piccole punte, e soltanto verso il margine lievemente raggiati. Circa trenta sono gli
scudi degli spigoli laterali, grandi, più ancora verso il mezzo, e foggiati a guisa di rom-
boide, con un appendice superiore lesiniforme diretta verso il capo, e nascosta nella cute
sotto lo scudo ehe precede. La somma prossimità loro, anche negli esemplari più vee-
chi, distingue ad un tratto questa specie da tutte le altre, come benissimo osserva il
dotto Fitzinger: ma non inutile crediamo 1’accennare ehe i giovani di varie altre specie
e segnatamente dello Streletto gli hanno auch’ essi approssimati assai, e ehe il nostro
Acipemer Naccarii in tutti gli esemplari anche grandetti da noi osservati ne li ha mo-
strati anche più contigui da sembrare ehe 1’uno all’altro si soprapponga. Quelli della
specie che andiam descrivendo sono inoltre provisti di uno spigolo tagliente ehe au-
menta in elevazione sempre più approssimandosi alla coda. Gli scudi delle serie ven-
trali sono circa dieci non dissimili a quelli del dorso, quasi cuoriformi: i due anteriori
sono i più piccoli: quelli delle medesime serie che dopo 1’interruzione delle pinne ven-
trali mostransi fra 1’ ano e la sua pinna sono quattro o sei, irregolari tanto per la forma
ehe pel numero, uno de’quali più grandi cela il cominciamento delle pinne. Nei
vecchi esemplari scorgonsi quattro scudetti ineguali fra la pinna anale e la caudale;
e fra la dorsale e l’anale se ne scorgono sei: la pinna dorsale in essi vien coperta da
uno scudo più grande : quello ehe d’ ambo i lati ricuopre la clavicola ha la forma di
mezzo romboide, debolmente carenato, ruvido senza essere raggiato. La distanza fra i
lor punti centrali molto più breve della metà del lor diametro maggiore è minore di
quella dei centri delle piastre frontali anteriori cui perfettamente rassoinigliano. La
pinna dorsale molto erta, ha ia forma di un trapezio col lato superiore assai ricurvo,
col posteriore assai breve ed è alta due quinti meno ehe non è lunga ; Ie pettorali
assai più brevi delT altezza del corpo hanno il raggio duro in avanti ehe raggiunge tre
quarti della loro lunghezza: le ventrali notevoli per la piccolezza, sono assai più brevi
dello spazio ehe corre dalla punta del muso al margine anteriore della bocca. L’anale si
origina al perpendicolo della metà della dorsale, ed è lunga quanto la distanza ehe
passa fra essa e la caudale. Molto erta è la caudale divisa in due lobi, il superiore
de’ quali è basso, lungo ed acuto, l ’altro ha l ’estremità falciforme al disotto, e la sua
parte sottoposta alla mezza luna è quasi tre volte più breve, sette volte più estesa in
altezza. 11 colore dello Storione comune sul dorso fino agli scudi laterali è foscastro,
e nel rimanente del corpo di un bianco argenteo splendente ; nel totale pero sêmbra
smaltato in acciajo: gli scudi assumono un color corneo: l’ iride dell’occhio è gialla.
Negli individui di circa due piedi di lunghezza (che puö dirsi la media statura)
l ’altezza è compresa poco più di sette volte nella lunghezza totale, ed il capo vien
compreso quattro volte e mezzo nella medesima: la fronte è fortemente rigonfia alla
base, ed il muso più lungo ed acuto ; le branche anteriori delle piastre parietali non
si estendono fino al centro delle piastre frontali: la distanza ehe corre fra i punti
centrali delle piastre parietali, è quasi uguale a quella dei centri delle temporali:
scarso numero di piastruccole ricuoprono superiormente il muso : il pezzo corneo ehe
lo divide inferiormente sembra interrotto innanzi aile barbette, ed è nudo di scudetti.
Gli scudi del dorso si awicinano tra loro assai più ehe negli adulti; e quelli ehe si
trovano al principio della serie sono taglienti, ma dopo il settimo circa cominciano a
mostrare sulla groppa un uncino assai acuto e ricurvo all’indietro: le punte ehe li fan
ruyidi sono disposte a guisa di raggi.
Nelle più piccole Porcellette, come quella effigiata, ed in quelle che non oltrepas-
sano un piede o poco più, l ’altezza è appena il settimo della lunghezza ; il capo è con-
tenuto men di quattro volte nella lunghezza del pesce: il muso è ancor più allungato,
molle, ruvido, subuliforme e al quanto ricurvo: la piastra occipitale giunge fino al punto
centrale delle piastre parietali: in vece della piastra frontale di mezza si trova una specie
di fontanella. Gli scudi dorsali sono assai rilevati ed acutamente carenati, e gli anteriori
cominciano assai prima a mostrare la punta uncinata; tutti quelli dei lati ter-
minano in un unoino acuto che si fa più grande nei prossimi alla coda, dentellato in
tutti al di dietro: anche quelli del ventre sono similmente conformati, e gli anteriori
sono a proporzione più grandi che nei vecchi. La pinna anale è tagliata obliquamente
ed ha il lobo inferiore assai meno sporgente nella punta inferiore.
I giovani, per quanto abhiamo osservato, sono più scuri dei vecchi; e dai nostri
pescivendoli ci sono stati recati corne varietà interessante alcuni esemplari piccolis-
simi quasi affatto neri sotto il nome di Porcelletta mora,
L’Acipenser Sturio non invade il dominio delle specie orientali, nè quelle ven-
gono nel suo all’occidente d’ Europa, della quale soltanto è proprio, checchè alcuni
abbiano detto altrimenti: tien per limite lo spazio compreso tra il primo ed il cin-
quantesimo grado di longitudine dall’ Isola del ferro, e il trentacinquesimo e il sessa-
gesimo quinto di latiludine. Godendo pertanta di estesissimi confini trovasi nell’Adria-
tico, nel Mediterraneo, nelTAtlantico, nel Baltico, nei fiumi che in essi metton foce
e ne’ loro confluenti. È cosa poi degna d’annotazione che nel Pô, corne accennammo,
vive in compagnia della specie che nella nostra tavala gli è figurata di sotto, mentre
nel Tevere trovasi solo. Par che non visiti i paraggi della Sardegna mentre abhonda
piuttosto in altre parti del Mediterraneo, sulle caste atlantiche di Francia e d’ Inghil-
terra, e si estende quantunque raro lungo quelle di Scandinavia awenturandosi talvolta
perfino all’ acque d'Islanda.
Simile fa il passo a quello degli altri Storioni, ma non si unisce come quelli a
numerose schiere, piacendosi di andar solo o a piccole brigate; depone le uova in
principio di primavera, e sgravata entra i fiumi in cui si piglia di Maggio e di Giu-
gno, came si pratica sovente nel Tevere con le reti a bilancia impernate nelle pile dei
ponti ohe pel continuo ravvolgersi tutto il giorno diconsi Giornelli i alla quai semplice
machina pensano i nostri pescatori aggiungere miglioramento facenda si che la notte
non cessi l ’una rete d’ immergersi, l’ altra di venir fuori, porgendo pero un segnale
quando abbia estratto la preda dall’ acqua. Il peso più comune degli Storioni è di circa
cento libre, e talvolta del triplo quando siana cresciuti in proporzione. Avvi chi scrive
che la loro lunghezza giunga perfino a dieciotto piedi, ma noi non possiamo far fede
di una taglia si grande. Ottima carne in vero, ma forse più decantata che la non me-
riti; sembrando più di Vitello che di pesce. A ’ lauti desinari non deve mancare quando
è stagione, sotto pena degli Anatemi di Apicio; e al pranzo degli Apostoli in Parasceve,
ne vengono da Ferrara in tributo; che se non hasfano alla corte ed ai servienti, se ne
riempiono d’altre polpe le spoglie.
Ad palatinas Acipensem mittito mensas,
Ambrosias ornent munera rara dapes.
Martial.