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CASA DETTA DEI CAPITELLI COLORATI
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Sopra un bianco pavim ento di mosaico sorgevano le a le , ii." 42 c i 5 , delle quali la prima
intonacala senza alcun ornamenlo dovea in antico essere rivestila di tappezzeria, m cnlrc l’ altra ora
l'iccamcnte ornala di p ittu re, e nel cui centro slava una rappresentanza di Apollo con Dafne, della
quale più sotto darem o la descrizione , come di tuHe le altre pitture che andrem o citando nel
dcscrivci'c la pianta dcH’cdifizio. In questa ala vedesi l’edicola n." 1 4 , la quale 6 da crcdci'c clic fosse
il L a ru r ium ove le immagini dei domestici dei venivano serbale.
Spogliato degli anliclii suoi marm i nulla offre più oggi il lablino n.° 15, e nulla le due fauci, o
corridoi, clic lo fiancheggiano, n.° 1 6 , perocché aneli’ essi disadorni e poveri tornarono alla luce
nell’ esser dissepolli. Non così la stanza n.“ 1 7, clic ha ingresso dalla faucc a d estra , c che è a
credere fosse un oecus cijziecnus per ia finestra clic sporge nel contiguo perislilio. Quivi nobilissime
pitture furono rinvenute. Q uattro stupendi quadri adornavano su fondi gialli la parte bassa di questa
località. E ra nel prim o Ganim ede che m inistra all’ aquila di G iove, nel secondo vcdcasi il fallo di
Ciparisso, Galatea nel terzo era ritra tta , c nel quarto scorgeasi in line Perseo clic m ostra Andromeda
il teschio di Medusa in una chiara onda rificssa, delle quali ra pp resen tan ze, come di tulle le allre
direm o più sotto ciò che la critica dei d otti, c le osservazioni degli artisti espressero nnim irandole,
non appena furono disscpoilc dalle ceneri del vicino vulcano. Un ricco fregio di figurine c paeselli
vagam ente d ipinto, sopra fondo bianco, rcndea anche più splendida questa bellissima stan za, in cui
p e rò , come altrov e, non si rinvennero i marm i del pavim ento, il quale iu arm onia co’ rimanenti
adornamenti ovunque quivi p rofusi, prezio so , oltre ogni credere , dovca lastricare di certo quesla
nobile parte della nostra casa.
Le fauci c ita le , cd il tablinio dall’ atrio toscano, immettevano nel peristilio ii.” 1 8 , ove sedici
colonne ioniclic , con le volute negli angoli di quei capitelli che intitolarono la casa , come di sopra
dicem m o, c tutte dipinte a vari colori nelle m odinalure, esser dovevano di nobilissimo asp etto, c
dovcano ad un tempo sostenere le corde dello a u le o , o tende, clic cingcano ([ueslo portico; perocché,
come spesso in simili località si riscontra in P om p ei, gli avanzi dei fe rri, atti ad assicurare lali
co rd e, quivi lu ti’ ora si osservano. L ’ im p lu v io , n.° li), clic forma la parte scovcrta del portico, )ia
nel mezzo una fonie, resa in quei giorni più vaga dalle piante c dai fiori che circondar la dovcano.
Nell’introdursi in questo perislilio dal lahlino, a dritta ed a manca scorgonsi dnc triclini, n.° 20,
e 21 , ricoperti nel pavimento di mosaico bianco con fasce n e re , dei quali quello segnalo col n."
20 dipinto con fondi ro ssi, era riccamente adornalo , c con una istoria rappresentante Tcsco che
abbandona A rianna addorm entata sulla spiaggia; e l’allro un bianco fregio elegantemente lo adornava
e sopra un fondo rosso dipinto.
Disadorna affatto la stanzetta che succede al triclinio n.” 20 rivestila di tonaca, era a qualche
uso ignobile d estinata, m a non così l’ altra n." 25 di color rosso graziosamente dipinta, che par sia
stato un cubicolo accanto al quale stava la scala cbc alla parte supcriore della casa conduceva.
Di bellissime pitture decorate vedcvansi le due esedre, ii." 2 4 , e 25. Quella segnala col n.“ 2 4,
era sul peristilio cinta di m arm i verso ia sua bocca, c l’ altra n.” 2 5 , è certam ente fra le più
sontuose stanze di questa casa. Una rappresentanza di vari pesci bellam ente dipinli, con miDulissiine
p ietre, formava il centro del suo pavimento Lutto di mosaico, e nelle pareti d’un celeste vivacissimo
dipinte , am m iravansi e trofei, e paesaggi, c quadri m aestrevolm ente operati, fra quali era da notare
la composizione eli un vecchio che vende degli am ori in una gabbia rinchiusi come uccellini, graziosissimo
concetto con franca m ano eseguilo.
E il n.° 26 un gran triclinio, di pitture l’iccliissimo, fra le quali scorgeasi il matrimonio di Bacco
e A rianna egregiam ente sim boleggialo, m entre l’ altro oecus e y z ic cn u s , n.” 2 7 , meno splendido non
era pei suoi dipinli dal tem po però gravem ente danneggiati, p er modo che de’ tre quadri i quali
decoravano i tre centri dc’m uri di questa località uno solo ne tornò alla luce malconcio ove ravvisavasi
Arianna che abbandonata sta in allo di piangere , e dietro ad essa Bacco a Sileno appoggialo, con
una baccante ed un fauno coronato di pini.
Di semplice mosaico bianco era formato il pavimento del lablino n.” 2 8 , il quale però sulle sue
m u r a , m ostrava bellissime gro ttesche, operate con quella facile m aniera clic distin g ue, ad ogni
passo, così fatti ornam enti in Pompei. Nè meno ornala fu rinvenuta la stanza n." 29, che il tabiino
fiancheggia, ove erano due paesi con figure. In uno Ercole c Prom eteo, nell’altro Polil'cmo circondalo
dalle suo greggi.
La stanza poi n.“ 5 0, la quale è da credersi un cubicolo, con gentili ornam enli era dipinta, cd
esprimevano or paeselli assai vaghi, or combattimenti grollesclii fra nani cd uccelli, c sopra un fondo
quasi nero bizzarram ente operali.
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CASA DETTA DEI CAPITELLI COLORATI
Innanzi di passare oltre giova notare che la esedra segnala col n.° 2 4, cinta di marm i verso la
sua bocca, come dicevamo di sopra, è fiancheggiata da due località le quali rispondono tulle e due,
come la esedra stessa, nel peristilio n.° 18, c che iin’angusln scaletta la quale giace limitrofe appunto
alla seconda delle citale località, anch’ cssa rispondente nel perislilio, sem bra che m enar dovesse al
piano supcriore della casa.
L’altro grande peristilio di questa sontuosa dim ora è nella nostra pianta notala sotto il n.° 51, e
nel suo mezzo lu lt’o ra conscrvansi le vcstigia delle piantagioni svariale, c quivi dagli antichi disposte
nel modo appunto come si veggono nella pianta delineate.
Veuli<(ualLro colonne di un ordine dclicalamcnie lavorato di stucco, e messo a colori, come vedesi
ai n.' 4 0, c 4 1 , formavano questo gran portico, ed il lellorc facilmente scorgerà come quest’ordine
appartenga ad un tip o, clic del toscano c del dorico partecipa. Nel mezzo del perislilio, nella vasca
u." 52 si versava l’ acqua che quivi pollava, c quindi scorrevo ad irrigare l’ elegante giardinetto.
Fu in questo luogo rinvenulo il frammento m armoreo da noi fatto disegnare al n.° 4 5, e che servir
doveva forse a raccogliere cd a condurre le acque. T ulle le località di questo peristilio poste sul lalo
il quale ri.spondc sul lablino n." 28, non che quelle delincate sul lalo d estro , e senza indicazione di
n um eri, o ra sono talm ente malconce clic in vero non può darsi di quesla quasi descrizione alcuna,
nè da! giornale degli scavi ci è concesso ricavare la loro disposizione ornam entale, m cnlrc dall’opposta
parte tulle le stanze segnate col n .’ 53 par chiaro che servissero di ergastoli, o ahilazioiii di schiavi,
essendo disadorne affatto, e ricoperte di rozza tonaca bianca.
Una specie di edicola, posla nel breve compreso n.° 54, ci fa credere che quivi fosse il sacrario.
L’adito postico di quesla dim ora, ii.° 55, fiancheggialo dalle botteghe 56 57 e 58, risponde dove ha
l’ingresso la maestosa casa d elta del Fauno, e sopra i pilastri di queslo ingresso due capitelli ornati
di ligure c fogliami posavano, i quali sono al certo un pregevole esempio di architettonica decorazione,
n.” 4 2 , c che al dire degli artisti, accenna ad una m aniera traente al greco, esempio che ripetute
volte è facile d’incontrare in Pnmpci.
Avendo di volo percorsa la pianta della casa, diremo o ra , non meno brevem ente, delle pitture
migliori quivi riiivemilc. Nell’ala n.° 14 slava quella rappresentanza che abbiam fallo ricopiare nella
Tav. III., nel prim o ordine dei quattro dipinti, a destra, c che la favola di Apollo e Dafne esprime.
Apollo arm alo della lira e del turcasso quivi raggiunge la desiderala Ninfa, che cominciasi a trasformare
in lauro, come il pittore accennava in quel ram o, che sulla lesta della donzella vedesi spuntare. Questa
piltura, non appena rinvenuta, venne illustrala dal ehiaris. com m endatore B ernardo Quaranta, il quale
più della favola che del dipinto invero fu vago nella sua dotta illustrazione. Egli dice, a questo proposito,
che tale favola fu inventala dai sacerdoti di Apollo p er ispiegarc il perchè ia pianta del lauro avesse
tanta parie nel culto di quel Nume. 11 chiaro archeologo soggiunge clic Dafne in greco vuol dire
la u ro , e l'csprcssioni Ap o llo ama Dafne che in greco valer potevano Ap o llo ama il lauro, p er am or
de! m eraviglioso furono tradotte ancora: Ap o llo am a tino d o n ze lla chiamala Dafne, e corno il lauro
non ama troppo la luce e meglio cresce all’om b ra, scambiatasi la pianta in donzella si propagò die
Dal'nc odiava Apollo. Queste induzioni fanno dii'C da ultimo nll’illiislralorc d ie così anclie gl’indiani
asseriscono chg l’albero appellalo M a r ija p u r r c J um , fosse stala im a .giovinetta trasformala in pianta
per aver ricusato l’am ore del sole, il dio luiH’allro im porla, dice il Q uaranta, se non clic le foglie
di quella si sviluppano la n otte, c s’illanguidiscono al com parire del g io rn o .' Lasceremo ìl lettore
giudice di queste geniali investigazioni, c passeremo olire.
Ganimede che m inistra all’aquila di Giove è l’argom ento di una seconda pittura da noi menzionala
di sopra, e che ornava la .stanza num . 17 della pianta. Discordi gli antichi nel tessere la storia di
Ganim ede, tutti però concordano nel dire d ie l’iliaco garzone fu trasportato in ciclo per esercitarvi
l’uffizio di coppiere. E come lalo è rappresentalo in questa pittura pom peiana, seduto m olìcmcnie
sopra un sasso poslo in terreno coperto ili alberi, cd innanzi ad una to rre , dove forse l’ aquila
l'icovcrava. Con bella movenza porge alla grifagna un’ampia p atera che il rostro vi appressa avidamente.
In questa pittura sono vaghissimi i tratti del vezzoso giovane, c si confonderebbero, disse il citato
diiaris. Q uaranta no! descrivere questo dipinto, con qudli di Paride c N arciso, se dal prim o noi
disliiigucsse la mancanza delle anassiriilì, e dal secondo il frigio berretto -.
Nella lavola 111 it dipinto che è poslo al fianco di quello poco innanzi descritto rappresentante
Apollo c Dafiie, fu anch’csso nella stanza segnala col n." 17 della pianta rinvenuto. Lo illustrarono,
non appena scovciTo, il dolio è rinipiaiilo Francesco Maria Avellino, c l’egregio or citalo comm endatore
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