ger fogni per ritrovarne la fpiegazione . E quanto alla prima ,• egli è certo ,
che in tutte quante le medaglie di Tito si Greche,come Latine, perquella debole
cognizione, che io ne tengo, fi legge il nome del padre fiio Vefpafiano, ag-
giunto a quello di Tito. E cib, si per lo coflume, che folea correre appo i
Romani, del prenderfi da’ figliuoli qualche diftinaione nelnome, o dal padre,
o dalla madré, come appunto aveala prefa lo flefso Vefpafiano ilvecchio dalla
madré Vefpafia ; come perché nel cafo noflro il Principe Tito era tliflin-
tamente amato dal padre . Il che parmi che pofsa egli conghietturarfi afsai
bene dall’ aver tutti e due guerreggiato infieme nell’ Aha , e dalf aver pure
jniieme follenute ( Suet, in T it.c . 6. ) le dignitk di Cenfbre , di Tribuno della
Plebe, e di Confolo ben fette volte , come altresl dall’ avere infiememente
trionfato per la vittoria dellaGiudea; e dall’ avere. per fine Vefpafiano il vec-
chio detto una volta in ufcir di Senato, come prefsoSifilino' ( Xiphil. in Vcf-
paf. ) fi legge : Aut mibi f ilia l meus fuccedet, aut nemo , Puofli anche aggiir-
gnere cib, che va raccontando Suetonio ; receptaque apud f e prope omnium of-
ficiorum cura, cum patrie nomine & epijiolat diBaret, & edi&a confcriberet, ec.
prafeduram guogtee prtetorii fufeepit, ec. cofe tutte che ben dimoflrano, fe non
erro, quanto buona armonia pafsafse tra padre, efigliolo, equanto l’ -un l’al-
tro fi amafsero; aitrimenti, né fi farebbero collegati tantefiate nelle principa-
li cariche del comando , né avrebbe il padre tanto di autoritk conceduto al
figliuolo. Non leggiamo percib, ch’ egli punto ne concedefse all’ altro figliuol
fuo Domiziano , if quale per lo cattivo fuo genio ,. e per le peflime azioni
rendeafi indegrso delfamore di lui. Onde, come in vendetta, voleva ben fo-
vente colui prenderfi quell’ arbitrio, che non gli fi concedeva dal padre ; e ,
régnante ancora lo flefso, {Suet. iaDomit.cap.i. ) far'a da Monarca afsoluto
nel difpenfare impieghi, e dignità : ficchè era folito dire lo flefso Vefpafîano,
ftupirfi molto, quod fuccefforem non & fib i mitteret ; anzi , come racconta il
fopraccennato Sifilino, ebbe una volta a ferivergli: Ago tibigratiai, f i l i , quod
me fin al Principatum tenere, quodque me ex eo: nondum cxpuleris . Da cib forfe
proviene, che nelle monete di coftui non leggiamo, fe non il nome di Do-
«niziano, nè vi ritroviamo unites quello di Vefpafiano, come fogliono aver-
lo quelle di Tito^ ed in alcune folamente fi legge , IMP. DOM1T. DIVI.
VESP. AUG. F. come a V. E. è bennpto. Cib fuppofto, egli non èdatra-
fecolare, che ne’ tempi, ne’ quali i nomi prendeanfi a fafei,, fi defse all’ Im-
peradore Tito , oltre il fuo proprio , il nome ancora del padre , come nelle
Medaglie appunto veggiamo dato a Trajano quello di Nerva , quel dr Tra-
jano ad Adriano, quel di Antonino a M. Aurelia, quello di Aurelio aL. Ve-
ro, e fimiglianti , che qui tralafcio : ne’ quali efempli fi pub vedere comuni-
cato a’ figliuoli il nome de’ padri loro, e di quegli ancora, che tali fi furono
folamente per l’adozione . Puofli in oltre comprendere , quanto efso Tito fi
compiacefse del nome di Vefpafîano , e quanto gli venifse quello accordato
da’ Iuoi Vafsalli, anche nelle iferizioni, recateci l’una dal Grutero, pag.zdq.
IMP. TITO. CAESARI. DIVE
VESPASIANI. F
VESPASIANO. AUG. PONTIFI-
.CI. MAXIMO
1’altra
1’ altra dal Bellpri, nel libro intitolato, Veterei Arcus Auguftorum t
SENATVS
POPVLVSQyE. ROMANVS
T ITO . DIVI . VESPASIANI. F
VESPASIANO . AVGVSTO
nell’ una, e nell’ altra delle quali il nome Vefpafîano fla collocato nel fito appunto
, in oui doveafi riporre il nome proprio , e diflintivo del Principe ;
quafi che il vero nome di Tito fofse quello di Vefpafîano : non aitrimenti
di quello, ehe in una medaglia cforo dell’ Imperador Domiziano, riferitadal
Mezzabarba ('Occo.illuftr.aMediob.pag.T33.) fi legge : IMP. CAES. DIVI.
VESP. F. DOMITIANO. AVG. Onde appunto e’ fi vede ripofto nelle fo-
pradette iferizioni il nome di Vefpafiano nel luogo flefso , in cui su que-
fta medaglia fla deferitto quello di Domiziano, ch’ è quanto dire nel fito del
nome proprio . E fe è cosl, perché non poteafi in una medaglia , battuta in
onore di Tito, col nome di Vefpafiano, vivente il padre, ch’ era Vefpafiano i l
Vecchio, porvi il nome di Vefpafiano i l Giovane? Né perché nella medaglia medefi-
ma al nome di Vefpafiano non è antepofio quello di Tito, hafii ad immagi-
nare un’ altro Vefpafiano , per cui introdurre al mondo , vogliafi fconcertare
tutta la floria ; quando Faggiunta della parola NEDTEPOC , come diftinti-
v a , foftenea interamente le veci del nome di Tito ? Dunque perché non ab-
biamo alcun’ efempio di quefla fatta , fark egli un miracolo tanto ineredibile
il trovarfi medaglie con una epigrafe non piîi veduta ? Sark quefla la prima,
che fiefi cavata di fotterra, in fembianza di tutta la novitk? Quante medaglie
non ha nitrovate egli nel lunghiffimo fuo foggiorno nelf Alia il célébré
Sig. Serard Inglefe , egualmente dotto Antiquario , cbé eccellente Bota-
nico 1 Quante , difii, in cui leggiamo molti nomi de’ popoli parlanti la lingua
Greca, a noi finora onninamente feonofeiuti, e de’ quali non ce ne fan-
no menzione alcuna le Storie , non che tutte quante le medaglie vedute da-
gli ftudiofi ■ Dovranno recar defse percib tanto di agirazione a i nctftri pen-
fieri, e capovolgere quel poco che abbiamo apprefo da’ monumenti antichi
e non anzi conlolarci della bella forte , che ci prefentano , di aecrefcere il
noflro fapere, e di farci acquiftare nuovi lumi da fonti piit abbondevoli , c
pifi fleuri, quali fonofi le medaglie al paragone de’ libri ? Ed altresx non dovranno
anzi farci fperare, che fienfene per ifeoprire moite altre ancora, dalle
quali recate ci vengano fempre nuove, e fempre più belle notizie , ove s’
impieghi la dotta follecitudine delle perfone letterate, che fappiano trarfrutti
di erudizione da’ loro viaggi , come con tanta fua lode ha faputo farlo il fo-
pramentovato foggetto 4 e come pure tanti altri, fra’ quali nominar vuolfi per
cagion di onore il Sig. Barone Filippo Stoskio di Pruflia, a V. E. ben noto ,
e gik congiunto, come nella fomiglianza degliftudj, cosl ancor nell’ amore,
i cui rari difeoprimenti di antichitk fi vedranno ben prefto alia luce, condi-
letto e profitto de’ Letterati, e con debito loro ben grande verfo le fatiche,
ed i fudor.i di un erudito cost benemerito ! Ora , quanto alia predetta parola
fignificante la latina Ju n io r, egli è certo, ch’ effa molto nuova riefee , come
non fplita vederfi ufata in que’ tempi, o nel torno ad efli vicino; eche prin-
eipiafi ad Offervare nelle medaglie di Coftantino II. figliuolo di Coftantino ii
N n n 2 Gran