(IclT infiammato vulcano cercando uno scampo, fi-a le proprie m ura m iseram ente perirono. Togliamo
dai giornali degli scavi clic nel punto dell’atrio tctrasUlo, segnalo col n." 4 4 , si rinvennero quello
preziose suppellettili da noi riprodotte nella nostra tav. IV. P ar cho una sciagurata fuggendo, c quivi
lasciando ¡1 suo «tondo muliebre, che sperava seco sottrarre, rifuggiossi m a invano sotto il prossimo
(abliuo. Il suo seìielctro fu dissepollo in alto disperalo, con le braccia rivolle a sostenere il palco che
su di essa crollando fini col soppellirla. Gli avanzi delle v esti, e fine, c leggiere, ben si distinsero
intorno a quello scheletro nel rim uovere le ceneri dol vulcano. E la form a esattam ente conservala
del piede e del calzare, impressa in quelle ceneri, attirò sopra ogni cosa lo stupore dei circostanti.
Quivi presso altri fuggitivi perirono, altri scheletri furono cpiivi dissopolli. Ira i quali era quello di
uu vecchio che tale potè riconoscersi dalle forme del cranio. Ben lungi era quella gente dall’allcndcro
la Cunesla fine che prcparavale la sorte, perocché nel tremendo momento della istantanea eruzione
irovavasi dedita ai lavori del restauro della sontuosa casa, e quÌ3Ù colta, iu quel m entre, senza scampo
periva. Sopra i Iati delle pareli che formano l’adito di en trata n." 9, già da noi m enzionato, erano
due ornam enti singolarissimi come se due pronai rappresentassero, con ipialtro colonne di tutto rilievo,
lax’orale di stucco, c di squisita esecuzione. Meglio che descriverli abbiam creduto darne la idea
riproducendone le forme nelTalto delia lav. V ili come ora si veggono, abbenchè ancora bellissimi, pure
ilcperilì di mollo. E rano, appena scovcrti, i particolari di tali ornam enti, eleganti oltre ogni dire
non solo per le loro lince architettoniche, m a pe’colori svariali, c le dorature, che un carattere nuovo
e leggiadro a tali particolari aggiungevano Quivi presso un piatto di piombo contenente m olti colori,
e leggiero foglielte d’oro, cd altri utensili alti a dare l’ultim a mano al lavoro di queste decorazioni,
si rinvennero ro\ csciati c travolti nelle ceneri del vulcano. P arlante pruova d ie , come or sopra dicevamo,
quei sciagurati abitatori di questa casa, adesso da noi denominala del Fauno, preoccupati del suo
restauro colà m iseramente finivano.
Non ci verrà apposto speriam o ad inutile idea quella di avere aggiunto ai diversi disegni di
quesla pompeiana dim ora, nella lav. VII, un deltaglio della parte più nobile del gran mosaico, ridotto
in proporzioni da rendere tutte le sue p arli, segnatamente la espressione dei volti, con quella evidenza
m aggiore che ai mezzi dell’arte è dato. E crediamo che (picsla tavola possa venir g rad ila, c gioxarc
spezialmente ai cultori delle artisliche discipline, scorgendo iu essa i modi meccanici, direm così, con
i quali tutto il lavoro del gran mosaico è operato, non clic lo scrupoloso studio con cui ò disposto il
vario andare delle m inute pietre, che mercè la loro disposizione appunto tanto m irabilm ente armonizzano
quella stupenda opera. Unica al certo anche sotto l’esclusivo aspetto della sua m ateriale esecuzione,
quando si pensa clic è eseguita non di pastiglia m a di duri m arm i, per lor natura colorali, commessi
come ora non saprcbbesi quasi im itare, c di cosi m inuto lavorio da sgom entare una coorte di pazienti
artefici. Perocché in molte p arti nello spazio di una sola oncia quadrala di palmo si veggono da 78
a 89 pezzetti di tali m arm i preziosi, ciò che vale che in ogni palmo quadrato se nc contano (5942,
comprendendo l’intiero quad ro , esclusa la cornice, intorno a 198 palmi.
NcH 'enunicrare più sotto le svariale suppellettili rinvenute nella casa del F auno, pubblichiamo
ad un tempo la descrizione delle diverse gemm e ed altri oggetti rarissim i da noi riprodotti nella
tav. IV, e che seco recava nel suo mondo muliebre quella sciagurata fuggitiva che dissotterrata venne
dopo diciolto secoli presso il tabiino di questa ricca dimora. F ra lali oggetti però non possiamo
Iralasciarc di far particolare, e più am pia menzione, delle due arm illc bellissime in forma di serpi,
nella citata tavola disegnali, le di cui leste a getto si veggono saldale col rim anente dei corpi, fatti
a m artello, onde renderli elastici, perchè si potessero c stringere c dilatare. Am miransi ora queste
armille nel Reai Musco Borbonico in quella stupenda cd unica sala cbc dicesi degli oggetti preziosi, c die
tale è di certo. La m oda, quella volubile dea che spesso chiam a a nuova vita il passalo, c che spesso
in un baleno in seno del nulla ¡1 presente precipita, non appena furono queste arm illc dissepolte le
festeggiava im itandole, riproducendole, e nelle eleganti oreficerie di Londra c di Parigi alla eleganza
le offriva, m entre in quel torno, più severa l’archeologica scienza, ne investigava l’antico uso, c l’obliata
denominazione. Il cliiarissimo Q uaranta illustrando queste arm ille nel VII volume del Reai Musco
Borbonico, togliendone i nomi dalla greca lessicologia si piace di chiam arle ofis o draconles, poiché
egli dice, cbc non pel sito cui si attortigliavano, (usando i greci c poi i latini stringerne o le gambe,
e. le braccia, cd i polsi) erano queste armille cliiam atc, ma bensì per la loro figura. Aggiunge
leggiadramente il Q uaranta che di queste figure siam debitori alla poesia delle arti vetuste, clic lutto
• • Non apptnn sgombralo il luogo ove qoesli igglusumcnil arcJilieitonlcl loroiio j'/nnalaano guoHro colonnate eorinlie che rappreicTtlano il pronao di un id ifiio
JiU'ingrelso pmenlom io decorazione di un orJino di eosielloni poggiali copra di oacielioni, esprimevi la corenuro * 1 w rlilulo litddala. V iaUnio di lali
•nencoli che fgarano dei «m i ili «ucco in uno mona energica e ecella. Ai di ¡opra toiK iloni i ra doralo < « n lrn .o a il tuilino in Oluoco di lolune diilà proleilriei.
anim ava, quantunque ciò facesse in guisa da conservare in ogni oggetto le tracce della pi-imicra
destinazione. Ondo p er la tortuosità loro cangiò qucsle arm illc in serpi, come negli stessi rettili aveva
m utato i capelli delle furie, i peli dcH’cgida, ed i manichi dei vasi.
Le offese del tempo e del Vulcano, non bastarono a tórre ogni traccia di nobile, c ad un tem po,
gradito c pittorico aspetto alle rovine della casa del Fauno. La lav. IX ed ultim a della nostra descrizione
porge la veduta di questa sontuosa dim ora come ora si presenta alT osservatore, e che spoglia delle
sue più preziose suppellettili, de’principali capo-lavori che racchiudeva, oggi nel Reai Musco o rd in a ti,
¡)ui-e pel suo stile di greca purissima provenienza è forse la più am mirevole della rediviva Pompei.
OGGETTI DIVERSI RINVENUTI NELLA GASA DETTA DEL FAUNO
MONETE
Oro. lina monda di Vespasiano.
)1 .\11ra di Vitcllio cilo il giornale; degli scavi riporla come
rarissima pel suo rovescio senza descriverlo.
Argento. Circa cenlo monde per lo più familiari.
Bronzo. N.” 15 monde di vario modulo.
OGGETTI DI O RO, ARGENTO, E CEJUIE
Due braccialelli dd peso di una libbra ciascuno, o della figura
di un scrpenle a spira, riprodotli nella lav. IV.
Un asluccio, parimcnlo nella lav. IV disegnato.
Un orecchino con duo pendenti priri di porlo, c disegnalo
iicU’angolo superiore sinislro della lav. IV, cd allro a forma di
globo dio vedesi nell'angolo opposto della cilala lavola.
Un grande anollo clic si apriva per mezzo di un ccrcliio
conlencnlc un crislallo, per riporvi forse qualclic caro o prezioso
oggetto, c da noi riprodotto coi parlicolare del crislallo nella lav. IV.
Uu anello con un granalo in cui ò incìso Ercole cho alza la
dava coniro un scrpenle altorligliato ad un albero o le Ire Esperidi
che fuggono. Questo anello die vedesi neU’angolo destro inferiore
della tav. IV, insieme con la figura della sua gomma, é da annoverarsi
fra i pili preziosi oggetli die ammiransi nel Musco Uealc borbonico.
Anollo con niecoio in cui c inciso uno sferista, riporlato col
disegno del niccolo ncU'angolo inferiore sinislro della tav. IV,
Allro anello gronde lullo d'oro con un guerriero inciso clic si
appoggia sulla sua landa, e con una corona nelle mani, i«rimenli
riprodotto nella tav. IV.
Allro anello con un granalo in cui d incisa una dcilà nuda
in alloggiamento priapico, cd intorno la leggenda CASSIA , cbe
indicava forse il nomo di colei clic lo possedeva. Vedi l'anello c
la gemma riprodolla nella lav. IV sollo il dialo orcccliino con
pcndenli.
lUlro nnollo piccolo per fanciullo con Icstina di guerriero incisa
sopra plasma di smeraldo, disegnato pure nella lav. IV.
Una corniola su cui è scolpila la Icsla di Alessandro, riprodolla
nel centro della lav. IV, o diala alla pag. 7.
Un vaso di argento col suo manico.
Uno spcccbiello quadro di argento.
Quallro cassarnolc con ornali nei manico, di argento.
Un piccolo astuccio.
Tre pialli dì argento.
Quallro lazze ili argcnlo.
OGGETTI DI BRONZO
Simulacro in bronzo di un fanno allo pai. 3. disegnato nella
lav. V, 0 cilnio a pag. 1, c seguito.
Vario sorralure.
Una piccola slalnolla muliebre, panneggiala nella stessa guisa
della Uloin della t'arncsiana.
Un peso (Iella forma c grandezza d’nna gltiamla con suo gusciu.
Slatuella di Sileno priva di gambo.
Un’arclln.
bellissima scccliia, disegnala sulla sfinge nella lav. Vili.
Due lucerne mollo eleganli, delle qiuiU nc abbiamo disegnala
una parimenli sulla sfinge nella lav. Vili.
Due caldoie-
Una leslina di carallo.
Una torma di paslicceria della figura di una conchigliii.
Una campanella.
¡V.‘ 23 Icllcre diverse della grandezza ([uasi cubilale, rinvenute
sdolle e confuse.
Un piccolo cavallo conservato in un raso di (erra colla.
Duo islrumcnli di cbiriirgia, cioó uno specillo , cd un così
dello ago a setone.
Vari rosoni per ornamcnli di porlo.
Un nasilorno con manico ornato da un amorino in bassorilievo,
riprodolto sulla sfinge nella lav. Vili.
Una palera con manico Icrminanle a tcslc di arido, disegnalo
sulla sfinge nella lav. Vili.
Un braciere quadralo con fregi od ornali di squisito gusto
ncH'intorno, c soslenulo da quallro piedi di leone, riprodolto nella
lav. Vili.
Piccolo calamaio con coverchio.
Conca a due maniclii.
Slatuella d’un Sacerdole, disegnalo sulla sfinge nella lav. Vili.
Tripode sostoaonto una palerà.
Scile candelabri dei quali abbiamo riprodoUi i duo più belli
nella lav. Vili.
OGGETTI D I ÍIARMO
Arclla con iscrizione osca,disegnala nella lav. i c cilala a pag. 3.
Allra iscrizione osca, pure disegnala nella lav. I o cit. a pag. 3.
Un piccolo uovo.
Una Invola di marmo sosloimln da una sfinge con piedi di
cane cd ali colorato sul marmo, disegnata nella lav. Vili, e citala
a pag. 8-
Ducpiedi di tavolo ornali con grifi, come vedesi nella lav. Vili.
Slaluclla di Bacco seminudo mancanlc della lesta o del braccio,
non elio dello cslrcmili del piede destro, di buono stilo allo pai. 3
Staluotla alla pai. 3 clic sembra un l'arido mancanto delle
braccia c della tosta, e collo gambo rollo in due pezzi. Quesla figura
è lulM nuda cd A alloggiala a simiglinnza del cosi detto Apolline
di Firenze, c da noi riprodolto nella lav. Vyi, pogginiUc il fianco
sinislro ad una graziosa erma vcslila, diciro In quale figura un
panno raggruppato.
Piccolo piedcslnllo con modenaturc eleganli c duo maschere
rilevalo in duo lati opposti una di SUcno l’nllrn di baeco, disegnalo
nella lav. Vili.
OGGETTI DI TERmCOTTA
Vario lucerne di nessuna
Gran nmueto di anfore delle quali
nella lav. VII!.
Molto Icgolo, c dei quadrelli pt
di Ncrcidi sugl'ippocampi.
Varia docce fra le quali lalunc
■ ■■ Vili.
abbiamo riprodotto ni
fregi con bellissimi lilic
OGGETTI DI PIOMBO