E
doviziosa Pompei. Non è im probabile che la civillà pompejana provveduto avesse nelle cospicue
abitazioni a’dilicatissimi usi della ospitalità, però nel caso dell’abitazione che ci occupa non sembra
clie rav-visar si potesse nella parte da noi assegnala agli usi privati delle famiglie una di queste
casette che a’dì nostri Foresteria addimandiamo. Ed in vero se una Foresteria dovessimo riconoscere
in questa località, mancherebbero i triclini, ì guardaroba, le credenze, le dispense, la cucina, le cam ere
per familiari, e gli altri compresi necessari al comodo degli abitanti. Dond’è che riconosciamo nel n.” 19
della pianta l’ingresso alla porla secondaria dell’abitazione, fiancheggiala da due stanze di trattenim ento
num eri 25 c 2 6 ; nel n.° 20 un cortile privato graziosamente fregiato di gaie dipinture nella massima
parte rose dalla influenza de’sali vulcanici, e delle (luali superstiti sono in parte i due svelti candelabri,
d ie nel riprodurli pe’num eri 32 c 33 della tav. I li conscrviam benanche da inevitabile oblio, essendo
molto rimarchevole in cima del prim o la m aschera tragica ** espressa in vece di lucerna, e nel secondo
i due grifi alati che soslengon sugli estremi delle ali un cerchio su cui si elevano due braccioli ritorti
per sospendervi delle lucerne, come allo stesso uso crediam o cbc accennino i ram pini sporgenti che
si scorgono sulle diverse prcdnzioni di così bene aggiustati candelabri. Questo piccolo cortile, d ie illuminava
pure la contigua camera n.° 23 e l’esedra n.° 2 2 , non mancava del solilo compluvio n.° 2 1, che le
acque raccoglieva da’confluenti del soprapposto tetto della casa. Ra\TÌsiamo sullo stesso lato del n.° 25
un passaggio che im m etteva a sinistra per mezzo della cam era n .” 18 nell’altro cortile più grande già
precedentem ente descritto. Alle spalle dell’esedra osservasi ia Cucina m arcata col n.° 2 9 , avendo essa
comunicazione colla camera n .‘ 28 ad uso forse di credenza, ed a fianco di questa col piccolo accennato
cortile; c per mezzo di altra camera illum inata da fmcslre sporgenti sulla strada si comunicava alla
scaletta n.° 50 che saliva ad un piano supcriore, probabilm ente destinato a dimora de’più confidenti servi ;
e da ultim o al n .’ 27 incontrasi la mesaula ovvero andito di comunicazione fra la parte privata
con la pubblica, ossia di rappresentanza della nostra pregevolissima abitazione.
Non è questo il luogo di venir parlando degli em inenti Magistrati c Patroni della Colonia Pompcjana,
fra’quali m aggiorm ente son ricordali da’moltiplici programm i dipinti sulle m ura de’diversi edifizi e
negli angoli delle strad e, c da altre ¡scrizioni ancora, i nomi di M. Olconio Rufo 2«, di M. Olconio
Celere, di M. Olconio Prisco, c di allri Olconi ; m a piuttosto direm o qual fosse la vera iutcrprclazionc da
darsi a cosilTatli program m i. Nelle nomine alle municipali m agistrature, clic si conferivano per mezzo
de’sulTpagi 22 a’cittadini che più avevano ben m eritato del m unicipio, si dava luogo, come d’ordinario
avviene in simili elezioni, alle raccomandazioni ed agli intrighi, e specialmente tali alti si sviluppavano
ne’luoghl di pubbliche adunanze, ne’porlici, nelle basiliche, nel foro, ove il popolo, gli aderenti, i
capi di partiti encomiavano e diffondevano da bocca in bocca il nome dc’candidati che desideravano
proclamare olle vacanti m agistrature ; quindi addiveniva p er uso invalso, che coloro persuasi 0 sedotti
a favore di un candidalo, ne scrivevano a caratteri rossi 0 neri il nome, come per esempio H o lco n im i,
e la m agistratura a cui desideravano che fosse elevalo, come I I . v ir I . D ., sulle pareli degli cdifizi,
delle case, e sugli angoli che dividevano le strade, con le formole in fine del proprio nome seguito
dalla sigla R. {ì"ogat), c più comunemente 0 . V. F. {orai vos facialis) c sim ili: donde raccoglicsi che
la più logica intelligenza sia N. chiede che voi facciate Duumviro Olconio; e non già come prim a si
Iraducova N. chiede ad Olconio u l fa v ea l, che lo favorisca, ovvero u l fa c ia l 0 fa c ia lis , che non incontra
l’appoggio di simili program m i, ove la formola è a piene lettere spiegata 28. Laonde il programma
jocbc rj7»lsarsl una lucerna In quella forma e^rei
pompeiano da qualche maschera nella cui parte cc
prcdurrcuna lllnslcncatta ad Ispirare Idee fantasllcb
fallo csserTarc che scvcuie ai veggono aimill masc
edlOzj Pompeiani per uso di decorazione.e ulrolia ancora per Illuminarli di none,
luce per mezze della becca spalaecau della maschera : uh d b è una semplice
maschero, ed anche in quelle slleolche
vale nella ceocavllì
Il lume In quella eavlti adaiuto;
anche un lume non era accomod
HO eSciio, Illuminando non solo II silo della
» Cosi eran denominali presso I Greci gli anditi di comunicazione, c presso I
>■ pi questo oolnei
di questa descrizione, al
disUnllrodlun anello al
s'Inceotia, di lecer colorile tulle le sue earnagiooi, e di essere dceorsla ne
di pingerc sulle pareli I programmi ecl drillo
si scrlveao sulle mura I nomi d e candidali per
rsona senza voce alllva poteva dimostrare II suo
: msgisiraluro municipali fu lo mano dol popolo,
quello di manifcsuro quali classi di persone
indidalo. Passalo poi II drillodlDomlnnro dalle
rivolgevano I voti e lo
• ■ AnlleameniB si spiegavano le siglo 0 . V. F. oro! c si, ripulendosi
raccomandazioni a’ magistrati gii nominali. La opinlono li
ovvero orai ul focio lij, non peccava di logica, giacché noi
candidalo t ma solo mancava II caso del verbo, rappresentai
CASA DETTA DELLA SECONDA FONTANA 1
a cavalieri rossi delincalo sulle m ura della Casa clic abbiamo descriuo 3!. //oicmiim» P riscin» I I. m r
/ . I). P o im r n u m v e n i eum Ilelmo Veekde rog. dcbbc leggersi; T ulli 1 fruuojuoll domandano pel'
Duumviro con ginrisdiiionc »1. Olconio Prisco . ovvero cbicdono agli clcllorl clic nominino SI. Olconio
Prisco alla vacillile m agistraUira.
OGGETTI DIVEIISI BINVENUTI SELLA CASA BETTA DELIA SECONDA FONTANA
Oro. Dicci monde iinpcfinli.
Argento. Una monda di modulo piccolo.
Due sgabdli, uno a baso vdlangolarc allo |>al. 1 7... ‘“'’go V..
di pai. 0 lungo pai. tino in droa, col piano al<iuaulo vicuno al ili
sopra; e l'aluo a base csagoiia c piuao circolare al di sopra, con fregio
iiilonio, di allozza simile, c di diamdro pai. 1.
Un U.uilc ovaio a duo manichi distaccati, allo 7. di palmo c
lungo meglio di un palmo. Doulro vi si tinvcnnc una materia da
ristcgliar l’iiica di S|)unga, mia pomice, uno slrumcnlo di ferro
circolare, cd una scalola circolare anche di bronzo col sito copcrcliio.
Ouallro scrralurc ditcfsc.
Tre pozzi di ornamenti forse di mobile.
Una conca mal conserv.Tla a due maniclii,uno dc’qtiali dislaccalo,
di altezza 7 , palmo, e di diaiuclro palmo uno.
Una gr,Tn secchia sfondala, alla palmo 1 7., c del diametro stilla
bocca di 7. di palmo, col suo manico circolare staccalo.
Allra conca a duo manichi, csprimcnlc ognuno due delfini cho
s’hilrccciano con la coda, di dinmotro pai. l alla 7 , palmo , c
rolla nella pancia.
Due vasi ad un manico.
Allvo vose senza manichi c lutto schiaccialo.
Un manico rollo appartenente ad inui palcrti.
Altro manico dislacctilo da (pialche taso,
l'assalnjo ridollo in frarainenli.
TVo animassi di diversi bronzi ossidali,
liasclln di un vaso.
Duo cosi dello scibc.
Anellotlo.
Specie di slreggliia [slrigi/is) usaladagli antichi per pulirsi noi
OCGIÀVTI DI ORO
Duo arinille con piclre incastrale di color verde, forse plasma di
smeraldo.
OGGETTI DI BRONZO
Duo bilici con lo rispeltivc piaslrinc.
Lucerna ad un lume priva di manico o di luracciolo.
l'iccolo lucchollo.
Due piccoli gangheri di porla.
Asta di bilancia.
Allra simile rolla in duo pezzi.
Tre pezzi di guarnizioni diverse.
Due pezzi di ancllclli.
Scile frammenti diversi.
l’iccolo peso.
Piccolo ganghero di porla.
Candelabro clic coniponcsi di un Fauno seduto sopra
IO scoglio
tillo 7, di palmo, o cito siringe con la sinistra la bocca ut un otre
.(uasi versando il baccliico liquore in un biccliicrc clic forse avca
nella desira, conio può vcticrsi a Tavola VI, della quale abbi.amo
dala )tt spiegazione nella pagina 5-
Fomollo cilindrico a Ire piedi foderalo di ferro eoi suo manico
dislacealo, di im palmo o mezzo di diaiuclro. Ù presso che simile
;i quelli che a dì nostri ordinarininonle usiamo per abbruslolaro il
cafK, essendo munilo nel dtivanii della corrisi>ondonlo porlcllina per
la quale s’inlroduccvano i carboni, o che si apre con un matiubriollo
a lesta di oca. Sono osservabili in <iucsto ulciisilc due fori destinati,
a t[ucl che sembra, a far uscire il fumo-
Cassornola rinvenuta dietro dol doscrillo fornello nlquanlo rolla
noi labbro, alta di palmo, o della stessa dimensione di dianiolro.
Vaso ad un manico allo palmo uno, rollo nella pancia.
Unlerna a base cilindrica m.i! conservala.
Manico por g
bagu:
Piccola maniglia di porla.
Avanzo di ornamento a guisa di
a, alla 7. di palmo, c di diametro
de'quali Im ia sua piastra.
co, forse da cu
sulla bocca V„. È priva di man
Altri due bilici di porla, u
Tazza circolare anello co!
pai. do! diametro di È tilqnanlo rolla.
L’estremità di un imbuto.
l’iccolo ganghero.
Duo piccoli lucchelli.
Unguentario ben conservalo.
Piccola patera con manico, ben conservata, del diametro di '/„
di palmo.
Duo ali nppaiToncnli ad una stnlnclla.
Altro bollissimo candelabro poggialo sopra Ire elcgtmll piedi
r agamcnlcornali.osurmonlnto da un capitello ionico,sul quale poggia
ima stingo, dal cui dorso sorgo uu fioro che soslicnc la pvcdollina ;
lo coppo 0 le basollo do'piedi sono ridotto in 8 pozzi. L'asta del
candelabro insieme con la sfìngo i! alla pai. -i ‘U. È questo stesso
spiegalo alla pagina S. Vedine la riproduziono a Tavola VI.
Siiocchio cii-colarc col suo manico ben conservalo.
Tre idulctli a duo basi distaccata da non polci-scno dilBnire le
rapprcsenlazioni essendo in callivo stalo.
Duo campanello.
Un fronlalo da loslicra di cavallo.
Conca priva di iiuiniebi, del diametro di pai. 1, alla 7, iiaL
Duo avanzi di ganglicri diversi.
Gancetto di bilancia.
Frammento di bilancia.
Basella di lollislcrnio.
Anollollo por guarnizione.
Altro candelabro dell'allozza di palmi 5, lulto inlcro eoi suo
lri[iodc , le di cui Ire basello sono dislaccalo : la lucerna clic dovc-
rn sosloiicro non si è rilrovaln.
V.Tsello cii-colaro ben conservalo o ad un sol manico, allo [lal.
I ■/„ per 7. di pai. di tli.iineiro sulla bocca.
Cinque frammenti di un lollislcrnio.
Altro simile frammenlo con legno ancora osislenle al di dcnlre.
Manico di vaso circolare iu frammonli.
li figura ovale, lungo pai. 1 7„ largo ii.il. I , alto 7,..
isc circolare in riammenli cr sla di icrrcno.
Coltello.
A'ovc pezzi di ornamcnli di porla.
Vaso ridollo hi minuti frammcnli.
\',iiì frammenti di una lanterna.
Cinque pezzi di fregi per guarnizione.
Duo i>czzi informi.
l’.ilcra malconcia d.il tempo, con entro vari pozzi rii bronzo o
ferro ossidali.
Coppa di bilancia del diamclro di 7. di pai.
Aiicllcllo por guarniziono.
Mappa circolare di serratura.
UTTallra col suo luccbclto.
Allra rolla in un lalo.
T're lucchelli.
Due anelli por soslegno di qualche poso,
basella.
Allra coppa di bilancia del diametro di mozzo palmo.
Un pozzo cilindrico forato a forma di astuccio.