pesce formando un piccolo arco sopra la pinna pettorale, quindi corre dritta fino alia
coda. L’ano apresi alla metà del pesce esclusa la caudale. La pinna dorsale alla poco
più d’un quarto del tronco nasce un poco avanti il terzo anteriore, ed è lunga la metà
del pesce esclusa la pinna suddetta, poco prima della quale termina in punta : i quattro
primi de’ suoi trentotto raggi son breyissimi, e raggiungono a gradi gli altri ehe son tutti
uguali. Le pettorali nascôno poco sotto la linea dell’ occhio, son più breyi della metà
dell’ altezza del pesce, ed han forma ovale. Le yentrali seusibilmente più brevi spieçano
alquanto innanzi delle suddette, ed hanno il raggio spinoso debole,e un terzo più breve
del primo dei molli. L’anale comincia un poco innanzi la metà della dorsale, e termina
simmetricamen te con lei : ed i raggi spinosi di questa e di quella sono cosi difficili a distinguerai
dai molli, ehe acuti osservatori non seppero persuaderai essere questo pesce
un Acantotteriggio. La caudale crassa e robusta misura un quinto dell’ intera lunghezza,
e biforcasi fino ad un suo terzo.
Color del pesce è di stagno ceruleggiante con riflessi quasi argentini; quel della
cute che ricuopre crassamente le pinne è ceruleo più determinate e più cupo. Diver-
sificano i giovani da vecchi nell’ aver quelli assai più chiaro, hrillante e yariopinto il
manto, questi più sinorto, uniforme e volgente in bruno. Concorrono a tai cambia-
menti la natura delle acque e la qualità delle sponde.
Coinponesi di venticinque vertehre lo scheletro, undici delle quali addominali e
quattordici caudali, tutte di poca solidità e consistenza. Le costole e le apofisi loro
sono gracili anch’esse. Il fegato consta di unico lobo schiacciato, triangolare, non ol-
trepassante il terzo dell’ ipocondrio sinistro. Lo stomaco poco largo ma esteso per tulta
l’addome, di pareti sottili e internamente lisce, pende da un brevissimo. esofago, ed. à
fiancheggiato a dritta dall’esilissima vescichetta del fiele che ha forma tubuläre, e si
protrae per aleun poco oltre il fegato. Il dutto coledoco è breve, e sgorga superiormente
presso il primo degl’ intestini ciechi, che sono in numéro di nove: il primo dei
quali risale verso il diafragma, gli altri si allungano gradatainente fino al sesto, che è
quasi lungo quanto lo stomaco, decrescono quindi rapidamente, talchè il no.no non. kt
che un terzo del più lungo. 11 tubo intestinale distendesi tanto che dopo aver riroon-
tato fin quasi il diaframma ripiegasi una ed un’ altra volta sopra se stesso per la lunghezza
sempre dell’ intero addome. I reni grandi, rigonfi superiormente, riunisconsi
posteriormente in un lobo solo che discende quasi fino all’ ano. Non manca una vescica
urinaria piccola, oblunga. Il notatojo angustissimo e breve siede al terzo della lunghezza
dell’ addome. Singolarissima poi è in questo pesce la potente armatura della faringe,
in cui veggonsi lateralmente profonde scanalature ossee e dentate prodolte da parëc-
chie appendici allungate, formte di denti a scardasso, e situate sopra l’osso superiore de!
quarto arco, fra i superiori ed inferiori faringei, che sono anch’ essi in egual maniera
dentati.
In estate ci si porge ma raramente questo pesce a vedersi, e per lo più alle foci dei
fiumi : rarissimo e quasi accidentale incontrasi nell’ Oceano, e sembra specie méridionale.
Ha rapidissimo il corso, robustissimo il cozzo: cibasi di Molluschi e di Ascidie.
Depone le uova d’ autunno: pescasi ne’ siti fangosi: ha carne flacida e men buona,
portandone sopra di se fino oltre a quindici libre. Lesemplare più grande da noi ve-
duto misurava quasi tre piedi. Pesce Paolo lo chiamano a Roma, e quando sia de’ più
belli diconlo Paolo incoronato. A Nizza secondo il Risso dicesi Fanfre e Fanfre d'Ame-
rico.
SCHEDOPIIILUS MEDUSOPHAGUS
SCHED0 FIL0 MÂKGIA-MEDU SE
scHEDOPHiLus ter f e r e longior quam altus, fusco-olivaceusy nigriöanti-varius : pinnis con-
coloribus ; caudali ad basim rotunda, apice emarginata.
D. 44. P . 18. r . 6. A . 28. C. 20.
CENtbolophüS medusophagus, Cocco, in Giorn. Innom. Mess, Ann, l i l • n. 7. p. 67.
Ç.CHEDOPHILUS MEDUSOPHAGUS,, Cocco, loco
./jLbbiam veduto nelParticolo precedente come un carattere artifiziale facesse chiama-
re Centrolophus quel pesce Coryphaenino da cui ci siamo accommiatati, ora veggiamo un
pesce che possiede naturalmente quei tai processi spinosi innanzi alla dorsale, pei quali
bene gli converrebbe quel nome. Scoprialo non ha guari l’infaticabile Professor Cocco
nelle acque di Messina, e contentavasi descriverlo. quai nuovo Centrolophus in umili
carte, ove con miglior consiglio ne proponea con la modestia propria dei saggi e pru-
denti uomini un nuovo genere, ehe noi ci affrettiamo di adottare corne segnalatissimo,
col figurare il più bello degli esemplari da lui mandatioi.
Riconosciamo in questo nuovo genere una corporatura più elevata e più compressa
ehe negli altri Coriphaenini approssimantesi a quella degli Stromateinij e colla parte as-
sottigliata del tronco assai stretta; sovra il quai punta le pinne dorsale- ed anale prolun-
gano invece di raccorciare i raggi loro. La mandibola sporge oltre la mascella; e i denti
in ambedue sono sottili, acuti, distinti, uniseriali: sette raggi ben decisi hanno le membrane
branchiosteghe. Ma cio che lo diversifies assaissimo dai generi affini e da tutti gli
altri Scombridi, è l’esistenza di punte spinose e di dentelli nei margini dei pezzi oper-
colari: la quai circostanza segna una parziale ànalogia colle Percae è massime coi Che-
todontidiy avendo al par di essi le pinne vestite di squame; al tempo stesso ehe nei limiti
della propria famiglia quel carattere lo avvicina ai Bramiai> e que’ rudimenti d’açuleï,
ch’esso porta avanti la pinna dorsale, ai Centronotini.
La specie di cui parliamo è avale, sattile, coi profili del dorso e del ventre ambedue
simmetrici, fuor di un semplice incavo su 11 a. verticale del lembo posteriore dell’occhio:
la sua lunghezza è più di due volte e mezzo della propria altezza; la parte assotti-
gliata del tronco al ta quanto lunga è un dodicesimo di quella ; il capo poco più alto
ehe lungo n’ è poco meno di un quarto. Gli occhi rotandi s tan no due volte più viciai
al profilo superiore che all’ inferiore, e di&tano un lor diametro e mezzo da 11’ apice
del muso, due e mezzo e più dall’angolo posteriore dell’opercolo, men di uno fra loro. Il
preopercolo emette dairinferior sua margine una dozzina di lunghi acutissimi dentelli;
roper Col o inferiormente rotondalo, e superiormente alquanto concavo, riceve al paro
dell’ occhio un profondo incavo, e percio puo dirai ehe abbia due lobi, il superiore dei