stro e la màseella. L’orbita dell’ occhio in forma di ellissi allungata ha in diamelro longitudinale
quasi un quinlo deli’apertura della bocca. Superiormente all’occhio stesso
spiccasi dalla parte interna un robusto aculeo rivolto in basso. La coda è più lunga un
seslo del rimanente del corpo, ottusamente tetragona, ed è armata superiormenle lun-
go il mezzo di una quindicina dlaculei regolarmente spaziali. La prima delle due dor-
sali comincia a due quinti della coda contando dalla sua estreinità, e si estende perdue
settimi della inedesima: lo spazio tra la prima e la seconda è la metà della lun-
ghezza della prima, e vi si scorge un aculeo poco innanzi l’ intestatura della seconda,
la di cui lunghezza è uguale a quella della prima; le ventrali sono composte di due
lobi.di cui l’anteriore è più lungo, ma men largo.
La lunghezza dell’ esemplare descritto è di un piede e quattro linee: la larghezza di
sette pollici e sei linee ; i lati anteriori del disco fino alla punta del rostro misurano cia-
scuno sei pollici, i posteriori fino aile ventrali tre pollici e quattro linee. La lunghezza
delle ventrali è un pollice ed una linea: il rostro sporge oltre il disco un pollice e tre
linee: dal suo apice aU’angolo deH'occhio corrono due pollici e cinque linee; alla prima
apertura branchiale due pollici ed una linea; gli angoli della bocca due pollici e
sette linee; lo squarcio di quest’ ultima è di un pollice e due linee.
Pei colori non è affatto dissimile dalla precedente, generalmente pero vedesi di tinta
più carica al di sotto. Non giunge a dimensioni tanto grandi, e la sua carne è gradita
ancor meno. Le si danno pramisçuamente i nomi volgari di quella. À Nizza pero più
propriamente quello di Pi&sova, e nel Veneziano quello di Moro,
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