caudale comprende cinque delle nove parti della lunghezza totale del pesce. Il lobo
superiore ha il margine rettilineo, appena sollevato sulla parte attenuata del troù-
co e termina con un picciolissimo tratto cunéiforme a rovescio, troncato assai obliqua-
mente. Il lobo inferiore sorge alquanto innanzi al superiore; immediatamente dietro
alla sua origine si dilata in un'orecchietta triangolare, il cui lato anteriore s’ incurvà al-
l ’ indietro, il posteriore è quasi rettilineo e verticale alTasse della coda, e la cui altezza
è poco minore dell’ altezza che ha il tronco nel punto ehe gli sovrasta: al termine posteriore
dell’orecchietta il lobo inferiore della caudale ha un terzo dell’altezza della
orecchietta medesima ; da quel punto fino al confine del lobo superiore va restringen-
dosi a poco a poco.
Il color del dorso e della parte superiore del capo è una tinta d’ardesia turchi-
nastra uniforme. Al disotto della linea laterale, ch'è molto visibile, i fianchi sono d’una
tinta analoga a quella del dorso, ma più tendente al cinereo-chiaro ; il ventre e la
parte inferiore del capo sono latteo-carnicini : questo colore si stende sulla metà inferiore
dei fianchi, i quali pero presso l’ inserzione delle pinne laterali sono sfumate
irregolarmente del colore del dorso. La pinna dorsale anteriore è di color cenerino
scuro ai margini, bianco sordida nella parte centrale, presso la base, e alla punta: la
dorsale posteriore e la caudale sono cinereo-scure. Di color fosco sono le pinne pet-
torali sopra ambedue le facce, con la punta pallida, e con la base biancastra nel mezzo,
specialmente dalla faccia inferiore : le pettorali superiormente sono cinereo-scure nella
metà anteriore, con la punta pallida, e la parte posteriore carnicina ; la faccia inferiore
è carnicino-sordida col margine anteriore nerastro. L’ anale è del colore del ventre.
Gli occhi hanno l’iride nerastra, e la pupilla nerissima. La lingua, le fauci, l’interno
delle aperture branchiali e il peritoneo sono lattei.
La figura di questo pesce data dal Rondelet sotto il nome di VulpeSj quantunque
rozza, rappresenta a dovere la direzione della coda : lo ehe non puo dirsi d’altre figure
e antiche e recenti, le quali semhrano ritratte da esemplari deformati pel diseccamento,
e forse in parte sono state copiate una dall’altra.
LAMINA CORNUBICA
LAMNA SMERIGLIO
lamna ardesiaca subtus alba : rostro pyramidatOj acutiusculOj ascendente : caudae lunulatae
segmento superiore duplo longiore.
squalus conNUBicus, Gmel. Syst. Nat. I . p. i 497* 3P‘ *5* Schneid. Bl. Syst. p. i 32. sp. a i . Risso, Ichth.
Nic. p. 2 9 . sp. 5. .
squalus N asus, Bonnat. in Tail. Eue. Ichlii. p. 10. sp. 16. tab. 85. fig. 55o.
iso ru s OXYRINCHUS, Rafin. Caralt. p. la. gen.iv.sp.ng. tab. xiïu fig. 1. Id. Ind. Ilt.Sic.p.^5. sp. 0 2 9 .
isu bu s spa l l a n z a n i, Rafin. Ind. ht. Sic.p.fiS. sp. 33o . et Append, sp. 2 7 .
SQUALUS ( carcharhinis) lamia, Blainv. in Faun. Franc. Poiss. p 88. sp. 19.
sQoALos ( cARcuARHinos ) coRNOBicos, Blainv. in Faun. Franc. Poiss. p.96. sp. a3. tab. liv. fig. 2.
LAMIA CORNOBICOS, Risso, Hist. N at.-III. p. 1 2 4 . sp. 1 0.
lamia, Rondel. Hist. Pise. I. lib. x iii. cap. x ii. p. 3g o .
CANis c arch arias, seu lamia Rondelet. Gesn Aquat. IV .p . 173 .cum fig.
CAN IS c archarias, Aldrov. Pise. lib. iii. càp. xsxii.p.Sqg.fig. in p. 382. 383. 388.
cane DI MARE d i Messina, Spallanzani, Viaggio alle due Sicilie I I I . cap.zu.\.p. 9 2 .
TOOiLLE boeuf, Duhamel, Péch. I I I . Sect. ix. cap. iv. art. i.p. 297. tab. x9.fig. 4.
squale nez, Broussonet in Act. Paris. 1 7 8 0 . p. 56j . sp. 16. Cuv. Règn. Anim. I I . p. 1 2 7. Id. Ibid.
a. ed. II. p. 389.
squale LONG-NEZ, Lacép. Hist. N a t Poiss. I . tab n.fig.3.
LAMIE LONG-NEZ, RlSSO, loco citato.
porbeagle, Borlas. Nat.Hist, of Corntv.p.265.tab.26. fig.^. Penn. Brit.Zool. I I I .p . io 3. sp. 11.
D i tutt’ i pesci Squalini di maggior mole, che accoglie il Mediterraneo, questo
è il più comune. Rondelet lo descrisse con la solita sua esattezza, e lo chiamô Lamia
perché credette che questo fosse il formidabile Cane di mare che cosi denominarono
gli antichi, e che poi da Linneo è stato detto Squalus. carcharias. Gl’Ittiologi del se-
colo scorso di cio non s’ awiddero, e concordemente riposero la Lamia di Rondelet
fra i sinonimi del già detto Carcharias> pesce assai meno frequente nelle acque del
nostro mare e forse non mai osservato dall’ autore francese. Dopo Rondelet, per questa
guisa lasciato da banda, il primo a dar conto dello stesso pesce e a divulgarne la
figura si fu il Rorlasio, il quale lo rinvenne sulle spiaggie di Cornovaglia, e lo chia-
mo con vocabolo inglese Porbeagle. Successivamente ne parlarono Duhamel e Rrous-
sonet, quello sotto l ’appellazione francese di Touille boeufs questo sotto il nome di Nez
suggeritogli dalla curiosa forma del muso, I compilatori Gmelin e Bonnaterre quasi
contemporaneamente arrogarono poi a se medesimi l ’erezione délia specie con appli-
care ad essa nomi sistematici latini. Gmelin la disse Squalus cornubicus dalla provin-
cia d’inghilterra sulle cui sponde l ’aveva osservato Rorlasio, senza awertire che il
soggiorno del pesce si estende ben più largamente che a quei soli mari. Bonnaterre si
contenté di volgere latinamente il vocabolo proposto da Broussonet, e reco in mezzo
il nome specifico nasus.