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ove ne iàcciamo la pubblicazione. Lo zoccolo delle m ura è dipinto a guisa di colorati m arm i; cd
inlei'cssanti ma fautasticlic dipinture fregiano le pareli, se n’eccettui quella di fronte, la (piale è aperta
con larga c spaziosa luce verso il peristilio cd il giardino, che ajipariscc da queslo lalo in livello
supcriore: siccome sarà fra poco indicalo. T ra le capricciose architetture segnate a! di sopra dello zoccolo
moslransi alcune forme particolari d’ imposte, le quali m eritano tutta la considerazione” . Ed alla
sommità delle architetture medesime ripetcsi il gruppo di una figura giovanile cd alala, cli’c nell’atto
di sottrarsi ad un m ostro, d ie ha in lutto il resto del corpo fattezze umano, m a la tesla laurina.
Sembra indubitabile che nel mostro riconoscer bisogna il Minotauro ; c forse nell’alato gioA’incllo raw 'isar
¡lolreino il figliuolo di Dedalo Icaro, il quale per alcune tradizioni fu messo da Minosse in custodia,
tòrse nel medesimo labirinto di Ci-cta, che serri di carcere al iMinotauro. Ed in qualumpic modo, il
raw icinam cnto d d ¡Minotauro ad Icaro può attribuirsi allo stesso capriccioso genere della fantastica
arohilellura, della quale il ripetuto gruppo è destinato ad ornamento. Questa nostra idea vien confci-mata
dalla costruzione medesima della casa, in cui il tabiino ed il peristilio sono ti'a loro in colai guisa
disposti, clic non vedendosi in qual modo possano m ettersi in comunicazione, sorge alla m ente la idea
del Labcrinto, di cui era cotanto difficile indovinare l’uscita. E ciò diede ad alcuno degli abitanti della
casa il pensiero di segnare sul perislilio a graffilo un m eandro, destinalo ad indicare il labirinto, c
presso la iscrizione: (abyrinlluis ine habitat M in okairiis ” , della quale presentiamo i! fa c -sm ilo di piccole
dimensioni nella tav. I n. fi. Nella parte media del destro e del sinislro m uro erano certam ente due
(piadri su lavola, i quali sono stati dalla mano del tem po, e dall’umido interam ente dislruU i. Veggonsi
gl’incavi lasciati dalla lavola, c dalle traverse di legno clic la rendevano più forte. È quesla la idea
dell’Avellino ” , e del Falkener m a il Bechi immagina invece che sia la im pronta di uua cassa di
legno per inserirvi dipinti eseguiti sopra intonico, i quali, a suo giudizio, erano stali altrove trasportati ®*.
La prim a opinione sembra più probabile, anche per la esistenza di alcuni chiodi trovati presso a quelle
pareti.
In (lualunquc modo, noi richiamiamo l’attenzione de’ lettori sopra una particolarità notevolissima.
Ed è l’ornamento di stucchi a diifercnli colori e dorati, che fregiava il lacunare del tabiino, lavoralo
a cassettoni con ligure e graziosi rosoncini. È ben naturale il supporre clic questi superiori ornamcnli
andarono m iseramente p erd uti, non polendo conservarsi nell’alto; c di fatti non pochi fram menti nc
furono ritrovati nelle macerie. Dexcsi alla diligenza ed alla somma perizia del sig. A bbate che se ne
j>o(crono ricom porre taluni pezzi, i quali da lui medesimo accuratamente disegnali c colorili sono
pubblicali nella nostra lav. IX. Questo graziosissimo fregio, in cui si osservano m arini mostri. Amorini
\ olanli, alate figure uscenti in capincciosi fogliami ” , ed Eroti aggruppati con cigni, sai'cbhc staffi
perduto aifallo per l’archeologia e per l’arte, senza le cure del sig. Abbate Intanto la conoscenza di
questi lavorati stucchi viene a compier la idea che possiamo formarci di questo lablino, che presenta
notabili singolarità, anclie pel varialo aspetto del giardino superiore, c delle piccole scolture, che in esso
apparivano.
Un’ultima circostanza non dev’essere omessa; cd t clic in fondo del lablino è nel pavim ento un
foro quadrato, o pozzo, con cornice e coverchio di m arm o. Questa singolarità tu tta propria della casa
che descriviamo deve attribuirsi alla posizione supcriore del peristilio. Ed è d a prendere in disamina
” Il eli- ATellino ne iwrla lo lai modo, addllnodone la siogolariu. « Sella iirloia l’esame e lo sladlo sncbe de
r loirospcao. Qoesll (orami baono ul
vollo all’ingiO. L’allra forma d' lm|ios
inferiore: per lo quale
ire un lerao limpauo, souo invece alcuni
formando cosi uno specie di caocello ,
luco , Senna cbe fosse pero possibile
di un solo inferior timpano con
510 0 lume uguale ai limpano
be guardar
i pubblicato csatiainenlc nel reni .ifur. iorOon. voi. XI
dell’originale. VcggasI un’altra riproduzione lo piccolo
Inlltolato Pomptia p. 303. Son voglio tralasciar di nolarc
ranissilco II rarvicioamenio da me tallo, sena por mente c
' lav. n. della graadezzu
ad Intendersi come l’uso di
parie degli alrii, e de’perisillil- B credo cbe pc’cubicoli, ove dimoravano le donne,
0 nc’qoatl per altri motivi voleasi Impedir l’inirospcllo, usavansi le porte con quella
già delia specie di cancello supcriore. E pe'cubicoli, ove forse dimoravano I servi
lei padrone, c su’ quali voleasi forse esercitare vigilanza
e le aaloal, usatasi l'allra specie delle dcscrilIc Imposte,
dimostrino diverse Ira loro, cioè che quelle col
plb allungata par clic fossero doppie, cd unica
), e de t delle prime più ampia,
so di Arcberaore, ovo il cti. Comm. Quarar
■it itUa rtg. Atxmltma AreoInneM voi- IV
il opinione eba qucsil su
cl sig. ralbcner. Il qu.ale
la conghicttura del sig. Falkener il (juale opina essere quel pozzo destinato a ricevere le acque,
che scorrevan dall'allo, nel ripulire la supcr/ìeic del superiore giardino.
T R IC L IiM O
Diamo il nome di triclinio a quella magnifica stanza, che vedesi a destra del la b lin o , e che ha
una doppia entrata dall’atrio, e dall’ala destra dell’atrio medesimo Quesla ultima più spaziosa,
hinilala a’due lati da due pilastrini, ha soglia di m armo, sulla quale appariscono i segni della chiusura:
c questi segni medesimi si veggono pure all’ingresso m inore, che sta sull’atrio, li pavimento é a musaico
di bianche e di nere pielruzze; m a ad un semplice sguardo dato alle pareli, sì scorge com’cssc sien
lultc ripiene di stupendi e maravigliosi dipinti, interessanti dal Iato dell’arte non meno che dell’archeologia.
Sullo zoccolo a fondo giallo, che ha subito in molti punti le solite variazioni di colore provenienti
dall azione deli’infocalo lapillo, vedonsi a quando a quando quadretti con graziosissimi rabeschi di fiori.
In una zona supcriore, nel fondo del più vivace azzurro, che dali’azioii dell’aria fu posteriorm ente
annerito, scorgonsi e capricciose architetture, c meandri, e rabeschi di fiori, c candelabri, o piuttosto
tripodi, di singolare foggia. Hanno essi a sostegno tre erme quasi C ariatidi, cd al disopra offrono una
figura stante come su di una base. Alcune di (¡ueste figure sono m ancanti e sconscrvatc; m a p ur di due
furono ravvisali i sìmboli, vcggcndosi la prim a tener con ciascuna m ano un festone, c nell’altra polendo
riconoscei-si un’Isidc pe’consueti simboli del sislro e della sita la . È notevole che uno dc’candclabri sopra
accennati è sostenuto da due che sembrano Satiretli, i (piali han coda e nebride, c sono nell’allo di
suonare la doppia tibia; m entre la terza figura ricoperta da clamide resta affatto indeterm inata per la
mancanza dc’simboli, che sono interam ente svaniti. Nè deve tralasciarsi la descrizione di una femminile
figura, con testa coronala, che tien colla sinistra una patera sopra di cui è, come sem bra, un serpente
Questa porzione finora brevem ente descritta appartiene alla semplice decorazione; m a pitture di ben
altro m erito artistico, c di ben altra im portanza archeologica richiamano la nostra attenzione. Tre
grandi (¡uadri si m ostrano sopra tre delle p areti, di figure non m inori del naturale: e sei bellissimi
(¡uadrctli relativi alla favola di Psiche fanno intorno compagnia a quelle classiche composizioni. La
prim a pittura principale, che adorna la destra parete del triclinio, è da noi pubblicala nella tav. II.
Essa esprime una scena della fanciullezza di Bacco, di cui fu affidata la educazione al vecchio Sileno
Vedi un carro tratto da buoi, la cui fronte adorna di foglie ci addila la loro sacra destinazione siede
su di esso l’educatore di Bacco, tenendo colla sinistra il pargoletto dio, che è in allo di trastullarsi
col tii-so, di cui prende l’asta c la sacra benda pendente. Un Satiro tira innanzi la biga mercè lunghe
funi ; ed un calvo c barbato Panisco assiste alla scena, recando un panierino sospeso ad un lungo bastone
ricurvo. Chiudono la rappresentazione le Ninfe abitatrici di Nisa altre intese alla cura del lenco licore,
pcnsaiulo al vaso che dovrà contenerlo, o piutloslo al tino o paniere destinato ad esser ricolmo delle
uve: altre intente ai canto cd al suono di dionisiaci ¡strumenti, accoppiando il rimbombo del timpano
al suono della doppia tibia, a cui dà fiato un giovinetto Satiro coronalo di pino
Di rim petto è l'altro magnifico quadro relativo al trionfo di Bacco, di cui si vedo la figura nella
nostra (av. V "A 11 giovine Dioniso in lunga veste manicala è ncH’atto di formare un trofeo, m entre
un prigioniero colle mani legale dietro al dorso siede al suolo sopra un cumulo di arm ature tolte dal
dio a’vm ti nemici. Un Satiro con nebride, e coronalo, come sembra, di pino, sostiene il tirso di Bacco
da cui pende una \ ilta di lana; m entre una Vittoria segna su di uno scudo sorretto da una Baccante,
'»• TMdinlq i creiluio guntralmcnlc dagli areliooiogi uapolilaoi: veli AvclI
ili. cil. lag. 9 ; Bcclii relu:. cil. |«g. 8 scgg. St fu ilivcrsamciitc opinato dal
itioHa iiuli. JM -hl. (8(7 p. I3C, e oall'ArcAacolcj. Z tilm g del Gerhard li
113. cfl.ilag. n. 4, pag. 49.11 stg. Kaltcncr credè che fosse un'cxrdro o ,
: conuerMciunr : giom . cil. pag. 88; ma quaiiluoquc una lalc dclcrmlnazione
Ila seguila dal Ilaoiil-Rochctie yourii. drs Saimnis (382 pag. 238 scgg., puro ,
In quesla dgura II sIg. Raool-Rocheuo riconobbe Uggì
gcurn. ciré Airertlì 1852 p. 237,
■•‘ Varii nionuinenil rclalirl alla funcluIlciM .
Sileno, veggonsi rlcord:iH dal Mailer //andèucAS.
RIscoiilrisI pure Mailer cd Oeslcrley Ominidi, dei