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T E A T R I
P o c h e reliquie di anliclii (ealrì degradate dal tem po, c le vitniviane descrizioni, furono, pei dotti,
fino alla m età dello scorso secolo, la sola scorta per investigare le varie i>arti clic tali cdifizi costituivano.
Palladio tentò fra i m olli rip ro d u rre , merce lo studio delle sparse rovine c le parole del V itruv io ,
il teatro degli antichi. F u la sua più opera critica che opera d’arte; e prim a e dopo questo illustre
maestro delle architettoniche discipline niuno in vero seppe meglio che il vicentino arcliitetlo raggiungere
il difficile scopo '. P u r luttavolta molta incertezza ancora, c svariate discordanze, regnavano intorno a
così fatto argom ento, quando volle fortuna che tre esem pi stupendi riapparissero fra noi di tre sontuosi
teatri dell’antichità. F u primo l’crcolanese, vennero dopo gli altri due di Pompei dei quali o r discorriamo.
E questi tornarono alla luce così felicemente preservali dalle ingiurie degli an ni, che sgombrando
non solo le dubbiezze dei dolli, a nuova v ita parvero ridestarsi. Ed in vero se ivi ora tacciono, c per
sem pre, i plausi della commossa m oltitudine, pure ora ci appaiono novellam ente, questi dissepolli edifizi,
come se i secoli sopra di essi non fossero trascorsi; per modo che, vinta la ragione dalla meraviglia,
volgi (l’intorno lo sguardo cercando ncH’austero silenzio di (]ucllc rovine l’antica m oltitudine plaudente,
0 quasi aspetti che l’eco lontano ti porga il suono di uu ultimo accento del pompeiano attore.
Sarà facile cosa compi-enderc quale accoglienza cbbesi ovun(|ue, fra i d otti, l’annunzio di questa
peregrina scoperta. Francesco La Vega, alla cui onorata m em oria sono dovute le più pregevoli ricordanze
su i pompeiani ritrovam enti, era in quel torno preposto a dirigere quei lavori. E come ricavasi dal
giornale degli scavi, il diligente direttore fu sollecito nel giorno 23 luglio del 476.4, annunziare al
Taiiucci (clic fra le gravi faccende dello stato pure non islancavasi ogni di volgere le sue cure alla
i-ediviva Pompei) fu sollecito il La Vega annunziare la im portante scoperta Lunghi anni durarono
1 lavori di (piesto scavo, i quali varie volte in terrotti poterono dirsi compiuti solo nel novembre
del 4797. E bene avventurosa fu la presenza ivi di quel chiaro uomo in (¡uel tem po, perocclic accurato
nel tener conto d’ogni particolarità dello scavo, culto negli studi dcll’anlichità, e valente architetto,
diligentemente restaurando i rottam i che per caso ebbero a cadere, ridonò alla luce (piesli m onum enti,
quasi ad un tem[)o illustràndoli a pro delle indagini archeologiche su i vari spettacoli che in essi
pomjiosamcnlc rapprcscntavansi.
L’imo all’altro contigui cpicsli due pom peiani teatri, (Vedi la pianta nella lav. 1) il m aggiore lulto
m arm oreo, il m inore edificato di tufo, cran posti am bedue verso l’alto delia cillà; la quale negli antichi
tem pi molto più elevata clic oggi non è, polca dirsi collocala meglio che sopra un tumulo, sulla pendice
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