vano che dalTandilo nell’atrio conduce non ha vestigio di cliiusura, m entre lo spazioso ingresso del
|)cristilio senza alcun dubbio con un uscio cbiudevasi, perocché anche quivi la soglia chiaram ente lo
addila. Abbenchè ìl lalo, diciam così, domestico della casa fosse distinto sem pre c separalo da quello
in cui i visitaloi'i erano ammessi, pure nell’ingresso che ambo queste p arti riuniva generalm ente non
rtnvcngonsi i segni degli usci, e sem bra cbc forse solo con adatte cortine chiudere lali ingressi solevansi.
Or le cagioni di quesla eccezione, nelle nostre case Pom peiane, sarebbe non facile m a iilil cosa
investigare, perocché con gli usi ed i costumi dc’suoi anliclii abitatori essa deve naturalm ente congiungersi.
Foi-se le ulloriori escavazioni col porgerci allri esempi di tale natura, ed adililandoci insieme con sicure
pruovc le personali condizioni del possessore di qualche casa, pensiamo che potrebbero ad un tempo
svelarci la cagione di cosi fatta im portante singolarità, la quale non a caso certam ente, ma per ¡studiata
convenienza dagli antichi attuare dovevasi. O ltre all’ingresso che menava nel peristilio altre sei porte
circondano le m ura dcli’a trio, c queste in sei diverse cam ere coiulucono segnate nella pianta coi
numeri 4, 5, 6, 7, 8 , !). Son disadorne c rozze quelle dc’num eri 4, 5, G, 8 , ma chiuse esser dovevano
da porte come io additano le soglie. Solo ueU’anguslo passaggio elio dalTalrio mena nella stanza n.” 5,
e che con questa quasi una sola iie forma, veggonsi nc’m uri che fanno angolo m alam ente dipinli i
due soliti serpenti così spesso ripetuti in Pompei con le leste negli angoli couvergcnli presso una
pianta. Il cbiar. signor Minervini opina che quivi forse attuato si fosse il domestico culto ’, perocché
si scorge al di sotto d e’scrpcnli un incavo che sorregger poteva una lavola ove era facile poggiare
le oiTcrte; e taluni gusci di uova che ìl dotto archeologo asserisce aver veduti frammisti alia terra
in tale incavo, quando disolterravasi quesla località, lo inducono a pensare che, se non per fatto
accidentale, a quelle offerte quei gusci potcano forse aver relazione. 1 segni di molli buchi operati
sulle pareti della slanzella n." 4. additano che ivi cran collocali vari scafTali alti a riporvi chi sa
quali oggetti. A noi sembra quesla slanzella troppo lungi dalla cucina della casa n .” 10 per poterla
credere designala a servir di dispensa come opinasi dal sig. Mincrvini -. Quivi all’altezza di palmi 17
si l'invenncro quattro scheletri, cd un quinto ora giacente attraverso un traforo fallo nel m uro clic
divide questa con la contigua stanzetta n.° 5. Volevano quegl’ infelici, dopo la trem enda catastrofe
Vesuviana, penetrare mercè uu tal cunicolo nella sepolta località, c còlli furono al certo dalla morte
non appena ivi inlrodolti. Ed è da osservarsi che nell'altra disadorna stanza segnala col n.° 8 fu
parim enli dagli antichi operalo un cunicolo noll’ cslrcmo angolo verso la esterna bottega. In (¡uesla
stanza vedesi iuta quadra liucslra che a petto d'uom o sporge nell’atrio, ad arte forse posta cosi
vicina all’entrata, da far supporre che dcslinala fosse a m ettere in relazione colui che quivi star si
doveva con le persone che pur quivi innanzi convenivano, senza penetrare più oltre. Le altre due
piccole stanze che dan sull’alno segnate co'iiiim eri 7 c 9 ornale sono da svariali dipinti. L’ingresso
assai spazioso di quella nel m uro a destra situ a ta, non ba vcstigia di chiusura sulla sua soglia di
m arm o. Lo zoccolo porti è ornato da vci-di piante c da augelli. Sulle pareli scom partite di giallo, di
rosso, e di bianco son dipinli e candelabri, e festoni, e domestici uccelli, c l'androsfingo, c capricciose
architetture c paesaggi. Tutto ciò fa vaga assai quesla stanzetta che certo un’ ala dcH’alrio esser doveva,
m entre l’altra cbc le sta rim petto e clic p ur nell’atrio corrisponde, sul suo m uro a destra, era un
cubicolo n .” 9. Lo additano gli usci cbe lo chiudevano, le cui vesligie sono sulla soglia distinte.
Come quelle dell’«/«, posta di faccia, son vaghe assai le m ura di un lal cubicolo per leggiadri ornati
•sopra bianco fondo dipinli nel quale fra scompartimenti di linee gialle, verde, e rosse, c con svariali
rabeschi, si veggono vari Amorini svolazzanti, oltre ad un candelabro c ad una ideale archilcllura
sorm ontata da alalo mostro con tesla di cornuto drago, e con leonine zampe.
L’atrio nel quale Lulle le descritte piccole stanze n." 4 a 9 sporgevano, ha nel mezzo il compluvio
(li bianco m arm o operalo. Q uivi, per un foro, scolavano le ac(pic clic dall’aperto e dai tetti si
raccoglievano. Una fonte bellamente ornata di m armo c di conchiglie n udrila mercè un condotto di
piombo che da! peristilio qui m ette capo, ed im a mensa parim enti marm orea sopra nobilissime scollurc
im piantata, posano in mezzo a cotesto compluvio. Non ci faremo a descrivere un tale elegante c nuovo
aggiuslamenlo come dagli artisti suol dirsi. Lo abbiamo invece riprodotto nella lav. 1 n." 24, perchè
meglio clic con le parole possa tanto squisito lavorio dai lettori am m irarsi. Aggiungiamo solo che .sulla
mensa della (¡ualc ragioniamo veggonsi rozzamente grallìlc le cifre luimeriche LXXXIX le (¡uali quasi
deturpando quel gentil m onum ento, senza svelarci qual cagione colà le segnava, pcroccliè per noi è
certo ben arcano quel fa tto, pure ci additano clic una mano profana sciupava non curante un
ornamento bellissimo della casa, come ora vediamo nelle nostre domestiche m ura le mille volte accadere.
a . '
Le pareti gialle dell’atrio, scompartite di rosso e di nero, dipinte sono sopra uno zoccolo parim ente
nero, ornalo con isvariatc piante, c gorgoniche leste di giallo c rosso dipinte. In lali gialle p a re ti,
nel m uro alle spalle dell’ingresso, cd in quello poslo di fronte all’ingresso medesimo, veggonsi taluni
candelabri elegantissimi. Ma uno solo è fra gli altri abbastanza conservalo. Dipinto di rosso, sopra
rosso piedestallo si eleva con arabeschi gialli in mezzo a capricciosa archilettu ra , sulla quale due
ippocampi torreggiano; cd un (piadrelto, poslo al di sotto, chiaroscurala racchiude la testa di Medusa
con la fronte alala sopra fondo verdino con ¡squisito e largo tocco ritratta. Nel muro poi che fianclieggia
il sinislro Iato dcli’atrio taluni ornamcnli di svariati colori in campo nero cireondano un tripode
giallo, quasi fosse d’oro, dipinto, clic più elegante e gentile immaginai- non si può, m entre non lieve
im portanza archeologica ad un tempo racchiude, come assai dottam ente scriveva il citato chiarissimo
signor Mincrvini nel suo bullettino non appena venne quel dipinto scoperto h
Dieci colonne lisce, c dipinte di giallo p er alcuni palmi dal suolo, rivestite di bianco stucco e
scanalate lino al collarino di color celeste, su cui posavano i capitelli, dei quali un solo or ne rimane,
circondano il solilo giardinello, posto nel centro del p e ristilio ii." 10, e che alToh-ìO succede. Presso
alla seconda colonna di fronte all’entrata è un putcalc di travertino: in esso vcrsavansi le acque raccolte
da un canale clic circonda il g ia rd in e tto , m entre allro foro operalo in mezzo alle prim e quattro
colonne pure le acque scaricava nei sottoposti condotti. Svariale figure adornano le pareli di queslo
p e rislilio sopra scomparlimcnli di n ero , di rosso, c di giallo. P u r troppo lali d ip in li, danneggiali e
sbiaditi ora appena ci additano L-spriiiicrc : nel lalo manco, (juivi ima baccante, quivi un poeta cbc ha
fra le mani una lira, cd una danzatrice, c due alate m uliebri ligui-c, l’uua che sorregge una cesta,
e l’altra che con la destra un verde ranio solleva. Stanno nell’opposto mui-o vari candelabri i quali
si frammezzano ad altre effigiale ligure, e che sembrano rappresentare un’alata ViUoria che sostiene
un Echctlon, una Diana arm ala di lureasso e saetta, un’altra femminile divinità, in cui par si ravvisi
Latona, ed alla quale in fine una V ittoria succede. Sull’alto di queste p areti, e sollo una cornice di
stucco, infiiiili ornamenti si veggono di festoni, di uccelli, di gorgoniche teste, e cento allri svariali
rabeschi; m entre nel m uro che sta di faccia all’atrio è dipinta una Baccante, cd in quello clic all’atrio
stesso è di spalle scorgi una V ittoria la (¡uale serbatasi fresca nei contorni c nel tocco, come o ra uscita
dal pennello dcH 'artista, non è a dirsi con (¡uanta vaghezza di form e c di colore è operala. E noi
porgendone la copia ai nostri lettori nella lav. Il più fedele che da noi si è saputa ritrarre, deploriamo
pui- troppo che simil freschezza serbala non siasi, per le ingiurie del tem po, negli altri dipinli di
((ucsto elegante p e r islilio , lutti al certo da una sola mano c con infinita bravura condotti.
NcH’osservare a prima giunta la disposizione di questo p e rislilio p ar si ravvisi tale un’ anom alia
da non sapersi spiegare. F ra le dieci colonne che circondano il g ia rd in e tto , abbenchè tulle dello stesso
ordine, le quattro che son di fronte alla entrala visibilm ente più corte delle sci rimanenti sul pavimento
si elevano. Ma dal poco che pure ci avanza della parte superiore di queslo ^íerísh'h'o è faci! cosa giudicare
che nel prim itivo suo stato anziché .scorgere lal discordanza un grazioso e pittorico insieme prodiir
doveva la disuguaglianza di così fatte colonne per lai modo disposte: tanto è il sagace accorgimento,
e tanto il buon gusto, con cui seppe l'ingegnoso artefice maseliei-are q ucirapparenlc anomalia, situando
rim petto alla cnli-ala più basso rarcoli-avc dcll’iiUcrcohmnio. Tale arcolrave esser doveva squisitam ente
ornato. Cc nc porge un saggio il bellissimo frammento da noi riportato nel n.° 25 della Tav. I che
fra due paesaggi su (jiicl fregio ci-a [losto ; ma che fu pure imjiossibilc cosa serbare incolume nello
scavo, precipitando daH'allo h
Rispondono nel p e rislilio Ire stanze ii.” 11, 12 e 13, fra le quali solo quella di mezzo non ha
sulla soglia traccia di chiusura. La ¡liù grande fra queste scriii- certo doveva di triclinio n.° l i c
qucll’ampia apertura che p ur ncH'alrio risponde ben a ragione fa dire al citalo signor Mincrvini che
possa a questo appi-opriarsi il nome di trirlin ium fen esira tum Molli ornam cnli intrecciati con
l'i-utti, con sceniche maschere c con uccelli decorano quelle m ura giallo, scom partite di nero, c sulle
quali stanno pure due graziosi quadi-clli. Nel prim o sopra im bacchico carro soii collocali taluni tirsi
che due pantere trascinano; ncirallro veggonsi due Amori simboleggiati da cacciatori cd un levriero.
De’due Amori uno è sedente, l’altro tiene nella destra uu bastone nella sinistra una lepre: forse
leggiadra allegoria d ell'artisla con cui in (pici putto cd in quel timido c veloce anim ale graziosamente
esprim eva che dal fatai num e il fuggire iiou è dato ai m ortali, sem pre raggiunti c sem pre vinti da
am ore. La stanza ohe vicu dopo (¡iieslo IvicUuio n .” 12 esser do\-cxa una sala di con\’ersazionc E x e d ra .
S(dla sua soglia l’osscrvalm-c rim an compreso di compiacenza alla vista degli ornam enti dipinli che
' Biilli-iiino archeologico napoliuno nu • Dullciilnooilaioanno