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8 ED1FIZI0 VOLGARMENTE DETTO PANTEON
suppongono rappresentate. Ciascuna di essa è colorita a fondo nero e rallegrata sia da figure che da
oggetti. Ora sono pressoché tutti scomparsi, non rim anendo più conservata che una figura nella seconda
suddivisione m aggiore. Sopra una specie di sporto siede una ligura iem iuilc coperta di uua oscura veste
che lasciale nuda inleranicnte le braccia: posa la mano sinistra sullo sporto ove siedcvolgendo lo sguardo
dalla stessa direzione c tenendo colla destra la lira tricorde cho appoggia sovra le ginocchia.
Se noi adesso dopo di aver descritto minutamciUe tutte le parti principali di questa maravigliosa
parete vogliamo abbracciare di un solo sguardo, e rid u rre al suo più semplice schema queslo molteplice
c complicato lavoro per farci un’idea chiara del processo tenuto daH’arlista in questa sua composizione,
noi vedremo cbe egli non ha fatto allro ebe applicare a questa parete quel gusto e quell’uso predom inante
allora nella decorazione di lim e le pareti anche privato, am pliandolo però ed arricchendolo di quei trovali
c molivi artistici clic rcslensiono e la sontuosità dcH’cdifizio ricliicdcva.
La decorazione che si osserva prevalere in quasi tutto lo pareli privale di Pom pei, è una divisione
in tre grandi parli orizzontali che cliiainansi la cornice, il campo dì mezzo c lo zoccolo : lu prim a e
e r ultim a parte sono sem pre in proporzioni m inori c subordinate a quella di mezzo cbe è quindi la più
ricca di ligure e di ornati. Si aggiunge a questa triplice divisione orizzontale altra triplice divisione
verticale che taglia, per così d ire, la parete in tre grandi fasce distinte l’una dall’altra, per lo più per
via di due svelti candelabri, clic collocati a due fianchi, si elevano dallo zoccolo fin quasi alla cornice:
delle tre fasce che ne risultano, le due lalcrali sono m inori cd abbellite per io più da eroti c psichi
volanti, 0 da figurine di Baccanti: quella di mezzo poi più am pia c occupata per l’ordinario da un quadro
a soggetto mitologico.
Lo stesso schem a Io stesso processo rilevasi nella composiziono della grande parete: anche qui la
triplice divisione orizzontale in cornice, campo di mozzo e zoccolo. La prim a è occupata da dipinture
rappresentanti pesci od oggetti relativi alla pesca, uccelli cd oggetti relativi alla caccia, an fo re, dogli
cd attrezzi di cucina: il campo di mezzo è lasciato libero, affinchè stacchino meglio i gruppi ed i quadri
da riportarsi; lo zoccolo poi è rappresentalo più massiccio, come quello che in certa giiisii costituisce la
baso della parete.
La divisione verticale fu qui operala non per via di candelabri sottili, ma per mezzo di am pie fasce
arcliilettoiiiclie, la cui estensione e prodigalità di molivi artistici c decorativi corrisponde all’ampiezza
cd eleganza delle fasce m aggiori che ricliiiidono : di queste poi le due laterali sono avvivale da maippi
di figure v o lan ti, c la centrale di un quadro rapprcscnlantc una favola eroica*.
Passiamo ora a descrivere queste ligure che m eritano uno speciale riguardo.
La prim a a sinistra rappresenta una figura maschile aiuta nel costume consueto dei genii: è interam ente
nudo all infuori di un drappo purpureo cho involgendogli parte del braccio destro, gli svolazza diciro
ic spalle, c viene a ricadérgli sulla gamba : è in allo d’avanzarsi volando; nella desira sollevala porla
una patera con entro oggetti indistinguibili. Seduta sulle sue spalle sta una figura femminile, vestila di
un chitone violaceo, e d’un m anto che diciro le svolazza gonfiato dal vento: essa colla sinistra abbraccia
la figura J i un pattino che posa sim ilm ente sulla spalla del giovane*.
Il W dc kcr il quale ha parlalo di queslo gruppo diciro un disegno pubblicalo dallo Zaim, crcdcltc che
il gonio m asclulc rcgcssc nella desira non una patera, m a una larolossa di colori, c dubitò anclic della
rsisleuia della ligura del pullo : però si astenne da ogni direna spiegaslonc, qoanlunqne sem brasse
propendere a riconoscervi una ranfaslico rapprescnlarione della piU ura. Neppure 11 eh. Ilelhig nel sno
catalogo pei dipinli campani ha proposlo alcuna spiega/ione del gruppo, p er cui non sarà snperllno im
ragionamento anche un poco esteso per indovinare il concetto dell’artista.
In una casa di Pompei dctla.della caccia antica, esiste nelle pareli del lahlino nn altro -ruppo di fi-rurc
volanti che col nostro ha molta analogia e somiglianza*. Abbiamo ima figura di un giovane alalo il qkale
vola portando sulle suo spalle una figura fominile vestila di dorico chitone coronala di una Stefano c
coperta di un m anto clic le si piega ad arco sulla tesla, essendo gonfialo dal vento: il movane porta nella
destra una spenta fiaccola, nella sinistra il candelabro che dovca sorrcgucrla. II eh. Ottone lalin nel
testo aggiunto alla pubblic.azionc dello Zahn congetturava che fosse iiiT allegorica rappresentazione
dell oscurarsi del giorno, figuralo in quel genio m aschile clic lia spento la liaccola. Questa spicg.azione
ha trovalo il consentim ento dei dotti c l’appoggio della verità in un allro gruppo consim ile ma più
chiaram ente esposto sopra la corazza della slalua di Augusto rinvenuta ad Ostia*. Qui è vero abbiamo
non un gemo masclulc ma fem m inile, c la fiaccola accesa invece d’essere spenta, cosicché invece
dell oscurarsi sarà rappresentato riilnm inarsi del giorno: ma ciò cho vi lia di più im portante è il concetto
identico clic presiede ai due gruppi; essi cioè rappresentano i fenomeni del giorno o per mc<-lio dire
dell aria. E una rappresentazione clic armonizza e risponde inlcranienle al genio riflessivo ,\o-à\ aniiclii
■ n Raoul-RMiiello die foce riproilurrc a lilograSa colorala [ Choit di
fiM. di Pompii, n. ir) una parto di questa parete, non icnno coalo della
acmoniaccorrispoiidenao dello parti chcsiprcfisserarlista nel compouinienlo
del suo lavoro, c dio rivela il genio archilellonico dd Greci — V. parie di
quesla parole nella nostra tv. v. Per ciò clic spelta la composirione artistica
delle pareti cfr. Helbig nel Mcin. ,Wu., N. F. xxv, 1870, p. 202, ss.
■ Zanv, Dieielmaiun Onaminii i, 02;—Wai.cKan, Ball, fnil,, iS33,
'Ma,. Borb., In. vii . 4;—Z.hn, [o;). di. in, 81);—ÌIki.oio, ....
artisti, i quali usarono personificare questi m utam enti delle stagioni, dell’aria, del tempo sem pre con
ligure alalo, oppure in movimento concitalo, come le stagioni, le ore, i venti.
T rasportali in quest’ordine d’idee, io non dubito di riconoscere una rappresentazione analoga anche
nel nostro gruppo in questione. P er meglio precisare il soggetto noterò, che il motivo più im portante del
gruppo è il bamhinu che viene abbraccialo e portato in seno dalla donna. P er la denominazione di queslo
bambino ricorderò un gruppo antico, cbe era rapprosenluto sulla cassa di C ipsclo, e descrittoci da
Paiisania (Y, xviii,). Ivi tra le altre ligure era rappresentata la Notte, con in grembo il Sonno c la .Morte
sollo le sembianze di bambini. La stessa immagine della Nolte io credo rappresentala nella donna seduta
sullo spalle del genio, ed il bambino che dcssa stringo ai seno sarà evidentem ente i! Sonno.
Ed una rappresentazione analoga sarà da riconoscere anche nel gruppo corrispondente’. Qui abbiamo
che il genio è personificato iu una figura femminile alala c coronala di fronde; ha nuda la parto superiore
del corpo, e porla nella sinistra ima coppa con entro piccoli oggolli, o nella destra im aurato candelabro*.
Diciro a lei, poggiala sulle sue spalle, m ostrasi una ligura femminile, coronala di slcpìuma, con lo scettro
nella sinistra, c con la desira iu alto di depor qualche cosa sul candelabro deli’ alala figura. Il W clckcr
pigliando per una tavolozza la coppa sorretta dalla fig u ra, c la somm ità del candelabro p er un bacino
di co lori, Ini creduto rappresentarsi in queslo gruppo il genio della pittura; cd in questo caso la figurina
posla in allo butterebbe una pallottola di cera, la quale devo fondersi. Il eh. Ilclbig poi, pigliando il
candelabro per un tim iatcrio, c l’oggello clic vi pone la figura per ini grano d’incenso vi riconosce una
rapprcseiilazionc fantastica del culto.
Sì ru n a che l’altra spiegazione mi sem brano senza fondiim ciito, perche non è chiaro qual ragione
potesse imiovcrc un artista a rappresciUarc una cerimonia del cullo in movimento cosi concitalo. Sono
di parere clic si debba riferire il gruppo al ciclo delle rappresentazioni dcH’aria o del tempo, quantunque
non sappia decidere qual fase precisa vi sia figurala.
Non meno celebre pel coiUraslo e la m olliplicità delle spiegazioni è il quadro con soggetto mitologico,
collocalo nella fascia di mezzo.
In un luogo alpestre c solitario siede sovra nuda roccia una donzella, in melanconico allcggiaiiiciUo.
Vestita di una bianca tu nica, che aflibbiala all’omero d estro, le lascia scoperta una parte del seno,
appoggia la mano sovra il sedile, c tiene riposata la destra sul grembo. Volgendo Hcvcmculc il capo,
ella guarda un giovane uom o, il quale sta dritto innanzi a lei. Questi è nudo inlcrainciilc, ad eccezione
d'uii breve pallio gettato su l’avambraccio sinislro: nella mano corrispondonle tiene un parazonio entro
la vagina. Appoggiando la mano destra ad una vicina roccia, cd il piede sovra un piccolo rialzo, sem bra
in alto di favellare con la donzella alla sua destra.
Appena scoperto qiicslo dipinto, Guglielmo Bechi nc porgeva una breve interpretazione, che pareva
esplicare tulli i punti del com ponim ento, senza lasciar luogo a dubbi o difficoltà. Vi ravvisava cioè
(dhis, Borb. Un. li, tv. 12) la conosciuta favola di Etra cd Egeo, quale viene narrala concordemente dagli
antichi scrittori. Egeo figlio d’Erclleo c re dogli .Ateniesi, essendo senza prole, andò a consultare l’oracolo
di Delfo, per conoscere il modo onde procacciarsene. La P izia, avendogli dato una risposta oscura
ed am bigua, egli si recò a Trczciic per conferire quest’oracolo con Pitico. Il quale temilo conio della
noiiillà di Egeo, l'eco sì clic questi s'invaghisse d’una sua figlia chiam ala E tra, con cui giacque, rendendola
incinta. Non polendo però Icgillimamentc condurla in m oglie, poiché dcssa era fo re stiera, decise
cl’ abbandonarla. Scnonclic prim a di licenziarsi da le i, la condusse in un luogo alpestre, cd ivi
nascondendo una spada sollo mia roccia, ordinò a lei, che ove mai il bambino nascituro fosse un maschio,
.|uando avesse avuto forza di sollevare quella pietra, c togliere la spada, con essa lo mandasse ad Alene,
che l’avrebbe riconosciuto. 11 bambino che nacque fu T eseo, il quale a questa spada venne appunto
ricoiiosciiila dal padre.
Si credette adunque che il dipinto pompeiano rappresentasse questa favola, cd appunto il momento
in cui Egeo prim a di accomiatarsi da E tra, ripone la spada sotto il macigno: rattcggiam onlo malinconico
della donzella sem brava rispondere alla situazione, tanto maggiorm ente che il pittore pareva averla
figurala col grembo piuttosto prom inente ad accennare la sua gravidanza, c cbo l’appoggiare, come ella
fa , sul seno la mano d esira, è im atto lullo proprio dello donne incinte. Si aggiunga, clic al Musco
Nazionale di Napoli esisto una lazza di bronzo (.V».«. Borb. im. iv, tv. xxvm; cfr 0 . J.\hn, Arch. Aufss.
pag. 3 0 , nota 17) che rappresenta senza dubbio Egeo d ie abbandona E tra , con molivi artistici mollo
simili a ([uoHì del dipinto poinpoiano. In essa vedesi scilula sovra una roccia, cd alleggiata a m estizia una
donzolla, la quale , slringciulosi con dolore am bedue le m ani, m ira ciò che compie un guerriero ritto
il lei dinanzi. Questi è iiiloram cnlc nud o, e solo il capo è difeso da un elm o: l’avambraccio sinistro è
involto in mi drappo, o nella mano tiene un parazonio che è in allo di m ostrare alla donzella, prim a di
nasconderlo sotto la pietra, su cui poggia la gamba sinistra, appiiiilo come nel dipinto pompeiano.
l'e r liillc queste ragio ni, rinlerprctazioiic del signor Bechi fu accettata dai dotti, c tenuta come vera
per mollo tempo (G ell,Ponipeiniin, tin.i, lG ,p.5ù, B .R ociiette, C lio u p .A ); quando nel 1 841,in occasione
fl
il1
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p.284).