adornano i piò drilli posti ai lali della porta. In (piesti ornanienti vi ù p er noi tal carattere di novità
c tanto squisito magistero di pennello, da reputarli fra i più carallcrislici c fra i più conservati fin
ora rinvenuti in Pompei. Abbiam credulo perciò lodcvol cosa pubblicare nella lav. Ili tali ornamenti
intorno ai (|uali lorncreblje inutile pci‘tanto aggiungere descrittive parole. Sconserxato di molto sono
invece le pitture clic adornano l’interno di questa stan za, e sul m uro destro in gran parte crollalo
poco 0 nulla più si rinviene, m entre negli altri l’intonaco in vari punti caduto rende anche meno
intelligibili c gli ornati e i dipinli. Ad ogni modo però un quadretto poslo nel mezzo della parete
sinistra c di non lieve im portanza ¡wr la interpretazione del suo argom ento. Una donna di non più
giovane aspetto con doppia tunica rossa rivestila, vedesi in ginocchio caduta ai piedi di feroce giovine,
con gli occhi di fuoco e nudo nella persona, con clamide discendente fino al suolo, e che stringendo
con la destra la spada, c con la sinistra ¡1 fodero, crudelm ente m inaccia; m entre la sciagui-aln cerca
sviare supplichevole l’inum ano colpo sporgendo il destro bi-accio verso l’ ii-ato giovine, e posando sul
petto la sinistra mano. Indietro scorgi un cdifizio come le m ura d’uua città o quello d’ una to rre ,
sulle quali in atto desolante veggonsi per ia metà della persona Ire femminili figure che sporgendosi
fuori delle m ura con le braccia sollevate verso il furente giovine, tentano far giungere a questi i
disperali lor gridi. Sul suolo son dipinte le ombre proiettale dai due protagonisti di tanta lagrimevole
scena. Il chiarissimo signor Mincrvini riconosce in queslo dipinto AIcmcoiie che ad uccidere la m adre
Eriiìlc si accinge Manca egli dice il sepolcro di Achille per farlo credere il sacrifizio di Polissena, e
prosegue che non è del pari lecito volger la m ente ad Oreste, perocché il fatto succeder dovrebbe
nella magione di Agamennone e non sulla pubblica piazza. Varie dotte citazioni, c vari argomenti
il lodalo signor Mincrvini accenna in oltre per convalidare tale opinione, e noi dal nostro canto senza
parteggiare in così fatta questione nulla aggiungiam o, se non cbc ci sem bra , per la pHi facile
interpretazione di questo quadro, da considerai-si che non a caso quelle om bre proiettate così visibilm ente
sul suolo furono dall’artefice dipinte, ma si bene p er additare con i m uli mezzi dell’arte l’ora del
funesto avvenimento, sulla qual cosa investigando, se non andiamo errati, si potrà forse gettar m aggior
luce in tale divinazione con accurate riccrclic.
L’ultima delle tre stanze clic danno sul pe ristilio , n .’ 13, è fra tutte di minore grandezza, e palelle
fosse un eubicolo bellam ente decoralo nelle pareli per ai-chilcttonici aggiustam enti, soiira fondo
giallo dipinti, nelle quali son pure simboleggiale diverse leste con molli singolari ornali d’ogni m aniera,
cd a svariali culli convenienti '. In questo cubicolo veggonsi in oltre tre quadrelli (ulti da i-ossa fascia
contornali. Nel primo i-ivcsUla di rossa tunica adagiasi una donna in ricca sedia, poggiando i piedi sopra
un suppedaneo. Sem bra animosamente gestir con la d estra, sostenendo con l’ altra mano un’ asla.
Due giovani gli stan d’ innanzi, l’uno di spalle, con rossa clam ide, p ar che si muova per recarsi
sulla d ritta del quadro, m entre alla donna si volge; l’ altro cinlo di spada c rivestilo parim enli di
porpurca clam ide, stringe con la sinistra un bastone, e m editando posa sulla bocca la destra. Il secondo
quadro ci m ostra Diana col capo fregialo da bicorne luna che dall’alto guidala da un Amorino si
appressa ad un giovane sedente presso l’ ombra di un verde albero, con gli occhi rivolti alla Dea
contemplandola. Un allro Amore accarezzando un cane chiude la composizione c ci rivela cacciatore
quel giovine. Il terzo quadro in fine, addita un’ alpestre scena in cui mollemente sdraiala vedesi
leggiadra donna che cinge la sinistra spalla d’imbei-bc giovane, nudo nella persona, con la spada al
fianco, a lei vicino seduto sulla propria clamide a caso sopra un sedile gettala. Simbolo di felicità
¡ircsso gli am anti sta accovacciato un cane , m entre con vaga movenza scende Amore dall’ alto
stringendo fra le m ani una face. È facil cosa scorgere Venere e Marte ritratti in quesL’ullimo quadro,
argomento le tante volle, c sem pre con novelle grazie ripetuto in Pompei. Nell’altro non é men facile
ra-vTÌsare la invaghita Latona che si presenta al giovine Orione, o forse allo stesso E ndim ione; e nel
primo dei tre quadri ora da noi descritti, seguendo la opinione del Mincrvini, c da ci-ederc che si volle
rappresentare Piladc c Oreste in Tauridc, che alla pi-esenza di Efigenia sono da (¡uesla riconosciuti *.
In«;cc col ponoello ro
3. KV11MIAN0 FELICITE».
Mercè una porta posta all’estremo angolo del sinistro Iato del p e r is tìlio , in un altro p e ristilio
m cn nobile si giunge, n .“ 14 ¡1 cui pavimento sopra un livello più basso è im piantato. Le m ura
e le colonne di (jueslo secondo p e ris tilio son disadorne, e solo da semplice intonaco bianco ricoperte.
Ai domestici usi della casa era al cerio questo luogo designato, come cc lo mostra la vicina cucina
n." 10 nella quale si entra attraversando una ignobile stanzetta n." 15, in cui a nostro credere è facile
ravvisare il C e lla r km . Di bizzarra forma, come dalla pianta rilevasi, è la cucina, Culina, che a quel
modo, noi pensiamo, cbbesi a costruire p er accomodarla con la distribuzione delle attigue fabbriche,
le (¡uali appena rivedranno la luce, perocché oggi che scriviamo giacciono ancora sepolte, potranno
convalidare o i-igetlarc questa nostra oiiinione. Tranne la singolarità della forma nulla accennerebbe
a far notevole questo luogo della casa, se il modo con cui x'cnnc opci-alo lo .scavo reso degno non
l’avesse di gravi osservazioni, ¡ler modo che oggi la modesta cucina ¡niò dii-si esempio unico in Pompei,
utilissimo ad un tempo c per la scienza e per l’arte.
Le escavazioni dell’ antica cillà operale mai sem pre p er sezioni verticali, togliendo ciò che
inconlravasi nei vari strali, travolgevano bene spesso p er la scoscesa delle terre c dei lapilli quanto
v’cra fra gl’informi ruderi c le m aterie vulcaiiiclic. Ma nel torno in cui a questa località che descriviamo
davasi mano a scavare fu m utalo il sistema. Non cbbesi a tardar molto p er cogliere proficui risultam cnti,
perocché rimuovendo invece a poco a poco le terre a strali orizzontali, furon visti spuntare, quasi a
fior di suolo, cdifizi da tetti ricoperti, c sopra sottili volle indizi di sovraimposte m ura. Cliiaramcnle
giudicare fu dato pertanto, che innanzi di varie successive eruzioni, e prim a che fosse la cultura di
(jucllc terra incominciata, manomettendo la sommità di tali fabbriche, (¡ucllc terre m ostrar dovevano
sul livello della campagna la vetusta città ancora non del tutta sepolta. Interi scheletri um ani, ed ossa,
c teschi dai busti staccati, frammisti ad infinite suppellettili d’ogni m aniera, e d’ogni m ole, in mezzo
a ruderi, per ogni dove sporgenti insieme confusi e mescolati con le terre c i lapilli, incombrano fino
a quindici palmi dal suolo quei strali cbc a maiio a mano or si rim uovono. Questi fatti gran luce sono
p er spargere di certo sul quesito le m ille volte agitato del modo cioè come la Pompeiana città ebbe
a finire sollo la tremenda eruzione del vicino Vesuvio, alla quale una non mcn tremenda alluvione
par che aceo¡)¡>iata si fosse. A buon drillo l’ai-cliitello signor Gaetano Genovese, preposto a dirigere
queste (^scavazioni, nel presentare alla Reale Accademia delle Belle Arti un suo rapporto sul mutato
sistema per tagli orizzontali accennava come questi falli appunto, non meno che per lo studio (Icll’antichità,
agli occhi de! geologo riuscire debbono più clic im portanti, preziosi
Non furono questi falli i soli che em ersero utilissim i appena abbraccialo il novello sistema. Nel
dirigere per tagli orizzontali le esca5'azioni di questa casa riuscì al diligente archilello salvare nel
m omento del lavorio, insieme a taluni altri circonvicini, il letto che ricopriva l’ estrema parte della
cucina, c che si spinge in fuori dalla casa medesima, vedi ii." 15, il quale, come gli altri giaceva quasi
nel prim itivo sialo sopra lapilli mobilissimi. L'esempio d’una tettoia rim asta incolume in oiior del vero
dobbiam ram m entare che ci era già stato serbato presso la casa di M. Lucrezio lu-ll’aimo 1847 Ma
il tetto di questa cucina c di ben altra im portanza, e per la sua particolare disposizione, e per
talune parli finora sconosciute da noi, perocché le acque ivi raccolte confluivano sulla tettoia in certi
embrici di particolare forma clic negli angoli situati venivano, i (piali raccogliendolo più facilmente
le versavano al basso, ed in certo modo servivano di canale conduttore agli angoli rientranti degli
allri tegoli sulla tettoia a bella posta diposti. Vedi n." 17, 20 c 21 " . Questa scovei-la ci svelava alla fine
l’uso di certi embrici da lunga pozza serbati nel Rcal Musco Borbonico i quali fin oggi non sapcasi
a (¡uni prò fossero stali in quei modo eseguiti; c non mcn bello iu fine fu al certo rinvenire l’esempio
(lei tre embrici che veggonsi sull’alto della nostra tettoia disposti, i (¡uali da tegoli e da lucernai ad
un tempo su quella cucina adopravansi, evitando con gli orli rialzali intorno ai singoli loro trafori
che le acque potessero confluire al di sotto. Vedi ii.” 18 c 19.
Non è a (lire quanto gli odierni artisti ¡lossono degli antichi esempi giovarsi. Cc nc porge
argomcuto appunto il diligente ai-chilctlo d ie questo scavo dirigeva, il quale non a¡)pcna venne disscpolta
questa ignobile, ma im porlanic cucina, con cui la nostra descrizione chiudiamo, sollecito riprodusse su
i tetti del nobile palazzo (h-gli Orsini, oggi in restauro, quella ingegnosa em brice, alla (¡ualc se non
Ilo Borlionica, 5« rii, (jscicolo 3
1. Q TIIILLAMVS
lAM'.imVS.
: . APRILIS.
) fallo, porliDCDiUraiDlo, ve.
FIll.ìCm iH
sopra uno ilei muri dcU'airlo sc(
« u loiioia della aualc racclouio parola fu rlnvcaula prcasoU In o opposio della
{•areic dcll'ofodro di cui abbiam parlalo nella dCAorlzionc dclb casa di M. Laorctio
a pag. 17. Easa ba un sol pendio c par cbc )iarlnicnli covrisse una cucina.
Il Kci minicri 23 e 23 della lavola I riponiamo sviluppalo il disegno <11 una
olegaale ootoisso Clio (il rinvenuta presso lo scavo dol perislilio sognalo col n. 14.