mente all' indietro, tondeggiante, leggermente compresso. Gli spiragli hanno l ’apertura
piccioletta bislunga obliqua, e sono situati in prossimità dell’ occhio. Le narici banno
l’orifizio quasi semilunare, e portano sul lembo anteriore una valvula triangolare-lingui-
forme rivolta orizzonlalmente all’indietro, e piressö questa un’appendice tenue, breve, lar-
ga, concava, rivolta verso l ’interno: sul lembo posteriore è impiantata un’altra appendice
rivolta verso l^interno, ma angusta, erta e scavata longitudinalmente a modo di canale,
La bocca è mediocremente grande, tagliata ad arco acuto : presso l’uno e l’altro de’ suoi
angoli è visibile una piega di figura parabolica, il cui ramo esteriore è più lungo e
corre nel sensö dell’ asse del pesce, l ’altro è parallele) al taglio della bocca: fra l’este-
riore e l’angolo délia bocca stessa bavvi un’ appendice linguiforme breve rivolta all’ in-
dietro. I denti sono simili a tubercoli rotondati di base ellittica, piccioli, fitti, disposti
in ordine quincunciale, in circa olto serie. Talvolta s’elevano nel mezzo in una pic-
ciola punta, e questo ha luogo principalmente nella mascella di sopra. L’ ano è collo-
cato innanzi alla metà del corpo, più nei maschi che nelle femmine, condizione che si
ripete più o meno distintamente negli altri Squalini. Tutte le pinne, eccettuata la caudale
hanno la solita figura cunéiforme a rovescio, e son troncate obliquamente col
margine terminale più o meno incavato. Due,sono le pinne dörsali, inermi, assai crasse
presso la base. Le pettorali hanno origine al di sotto della quarta apertura branchiale.
Le ventrali sono collocate dietro la dorsale anteriore. L’anale è quasi opposta alla posteriore.
La caudale ha due lobi distinti, il superiore basso col tratto terminale cunei-
fprme a rovescio, troncato obliquamente; l’inferiore orecchiuto. Il corpo è coperto di tubercoli
picciolissimi triangolari unicuspidi, meno acuti nella parte superiore del muso.
I Pesci spettanti a questo genere sono d’ indole tranquilla, gregarii, e corne quelli
ehe han la bocca debolmente armata di denti si contentano di far preda d’altri pesci in-
capaci d’opporre difesa, e di inolluschi. Tutti sono vivipari. Abitano in prossimità dei
lidi in siti fangosi. Hanno proporzioni maggiori di quelle degli Scilliij ma non giun-
gono mai a moli gigantesche.
II Cuvier fu il primo ehe circoscrisse il Mustelusj riguardandolo corne sottogenere.
Dal Rafinesque questo gruppo veniva confùso sotto il genere GaleuSj dal Blainville
era riunito a’ suoi S quali Galeorhinij essendo questo il nome ch’ egli diede a tutti gli
Squalini forniti di spiragli, d’anale, e di due dorsali, la prima delle quali collocata
innanzi aile ventrali.
Vivono nei nostri mari due specie di MusteU somiglianti fra loro in sommo grado, ed
è verosimile ehe tanto l ’una quanto l ’altra popolino ancora gli altri mari d’Europa.
In ambedue s’ incontra il dorso di color uniforme, oppure cosperso di macchie Manche
di varia figura. Assai diversa è la qualità delle lor carni; quindi accade ehe i pe-
scatori ed i pescivendoli premurosi di non confonderle riescono in questo assai me-
glio ehe non han fatto fino ad oggi gli uomini della scienza. E ben vero che in pa-
recchie opéré moderne d’ Ittiologia si fa menzione di due ( ed anche tre ) diversi Mu-
stéli europei, ma da pertutto si trovano trascurate le principali considerazioni ehe ser-
virebbero a stabilire la separazione, e vien proposto corne principal segno differenziale
l ’esser il dorso d’un color solo, oppure macchiato. Ora per quel ehe abbiamo detto
qui sopra niun carattere potrebb’ essere più fallace di questo. Quindi è ehe il chiarire
quai delle specie ciascuno di tali autori abbia dato sotto uno de’ suoi nomi, quai sotto
l ’altro, riesce ugualmente difficile ehe il fissare la concordanza degli gerittori i quali
hanno registrato una specie sola.
In mezzo a tanta incertezza ci conviene descrivere siffatti pesci quali noi gli abbiamo
osservati senza curarci delle appellazioni specifiche usate prima d’ora dai sistema-
tici. Plebejus chiamiamo quello dalla carne men buona, e diamo il nome d’ equestris
all altro. Sotto il primo (perché è il più diffuso, piuttosto che per ragioni fondate) alle-
ghiamo la massa dei sinonimi quasi intiera: al secondo riportiamo una sola citazione del
Blainville. Infatti sembra che sotto i nomi Squalus hinnulus e Squalus mustelus quest’au-
tore abbia dato le stesse nostre due specie. Ciö che puö indurre a crederlo si è la diversa
proporzione ch’ egli fissa allô spazio ehe corre fra gli occhi e la punta del muso
di tali pesci. Il resto delle sue descrizioni pero è lungi dal dissipare ogni dubbio.
La configurazione del corpo del Mustelus plebejus di sopra apparisce lanceolàto-allun-
gata, disugualmente fùsiforme-allungata di profilo. La sua maggior larghezza è compresa
dieci volte nella lunghezza totale, ed il punto in cui cade è sei volte più distante dal-
1 estremità posteriore che dall’ anteriore. La maggior altezza corrisponde essa pure alla
décima parte della lunghezza di tutto il pesce, e cade in un punto due volte e mezzo
più distante dall’apice della coda che da quello del muso. Il capo è lungo quanto la set-
tima parte del corpo intiero: il suo contorno si restringe moderatamente verso il dinanzi,
e nel tratto terminale è tagliato ad arco di circolo. Gli occhi stanno appunto di mezzo
fra la prima apertura branchiale e l’apice del muso : l ’orbita è grandetta, ed ha il dia-
metro trasversale due volte più esteso del verticale, e pari alla metà dell’ intervallo ehe
passa fra l ’angolo anteriore dell’ occhio e l’apice del muso. Quest’ ultima distanza è la
rnisura esatta dello spazio ehe corre superiormente fra l’angolo anteriore dell’ uno e
quello dell altr occhio. La pupilla varia di molto in grandezza, ma al solito è larga
quanto un terzo dell’ orbita. Gli spiragli sono situati dietro all’uno e ail’altro occhio al
di sotto della linea ehe forma il prolungamento dell’ asse dell’ orbita, e alla distanza
d’ una quarta parte del diametro maggiore della medesima. Le narici s’aprono assai vi-
cino al contorno del capo, a distanza due volte maggiore dall* apice del muso ehe dalla
bocca: il diametro del loro orifizio è alquanto minore dell’ intervallo ehe le sépara.
La bocca è situata di mezzo fra la punta del muso e la prima apertura branchiale : il
suo diametro è un quarto minore dell’ intervallo ehe corre fra il suo punto anteriore e
l ’estremità del muso. Il tronco porta un solco longitudinale profondo nella parte inferiore
dall’ ano fino alla pinna caudale, e alla radice di questa è appena più alto ehe largo.
L’ ano s’ âpre innanzi alla metà del corpo, essendo la porzione anteriore un quarto
men lunga della posteriore ne’ maschi, circa un sesto nelle femmine. La prima pinna
dorsale sta oltre a due volte più lontana dall’ estremità posteriore che dall’ anteriore. La
sua base è lunga poco meno dell’ intervallo frapposlo allô spiraglio e ail’ apice del
muso : l ’ angolo anteriore è rotondato, il posteriore acutissimo. La seconda dorsale
sorge un sesto più vicino alla prima che all’ apice della caudale; è un terzo men’ alta e
più sensibilmente forcuta dell’ altra. Le pinne pettorali sono grandi, troncate molto obliquamente,
col lobo terminale appena inarcato all’ indentro, e coi due angoli liberi smus-
sati. Il lato anteriore supera tre volte la lunghezza della base, il posteriore la supera
due voke, il terminale due volte e mezzo: la maggior lunghezza della pinna giunge ad
aver due terzi della lunghezza del lato anteriore. Le pinne ventrali banno il lato anteriore
e il terminale un sesto più lunghi del posteriore e della base ; l’angolo anteriore è
quasi retto, il posteriore acuto. La pinna anale ha origine sotto la metà della seconda
dorsale, e corrisponde ad essa per la figura, solo è un terzo minore, più obliqua, ed ha