto più di distan-
za ehe fra essi e l ’apice del muso. Quest’ ultima distanza uguaglia il doppio dell’ altezza
dell orbita. L orlo dell’ orbita è tenue, e fra le parti esteriori e il globo dell’ occhio nou
h aw i alcuna traccia di piega palpebriforme. La pupilla è allungata verticalmente, alta
due volte più ehe larga, col diametro maggiore uguale ad un terzo di quello dell’orbita.;
Non vi sono spiragli. Le narici sono situate nel disotto del capo un piccolissimo tratto
più innanzi degli occhi, e fra l ’una e l ’altra corre la stessa distanza ehe fra ciascuna e
I occhio del lato rispettivo. La loro distanza dalla bocca è due volte minore di quella
ehe le disgiunge dalla punta del muso. Il loro orifizio è bislungo, obliquo: il lembo anteriore
verso l’estremità interna è fornito d’una valvula triangolare acuta picciola rivolta
ail indietro ; dalla base di questa ail’ estremità esteriore della narice lungo lo stesso
lembo anteriore haw i un’appendice piatta rivolta verso l ’ interno del tubo nasale, più
larga ehe lunga, tenue, rettangolare, cava: il lato posteriore ha un’appendice triangolare
erta, rivolta verso l’interno, larga, breve, scavata a foggia di canale. Il taglio della
bocca e arcualo, e fra l’uno e l ’altro de’ suoi angoli corre un terzo più ehe fra il punto
anteriore e l’ apice del muso. Le mascelle sono poco dilatabili a paragone di quelle
degli altri Squalini nostrali. Portano tre file di denti piuttosto piccioli, piatti, triangolari,
a base dilatata, non seghettati al margine, con la punta alquanto inclinata verso
l’ angolo della bocca e col taglio acuto. Il palato e il mezzo della lingua sono ver-
rucosi: il contorno della lingua stessa è mediocremente erto. Le aperture branchiali
sono cinque, situate nella parte anteriore del tronco verso il basso, brevi, tutte parallele,
all’ eceezione dell’ultima che converge all’ ingiù verso l’estremità della quarta. Fra la
prima e la quinta corre superiormente la metà della distanza che passa fra la prima e
l’occhio. Il tronco si restringe in larghezza verso il terzo posteriore; alla radice della
caudale è due volte più alto ehe largo, e superiormente porta una fossetta trasversa se-
milunare. Lungo tutto il tratto orlato dalla caudale è compresso-ensiforme, e presso il
termine è quattro volte più alto ehe largo. L’ano è tre vohe più lontano dalla punta del
muso ehe dalla radice della pinna caudale, due volte più vicino a quello che all’ apice
della caudale stessa. La pinna dorsale anteriore è un quarto più lontana dall’apice del
muso ehe dalla radice della caudale : è quadrilatera col margine terminale e il posteriore
fortemente incavati, questo secondo brevissimo: il lato anteriore è curvo ail’ indietro un
sesto più lungo della base, un terzo più del terminale, sette volte più del posteriore. La
seconda dorsale sta oltre a due volte più viciua alla radice della caudale ehe alla dorsale
anteriore : è picciolissima, quadrilatera : la base è otto volte minore di quella dell* anteriore;
l ’angolo anteriore rotondato, il posteriore acuminato con la punta volta all’insù;
il margine posteriore è assai crasso. Le pinne pettorali hanno origine sotto al punto in-
termedio aile estremità della quarta e della quinta apertura branchiale : sono grandette,
triangolari-falciformi, colla punta incurvata ail’ indietro, rotondata, e con un’ orecchietta
acuta sporgente presso 1’ estremità posteriore della base. Il lato anteriore supera la base
di due volte e un quarto, il posteriore la supera della metà; l’altezza dell’orecchietta è
poco minore d’una terza parte della misura della base medesima. Le pinne ventrali non
sono congiunte neppur nei maschi, stan situate in mezzo al tratto frapposto aile due
dorsali, e sono mediocremente grandi, quadrilatère, col margine terminale fortemente
incavato, esteso quanto la base e il lato anteriore, ch’ è curvo ail’ indietro: il lato poster
riore è poco più lungo d’una terza parte della base. La pinna anale è picciolissima, con-
formata corne la seconda dorsale, ma alquanto più angusta, situata più indietro della
medesima, e due volte più vicina alla radice della caudale che alle ventrali. La pinna
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