I
astergere dal sudore cd ungersi con olio
co’mezzi clic offerivano le Tci-inc,
ni allri profumati unguenti, provvedendosi a quesla bisogna o
l’ajulo di particolari serventi a tali ufizi destinati *. Ma qui
.no'ppoi'tuno i-isulterebbc di ulteriorm ente ingrandire le nostre idee col ricordare sotto lutti i rapporti
la magnificenza delle Terme rom ane, ora clic ci occuiiianio di Term e analoghe alla ampiezza di
piccola"’ma agiata città, di troppo minori proporzioni a confronlo della Capitale del mondo incivilito,
e niancanli aiTallo di grandiosi portici c delle immense sale alle esercitazioni del corpo c dello spirito
edificate.
In due opposti punti della nostra Pompei due edifizi a pubblici bagni destinati sono già venuti
Inora dalle continuate escavazioni uno cioè nel 1883 nelle vicinanze del Foro cd in quell'epoca
pubblicalo l’altro non ba guari è oomparso sulla strada cbe mena alla porla Stabiana, c cbn fa
angolo con quella denom inata di Olconio, siilln qualo strada m unita noi duo lati di ampio marciapiede
due principali ingressi s’incontrano, e che in queste Termo introducono. In esse non troverai al certo
le grandioso volte c le magnifiche decorazioni testé ricordate, ma belisi volte proparzionnlc a modesto
edilizio ricoperto in vece di finitissimi cd eleganti stucchi bianchi o colorati, c ripartite in cassclloni
ricchi di rilievi per lo più di deità c gem etti, talora di quadrupedi o volatili, tal altra di bizzarri
m ostri m arini con ingegnosa euritm ia leggiadramente a fasce colorale fram misti, come può osscriarsi
nelle tavolo II c III accuraloincnlo disegnate c colorile. E se nelle m uro non trovi quc’faniosi dipinli
riccamente addobbali, tu qui vedi in voce finitissimi alTresclii tramezzali da dipìnti nreliilcltonici clic l’im
dall’altro dividono, da non far quelle nobili e lussuose decorazioni in questo luogo desiderare. Presso
clic rimili scorgeremo le parli delle presenti Tcrm c a qncllc da V ìtruvio indicateci, vai diro bagni freddi
c caldi in dnpiìco costruzione, ma separati forse gli uni per gli uom ini c gli altri por lo donno ’ , c
amendiic io molta vicinanza costruiti, allìncbè i caldi col medesimo fornello si potessero riscaldare, cd i
freddi da una vasca cornane per mezzo di condoni l’acquo ricevessero perennem ente, cd a volonuà di
coloro che nel bagno si dovevano im m ergere, ove p er mezzo di alcuni gcadini comodamente si
scendeva. Al dorso di questa vasca eravi praticata una specie di corridojo (sc/ioio) largo abbastanza
por contenere agiatamente tulli coloro clic dovevano attendere clic i prim i entrali uscissero, per
acccilorc alla loro volla al bagno. Ei c’insegna inoltre che le stufe denominate ìaco n icm e le p ith r ium
erano rotonde cd insieme unite, alfinchc nel loro centro la forza si riunisse del vapor caldo olio
circolava, e in tutta ia loro concavità ri dilfondesse, avendo il pavimento concavo e sospeso p er
ricevere il calore dall’tpocoiislo, ossia da un gran fornello di mattoni al disello, cbc si empivo di
m aterie combustibili, il dì cui calore comunieavasi in tutti que’ compresi per mezzo de’ vuoti praticati
c sotto dc’pavimcoti o intorno iniorno alle pareti di quelle stufe; c ricorda da ullimo V E lm th m u m ,
ossia la stanza ove si ricevevano le strofinazioni di olio o di altri arom atici unguenti
A-arcato appena Io ingresso di queste Term e, rito sulla strada di Olconio, sì presenta am pio cortile
con peristìlio apparlciiento ad un portico, ove la gente Iraltenevasi prim a di en trar nc’bagni, sia per
riposarsi, sia per aspettare che l’ora giungesse opportuna. E cì m antiene in queslo divisamenlo il
hcn conservato orologio solare dì travertino , corredalo di osca inscrizione, oramai divenuto celebro
tlignpiicillnieliills, |>erdar
d iSI.C rassoFrug l.efùtclalesutnieraT islk di non èssersi sino allora diseaneric
tiaesk T em e, vurnen di m enoanol5rml.ra cbe le tnedrsims, d i accenna la riporla in
iseriiione, non siaoo Terme pubbliche da rliro ssrsiln allre luogo della Cllli, ma
ohe slan torse Terme private appaplenentl .Ila slessa easa ove si È dlsourrrau,
vuoi di Cicerone, vuoi di Narco Frugl, imuio conto drl silo ove la iscrlalODC si
rinvenne edellcallre poni dcll'edilleloebc sembra più probabllmeniea prlvaioe non
dcllcTcrmeatluall.coniEOf or
procarclanil dell’uso smodalo degli unguenti c c
ilo si raccoglie da un cdlllo che ne prol
iere! mgmaU txoliai, emanalo da’ccc
Il elle produsse II proverbio; ;Von ut
aulonellaMosiellarla.eJ II Volume II <
ileAecadrmla Ercolancse.
p er le svariale pubblicazioni che di trailo in trailo nc son comparse col nome di orologio a sole di
Bcroso Fu desso rinvenuto in cima del perislilio, vedi la lavola V ad indicar forse a coloro che
in questo silo s’intraltencvano per prender riposo, ed anche p er osservare i giuochi della palestra,
l’ora da potersi introdurre ne'diversi bagni, cbe secondo le Vilruviane dollrine " nc'm esi caldi era
una delle ore pom eridiane, c .secondo Plinio Follava nell’eslà e la nona nell’inveriio, le quali appena
indicale dallo gnomone si dava a Lulli l’avviso con tocco di cam panella so n u t aes Ih e rm a v im Simili
a questo orologio molti se ne sono rinvenuti nella nosira Pompei, cd i più inleressanli si rallrovano
nel Reai Museo Borbonico depositali, e de’quali abbiam parlalo nelle nostre descrizioni se non che
questo Ila due particolarità che il rendono importantissimo, l’una cioè di serbare intatto lo gnomone,
l’allra di esser fregiato di una pregevole iscrizione osca. .
Presenta il nostro Berosiano orologio una figura sem icircolare incavala in un rcU angolo, nella
quale sono incise le solile linee rette, una cioè nel mezzo, ed altre cinque per ciascun luto, tutte
inlersegate da tre curve fra loro conccnlriclic: nella supcriore parte intatto lo gnom one orizzontalm ente
si vede, e tutto il monumenlo resta sostenuto da una basetta e da due branche leonine, allusive
probabiim ente al corso delle ore che indicate venivano su quelle linee dall’om bra projeltata dallo
sporgente gnomone di figura triagolarc conformato. Alla basetta sta incisa una epigrafe osca in tre
linee, che sommamente rende pregevole questo m onum ento, da prendere il prim o posto fra quanti in
questo genere se ne conoscono. La epigrafe scolpita sotto il nostro orologio volta nel nostro idioma
suona cosi; M a n o A lin io figlio d i Mario Questore col danaro delle amìncnde p e r decreto (d e ’ Decurioni )
fece eseguire 'L
I nostri dolli colleglli Com m cndalor Q uaranta c Cavalicr Minervini han pienamente spiegato
questo orologio non solo con apposite memorie lette alla Reale Accademia Ercolanese, ma bensì il
prim o nc ha già resa di pubblica ragione una compiuta illustrazione cd il secondo a lungo ne ha
trattato con iscclla erudizione nel suo accurato Bullettino Archeologico Napolitano. E noi rim etlendo
il lettore a tali dotti lavori, crediamo superfluo di qui parlare dcgrillustri autori d ie han discorso
dell’orologio solare di Beroso, c degli svariati orologi ricordali da’ nostri colleglli; nè direm o delle
erudite osservazioni filologiche sulle voci osche della iscrizione c delia loro inlcrpctrazione, comprovate
da precedenti divinazioni sopra quasi simili voci, indefessamente elaborate da d iiari accademici nostrali
c di ollrem ontc; m a direm solo clic la frequente presenza di m onumenti scritti nell’osco dialetto ci
fa nascere due conghietturc; l'im a che l’osco fosse sialo il linguaggio più comune de’ Pompeiani,
c che il minuto popolo ancor l’usava nel tem po della catastrofe distruggilricc del 79; l’altra che
questa regione delle Term o fosse una di quelle più popolate, e più delle altre alle prische cd
indigene abitudini affezionata. Ed ove si ponga m ente clic non poco lungi da queslo cdifizio fu pur
rinvenuta la celebre iscrizione terminale presso la porta Stabiana nella stessa lingua scolpila, c clic
le osche iscrizioni ritrovate presso del tem pio d’Iside, c sulla chiave dell’arco della porla di Nola
ricordando am cndue le diverse riparazioni fatte dalle autorità municipali dopo il IrcnuioLo del 6 3, si
couchiiidcrà di leggieri che nel 79 ancor si parlava alla massa di quella popolazione nel gradito
dialetto dello commedie AlelUme '®. Clic che sia di queste congetture sem bra mollo verosimile che
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» L'orologl« iso ledi B crowilluslralo dal C.miiiruii.tór Quaraala, Xaiwli ( Sòl. loggllorl al
Lo 510SSO nionunieoln fu pubblicalo e descriuo dal Cavalicr Mincrvini nel suo slesso suo
elaboralo Bullclllno ArclicologlcoNapoliiano.oniio secondo num, IS p a g .llS , cdal rodcrlvoro
sig. Fiorelli nello ou6niacaedoccurotaraccoltaJ(uMun,.nlo.pùrupAf’cuPc>upc/aho dcn,ondare
olio dal Minervini alla pagina (06, dell’aiino IH. del
lima voce osca doll.i IscMdono mmaiaffed, cb’cgli no
0, dimlmanara nel slgnlllcalo di preparare, ma bensì d
11 Ttiipus lavamii a meridiano ad t’«p«rani «se co
»UariillcrziJJcpiiani.saiwlarslAiriiiaruni.ludmi
» Quesla pregevolissima lsrri:bn c irad
»lAllIVS.IO.liorciisl ATINIVS.SIA
RX MVLTATICIA . DECVXIA . COX
DECRETO (ieri; MAXU.WIT.
'■ Qui mi si présenla l'opporiuiii
le' Pompeiani sla sialo l'osco, celie vigeva anebc dopo la
Ile sosicnulo dalla Iseriiione del nc
Xcll'orlglnale osco si ba solamenic S
vll.v ,\TIXIO, FIGI.IUOI. ni
11, DANARO DKLI.E MULTI
ÎR DECRETO UE'DECURK
apajropAa la iscriiioue della po
comeiiio arriccbIla.Non manca
graffile sagl'intonacbl di qiialcl
cala5lrotopampciana:a