ta una certa prudenza difcernitrice de’ tempi , onde una volta prendanfi piîi dï
fretta per isbucareun’ altra o tantO' più lentament-e fi muovano, quanta ba-
fti per differire tutta i’Jnverno a cambiarfi, o tanto più tardo incomincino ai
farlo. Fu eonofeiuta, non sa quamo perfettamcnte perb-, anche dagli antiohi-
quella metamorfofi, e prefso allô' ftefso Atiftotile ( De-Hift. Anim. A 5; #. i?;>
leggiamo i vocaholi,, che traflatati in latino fuonano quegli di Aurelia,. e dl
N imp b a , co’ quali intendiamo loftato de’Bruchi, mentre roerrfti, & contraüi,
per ufar le parole del fopraddetto, quiejctmt,. nec ulto paElo- moveyi f e pattun-
tur, ufque dum fpeciet deftinataperficiatur. Cosi P lin ia , ( Hijl. Nat. I . 1 1 . c.26.')
dove parla della generazione delle Cicale , ebbc a dire : F it primo Vermicu-
lum , deinde ex eo-qua vocatur tettigometra, cujus cortice ruplo eirca foljlitia e-
volant. E dove generalmente degl rnfetti. favella ( Lib. eod.c. 32..) Htec eruca ,
quam chryfalidem appellant, rupto, inde cortice volât P a p ilio . Sulle quali parole
vuolfi. notare cib, che alctini forfe non avvertirono, chegl’Infetti, i qua->
lî trasmutanft, non pafsano. immediatamente dall’èfsere di Vermi a quel di
volatili, ma. prima prendono. quello di Aurelie, fuccedendo in elfi cosï: duer
voile cambiamento di fpoglie. Imperciocchè di ordinario pochi giorni dap-
poi che lafciarono il cibo, ed incominciarono a raggrinzarfi , depongono la
fpoglia di Bruchi, e prendono quella. di Aurélia, iridi dopo determinatofpa-
zio di tempo forano quella di Aurélia, e lafciatafela dietro diventan volati-
l i .. Quelle Aurelie Cono una condizione di. animale , per quanto alla figura
fi afpetta, fra il Bruca, ed il volatile, participando della forma delllino, e
dell’àltro. In^annano percii) chi non le oiserva con buooefame; mentre fuol
parère, che le Aurelie medefime come fi fianno vogliano diventare Volatili,.
veggendofi $n efse rilevate quafi affattoe le Ali, e le Antenne , ed apprefso.
quafi tutto quanto pofsono avéré ifuddetti.. Mailfatto fia, che tutte le dette
parti, le quali fu quella corteccia apparifcono, altro non fono, Ce non una come
ftampa, fotto di cui fi iavorano le membra loro, corrifpondenti neirinfet-
to, che deve ufcire , ed. un certa abbozzo, e modello , fu cui la Natura va
organizzando con mrglior mano ognun.di: que’membriParmi, che la metamorfofi
degl’Infetti accennata non s’intendefse molto bene daTeofrafio, ( H ift*
Plant. 1. . 2 . C . 9. ) il quale difse,, che i Culici^ del Fico fi generano da’ Qranelll
putrefatti diquel frutto, il che, fecondo.lui, da cio fi argomenta, quoi poft-
quam cvolavemnt, grana ficubut nulla penitut infunt : Evolànt magna ex parte
pedem,, aut pennam: relinquentcs in pomo.. Io credo, chequanto dal medefimo
venne Ctimaio penna, o piede , altro veramente nonfofse, fenon la fpoglia del
Bruchetto, o pur della Ninfa, da cui quegli. Animaletti fcioglieanfi ; ma eglr
ci6 ben. non. intefe, e non. feppe diftinguere, corne, doveafi , l’ una cofa dall’
altra.
X X II. La fcarfezza de’Bozzoli délié noflre Càntaridi',, de’ quali nom ho po-
tutOi raccorne in quell’ anno, che poco numéro, non mi hannopermefso d’in-
teramente appagarmi nell’éfamina della Ninfa loro, od Aurelia.. Ne ho aper-
ti alcunï, il quinto, ed il felto giorno dacchè erano ftati formati;, ed. ho ri-*
trovato in ognuno di elfi gli animaletti. in fembiante ancora di Verrai,. folo
raccorciati alquanto, e piii gracili. AI t r i ne tagliai pofeia il decimoterzo, e
in quel torno ; ed avean quegli allora déporta la forma diBruchi, e prefaquel-
la, in cui li rapprefentano la F ig . 5. e 6. della T a v . 2, la prima delle quali
mortra
mortra la parte del ventre , l’ altra l’ oppofta della fchiena. Veggonfî dunque
prima interamente formate le ( a ) Antenne. Spuntano quelle dal Capo ( i )
ancora informe, e che fi lia molto chino , e guardante il ventre ; e rivol-
gendofi fubito all’indietro, a guifa delle corna É K Ariete, difcendono fopra
gli omeri , e vanno a finire su i lombi ( d d ) -. Veggonfi pure le gambe ne!
folito numéro di fei ( e ) , pofate fui ventre ftefso ; ma si quelle , come le
Antenne fuddette fono alquanto piit ritonde , e più tumide delle ordinarie ,
tutte bianchiccie, e molto ter.ere, e morbide.. Dagli omeri efconodue ( T a v .
2. F ig . 6. ) Ali, le quali non ben fi dillïngue fe fieno le cartilaginee, o .pure
le membranofe, mentre non fono efse ancora fpiegate , ma invoke , e pen-
denti fu i fianchi, del medefimo colore bianco , di cui fono le altre membra
ora dette. Il colore ,poi di tutto quel corpicello fi è rofso, alquanto più
vivo di -quello del Bruco, men perb carico di quello della Canîaride . Tutte
quelle membra fono cosi rilevate e diftinre, che a prima giunta midie-
di a credere, non efsere gik quella l’Aurelia della noftra Cantaride , ma la
rtefsa Cantaride ormai quart formata -. E per dir vero , ne refterebbe facil-
mente ingannato chiunque non avefse fatte ofservazioni , che fopra delle
Farfalle, e di qualche altro Animaluzzo, nelle cui Ninfe fi veggono, come
dilfi, rilevate bensi alquanto le membra, ma non mai tanto, quanto le nô-
ftre lo fono. Nel poco numéro perb di altre razze di Cantaridi, e di qual-
che Scarafaggio, che ho potuto ifinora ofservare, ho vedute le Aurelie fem-
pre fomiglianti aile nollre, e veduto ancora dalle medefime, che pur parea-
no quafi compiute Cantaridi, ufeirne pofeia le llefse a tutta perfezione e di
color , e di membra. E fra quelle una non meno delle nollre curiofa mi av-
venne d’ incontrare già pochi giorni , fpecialmente fu i teneri rami della Ga-
lega, o , corne volgarmente la chiamano, RutaCapraria, benchè alcuna voila
io l’abbia poi anche veduta fopra il duro tronco del Pioppo. Anzi egli è
da notarfi, che rende la rtefsa un certo odore afsai grave, fomigliantiffimo
appunto a quello, che rêndono le tehere boccie del Pioppo fuddetto. Non mi
è riufcito di ritrovare alcun de’ fuoi Bruchi, efsendo già tutti a quell’ora paf-
fati in crilalidi ; mi fi affacciarono folamente le Aurelie, le quali, mediante
la prima fpoglia del Verme, che non aveano ancor ben déporta, ftavanofoda-
mente attaccate a’rami, corne già dilfi, ovvero a’ tronchi accennati. Per non
formarfi quelle nel Bozzolo, ma alla feoperta, le ofservazioni, che intorno
ad efse fi fanno, riefeono più dilettevoli, e più fleure, vedendofi da quelle,
che a poco a poco vannofi lavorando, e che acquiftano quafi intera la forma
di perfetti ani'mali, feapparpoi fuori le vere Cantaridi, elafeiarfiaddietrouna
fpoglia, che fi è una viva e perfetta immagine di loro medefime. Sono efte
non molto più lunghe delle nollre, ma notabilmente piùgrofle, ed hanno un
certo color rolfo ofeuro . Non farà forfe fpiacevole la loro illoria , ove riefea
di poter’olïervare i fenoroeni ancora del loro Bruco. Intanto hocredutodi non
perdere il pregio dell’opera nell’accennare la diftinzione, che palfa fra le Ninfe,
od Aurelie delle Farfalle, e quelle delle Cantaridi ; mentre fi avvicinano
quelle alla perfetta figura dell’animale allai più di quello, che dalle altre fi fac-
cia. E cib non accent},o io già a V. S. Illullrifs. per far pompa ridicola di of-
fervazioni ; ma folamente per far palefe, che nel contemplare la bella fabbrica
delle; pofe create , quanto più vi fi filfa l’occhio, e la mente, tanto più nuove