2 CASA DI M. LUCREZIO
noto, si riferivano alle fnlurc elezioni de’Magistrali. A desira dell’enlrata si scorge ima b olicga, (
due altre se nc ravvisano alla sinislra: lo quali cosliluivano un’accessione della casa slcssa, ove
talvolta ncH’inlei-essc del iiropriclario cscrcitavasi uua (¡ualchc industria.
A N D R O N E
'|[j d ;
.'■li: ’
L’Androne'^ di questa casa ha nella sua parie anteriore uua soglia di travertino, e dopo di essa
sono due scalini. Vedendosi suirullim o di questi scalini tre buchi, destinali p er ricevere tre distinti
paletti, ben si argom enta che la p o r la d a v ia fosse form ala di quattro p arlile, e ferm ala sulla soglia
p er tre diverse imposte. La porta apris’asi in dentro.
Queslo androne, più ampio de’ soliti androni delle altre case pompeiane, offre il suolo in declivio
verso la strada pci- Io scolo delle acque: c p er lo stesso oggetto vedesi nel suolo di questo androne
un’apertura coverta da lastra di travertino, per la quale riccvcasL l'acqua ne’ sollorranci coiulodi.
Il pa v im en to c ornalo a musaico di bianche pietruzzc, cinto da una doppia lista di nere. Le p a r e li
offrono un plinto o zoccolo dipinlo ad im itazione di m armo bigio, ed al di sopra una nera fascia in
continuazione con circoli, losanghe, cd altre figure di svariati colori. 11 fondo de’muri superiori c di
colore cileslro; c scorgonsi alla sinislra tre ed alla destra due scomparlim cnli, distinti da ampie fasce
nere verticali con rabeschi ora pressoché interam ente perduti, m a che nel prim o loro apparire vcdcansi
fregiati di capricciosi candelabri di giallo, .sormontati ciascuno da un Am orino. Ne’ due scompartim enti
estremi del m uro a sinistra sono due figure muliebri, come Aolanti in aria, delle (¡uali l’una ha con
ambe le mani un cornucopia, l'altra colla destra un globo, e colla manca un simbolo somigliantissimo
all’ornam culo superiore della ¡»i'ora di una nave, nel quale però Avellino sospettò clic fosse figurato
il manico dell’aratro, che col parlicolare vocabolo di echetla veniva denom inalo Nello scom partim ento
m edio era un quadro, di cui non rim ane che la sola parte inferiore. Nonpertanto può da questa desumersi
che fossero rappresentate tre femminili figure in lunga veste, delle quali quella a sinislra ha nelle
mani due sottili fiaccole accese chinale al suolo; le altre due le erano di rim petto; c di esse l’ima era
di fronte, l’altra volgesi alquanto l’crso di quella prim a. 11 cavaliere Avellino ravvisò in questa scena la
dea Cerere colle faci, la quale nella ricerca della perduta Proserpina s’incontra con Ecale, in una
parlicolare regione simboleggiala dalla terza figura 11 cav. Panolka credè che fosse la pronuba in faccia
alla sposa cd alla p ara n ymp ìto s Il Sig. R aoul-Rochelte approva pienam ente la opiiiioiic di Avellino®,
lo non tralascerò di osservare clic potrebbe ancora pensarsi alla riunione delle tre divinità Cei-ere,
Proserpina ed Ecale, che tanto spesso si osserva in altri m onum enti relativi alla semina del frum ento,
c specialmente su’ vasi dipinti: nella quale idea asscgnei-ei il nom e di Ecate alla figura colle fiaccole
Nel m uro a destra sono due soli scomparlim enli: e nel prim o ò quasi campila in aria ima Baccante
con tam burino e tirso in atto di rivolgersi. Più interessante è il quadro che orna il secondo scompartimento.
Vedi in esso un giovine con corta tunica m anicala quasi bianca, sulla quale lia un piccolo mantello
rosso, che a guisa di cappuccio gli ricopre la lesta coronata di foglie che sem brano di ed era: i piedi
sono m uniti di calzari. Con am be le braccia si appoggia sopra una donna, la quale avendo alla
bocca la p horbeia " suona la doppia tibia " , e che ha pure corona di edera. Avanti a questo gruppo è
un giovinetto, che reca una fiaccola, in allo di rivolgersi indietro verso il gruppo medesimo. Il cav.
Avellino, ravvisando nel cappuccio della principale ligura quasi un fi’igio b erretto, volle riconoscere
in questo quadro Ali in alto di sorprendere e tra rre a sé la Ninfa Sangaritide da lui am ala " . Il
cav. Pauofka, m ettendo questo in rapporto coll’altro quadro, cbc gli è di rim petto, crede sia io esso
eliìgiato lo sposo preceduto dall’Im eneo'‘.Finalm ente il sig. Raoul-Rocbcltc, riconoscendo la ubbriachezza
nella figura del giovine, non altro vide cbc il ritorno da una di quelle orgie notturne così freiiuenli
nciraiiticlùlà 'A Senza negare che la medesima impressione di fisico abbandono c di ubbriachezza fece
‘ V egpsi Viiruvio * ortJiil. llb. VI c. V ;
ils 1852 pag. 70-,
raoison ilu porte Irojiijua p. iS-13.
lonumenll quel elio icrIsselleli.Rouli-zArrtongeefase.M
• Ilziguorltaoui-Rociicl1col0|ipooo3lliilcnnmlnazlono di andi
iclbullelHno orcAeoiojieo nopoliionoao. I p. 15, e «noi
iodlcars locniralo iloellocliOzil digli 3rcheoiO|l n:pollIsnl;our».
laSavanumt
|i. 65. Su di dio WscguaavTenlrccbCHUCIlJvoco (u adoperato nella sua Inlclligcnia
liallioi, non gli nel slgnlfleoto dell’4.6pSr. do* Greci. Anzi l'Avelllno nel proporre
le aoilrlic deDomloitioul per questo pane dell’edilizio, non rlcordòairalloI’A.6p£. o
I '
CASA D I M. LU CREZIO 3
quella figura a’noslri sguardi, dichiariamo esser nostra opinione che si tratti di più elevala ra|))U’esenlanza,
sebbene non siamo del parere del dollissiino ¡\vcllino. A noi sem bra che sia figurato ìl giovine Dionisio,
a cui conviene benissimo il vestimento asiatico e la ederacea corona, vinto dalln foi’za del vino ",
cd appoggialo ad una B accante, preceduto dal mistico daduco. In questa iiUelligenza vi .sarebbe una
strettissim a relazione col quadro della opposta parete, ovo si osserva un l'apporto co’iuislerii di Eleusine;
. vcggondosi un’allusione a’due cclcbi’i mislcrii dcH’anlichilà. E cosi pure sarebbe un bellissimo insieme
della introduzione dell’ agricoltura, c della vigna, accoppiato a simboliche, ligure, che da una parie
accennano all’abbondanza dc’campi, e dnll’allra alla bacchica religione, a cui si m ostra tanto dedito il
proprietario della casa; siccome avremo la occasione di rilevare nel seguito di questa descrizione.
Aggiungo poi da ultimo che particolarm ente nella ligui’a di Bacco, da m e molle volle esaminala
nell’originale, è assolulamcnlc da ravvisare una m aschera, clic gli ricopre il viso il che accenna
pure alle dram matiche rappresentanze delle bacchiche feste E noi vedrem o clic M. Lucrezio non era
alieno dal gustare i divertimenti della scena.
Una coriueclla intagliata di stucco, dipinta a differenti co lori, corona questi dipinti. Al suo
lerm iiiar verso l’atrio, l’androne lia ornam cnli di scanalature cd intagli di stucco, con mi piccolo
pilastro sporgente solo dalla parte sini.stra.
D IM O R A D E L P O R T IN A .IO
ztppena dopo la porta da via, è nel m uro a sinistra dell’androne una porticina, che mena ad un
(’orridojo rellangoiarc, sottoposto ad ima scala, che dall’ atrio conduceva al piauo supci’iorc, ossia
t\’coenacula, i quali davansi in fitto, ovvero si destinavano a varii usi dal propriclario della casa.
Qucsta scala era certam ente di legno, cd ora non nc appaiono che le tracce. Lo zoccolo di questo stanzino
é rosso con rozzo inlonico supcriore, cd il pavimciUo è a livello di quello dell’atrio. Sembra evidente clic
questa rozza cam eretta fosse la dim ora del porlinajo, cella osHarii, 0 ia n ilo ris; che dell’uno c doll’altro
modo era dagli antichi appellalo
A T R I O 0 C O R T IL F ?
L’a trio era tuscanico; ed il suo pavim ento é pure a musaico di bianche pietruzzc con nere cornici
dello stesso lavoro, non altrimenti che quello d dl'anilroiic.
Nel mezzo è l’ impluvio adorno di triplice coruicctla di nere pielruzze, la media delle quali a spira.
Gli ornam cnli dell’impluvio sono alTallo sparili, non riinancudo né il fonte, né la mensa, e mancando
aifallo il riveslimciUo, ch’cssci’ dovca probabilmente di marm o. Coiigliicltura con molla l’ogionevolczza
il signor Falkener clic servì p er avvcntui’a di ornam enlo al fonte ima statua di m arm o mutilata
riiivciuila ncH’alrio, mancaiUc della Icsla, della mano d ritta , c del destro jiicdc, la quale sosteiiei’
•si vede uu otre sulla sinislra coscia, c può quindi ripalai’si un Sileno. Manca pure il pulealc alla cisterna,
ilclla quale vedesi l'ap ertura presso al lato dell’impluvio clic guai’da l’androne, cd intorno alla <(ualc
continua la decorazione della triplice cornice a imisaico.
Notevoli sono i dipinti, de’ quali i m uri dell’atrio sono fregiali. Lo zoccolo é ornalo di varii
sconiparlimcnii di marmi perfellameiUc imitati dal vero, fi’a’quali spiccano principalmente il porfido
cd il serpentino. La decorazione sii|)criorc nel m uro, o v 'é l’apertura dcll’androiic, è formala di
grotlesclic archilcllurc sopra fondo cileslro, Ira le quali sono cfligiatc alcune poi’tc ornale di protoini.
(li bucranii, c (li una decorazione a squame. Le allre pareli dcll’alrio prcscnlano ancli’cssc la supci’ioidecorazione
di capricciosa archilcllura; della cui esimia bellezza non potrà aversi una idea che da ima
l ‘‘4|
Fh.l
•ixdcfeìM.
p. 65. ove si parli (Il un Ji
h i