LETTERE I T A L IANE
D I
LORENZO PATAROLO*
jü M . Rw en P. Cattevino "Zeno C. R . 5*
L o r e n z o P a t a k o l o .
W l u r a n a .
SOvra la Medaglia, di cul Voftra P. Molto Rever. defidera qualche fpie-
gazione r e ne ha impoftoalla mia debolezza l’incarico, efporro brevemente
quel poeo che con diligente ricerca- in quefta propofito ho potuto oflerva-
re; non già con principio a Icon di certezza, che la ofcurita del foggetto no
vuolq,. ma fo'o con probabili congfiietture -
Dico dunque per primo, che potrebbe effete unaMoneta di_ Simula. L A-
goftini riferifce ( Dialog. 6. ) aver ivi vedute certe Medaglie con unai tefta
inghirlandata di Donna da una parte, ed una Quadriga' dallaltra, La tefta che
improntata fta fulla noftra, pare a me lafteffiffitna conquella ch egh ne porta
onde facilmente pub credcrft che in Siracufa iiafi battuta la tefta medclima
anche col Pegafo nel rïverfo. Che.poteffe cib farfi non avvi dubbio , potchè,
febbene il Pegafo non è proprio folo di Siracufa , egli è perb ancora bo ; e cib
per effer delta Colonia di Corinro che porta per fua divtfa Ü delta Pegafo in
memoria di Bellerofonte, come § pub vedere dell una, e J altra delle già dette
Città nelle monete loro; di quella appreflo 1 Agoftini, (a llu o g o citato ) di
quefta appreffo il Vaillant ( in Numnm. Imper, tn Colmtts) nelle Medaglie
di Auguito, Lucio Vero, Commodo , Gml.a P‘a r ed altrr. Dt chi fia poi
la-Tefta, lo fpiega il già detto, e dice che farà forfe della Ninfa Aretufa,,
cioè della Deit'a di quella Fonte tantpcelebrata, e dalle Favole ,.e dal.e Ifto-
rie, che vicino alia Citt'a di Siracufa ne fcaturifce Sulle norme dunque che
raccoglier fi poffono a fpiegazione dellaTefta, e del Kiverfo nella noftra Medaglia,
probabilmente pub crederfifche fia ells ftata battuta m Siracufa.
In fecondo luogo: Prima di veder 1’ Agoftini 10 per me la g.udicai fempre
per moneta di Corinto, nè ancora mi pento della miaprima opimone. 11 Fe-
gafo è pruova chiara, come ne accennamo di' fopra. La tefta bogiudicato, e
giudico con oftinazione, che fia dialcuno de vincitori ne Giochi Iftmj, che vi
fi celebravano in onore di Melicerta, come ne fcr.Ve Paufama nd fine del Li-
bro primo, ed in p i luoghi del fecondo. Che fulle Monete poi s imprimefle-
ro i vincitori di que’ Giochi non lo tengo per taiito fontano dal vero, fapendo
che gli Corintj in memoria di Bellerofonte improntarono fubito tulle monete
il Cavallo alato, come ne attefta Giulio Polluce, ( Pollux /. 9. c, a. ) e cne 1
mede-
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medefimi folean’ intagliafvi tutte le cofe pih celebri della Città, come chiara-
mente fi vede in tante, e diverfe Medaglie battute a moltiffimi Imperadori
da quella Colonia. Io confidero dunque la noftra perantichifllma, ed anterior
di gran lunga agi’Imperadori Romani, battuta quando fiotivano i detti Giochi;
fe poi prima della diftruzione di Corinto fatta dal Confolo Mummio, o
da poi, poco importa loftabilirlo. E peraffermare l’antichità della fteffa me ne
danno argomento le Greche Lettere che vi fi fcorgôno, le quali pare che ab-
biano alTai dellantico, ecerto che fono différend dalla fcrittura ordinaria , men-
trc fotto la prima quai non fi pub diftinguer fe fia una A , o pur un’ A vi fi
vede certo Afterifco, che nelle Greche comuni mai nonfifcorge. Hanno dunque
le fteffe cert1 analogia coi caratteri dell’ Alia, da dove ne faran venuti ,
come tutte le altre e profeftibni, e fcienze, quei della Grecia; ed è probabile
che ne' principj fian ftati quefti a quelli in qualche cnfa raffomiglianti, come
di continuo in altre cofe fi oflerva.
Mi fi potrà opporre, che dunque la Tefta della Medaglia è di uomo infie-
me , e di donna , mentre fecondo il parère dell’Agoftini farà della Ninfa Aretufa,
e fecondo I3 opinion mia di un Vincitore de’ Giochi Iftmj. Rifpondo
facilmente che in un pezzo di Métallo antico mezzo guafto dal tempo ii pub
sbagliare; e piit oltre non eflfere ftravagante, che s’ incontrino le fembianzedi
una Donna con quelle di un’uomo giovane, quaf è probabile foflfe un vincitor
di que’ giochi .
Per comando di V. Paternità M. Rever. ho ftefe quelle poche coferelle
a fpiegazione della confaputa Medaglia. Le umilio alia riverita faviflfimadilei
cenfura, e con tutta la riverenza miraffermo. Venezia 12. Agofto 1700.
S. E . il Sig. Gio: Domenico Tiepolo
L o r e n z o P a t a r o l o .
IO mi confolo altamente con V. E. del bell’ acquifto che ha fatto di una
Medaglia, quanto piccola di mole, ed ignobile , dirb cost , di materia ,
altrettanto grande , e pregevole di rarità ; e Tretidole quelle vere grazie , che
debbo, per 1’ onore, cne mi ha Ella donato con ammettermi, forfe il primo,
a veder, e goder la medefima. Quefta mérita, per dir vero , tutta la ftima,
mentre fi pub chiamar nuova nella noftra Italia ; e fi potrebbe dir forfe uni-
qa, per quanto almen fe ne fappia in tutta l’ Eùropa, fe non ne aveflfë fcoper-
ta una fomigliante di là da’ monti il Padre Arduino, dellaCompagnia diGe-
stt . La riporta egli nella fua Storia Augufta , alia pag. 733. del Tomo delle
fue Opere fcelte, ftaropate in Amfterdam i’ anno 1709. in foglio: e liconvie-
ne onninamente eflfa conquella., che V. E. poffiede. Maio non poflfo lafciar-
mi guidare a ricevere la fpiegazione, e la interpretazione, ch’ egli ne reea ,
e, fe v’ hi luogo allé conghietture, ove manchi la chiarezza , e la evidenza
delle teftimonianze, e de’ fatti, parmi, che abbiafene a dire molto altrimen-
ti . Non è perb , che io qui mi proponga di a bella pofta ribattere il parère
del dottiflimo Padre accennato ; si perché io not) debbo impugnare un Sog-
getto di cosl fino intendimento in fefleffo, e di si alto credito prefib il Mondo
;