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podii essi pure di m arm o, onde lulla quesla parte anteriore del compreso assum e l'aspetto quasi di un
vestibolo. Graziosamente dipinte vi erano lo pareli e ravvivale al basso da figure. .Vi lalo destro cioè,
un guerriero nudo, stante, d ie im braccia lo scudo con la sinistra, lenendo l’asta nella d ritta; cd una maestosa
ligiu-a fcminilc avvolta in un giallo m antello, la quale nella niauo sinistra regge una larga p atera, cd
appoggia il braccio destro elevato ad una doppia face. Figure analoghe dovcano essere dipinte ncll’aUro
lalo corrispondente, ma andarono p e rd u te , nò resta più visibile che un guerriero sta n te , il quale tiene
scudo c lancia nella sinistra, e sorregge l’ elmo nella destra.
N essuna porla divideva il vestibolo dalTintcrno del compreso: anzi in queslo vi è continuata hi stessa
m aniera ili pavimento a pezzetti di m arm o vario-colorato che osservasi in quello. Anche le pareli dovcano
essere rivestile di m arm o, ciò che all’ultim a epoca di Pompei era comune a molli edilizi pubblici. Non
ne rimase più venni fram m ento; ma l’im pronta clic la superficie levigala del m arm o ha lasciato sulla
calco onde il m arm o aderiva al m uro, toglie ogni dubbio sulla m aniera come le pareli erano decorale.
A ciascun lato del compreso osscrvansi due nicchie alle c g ra n d i, destinate a ricevere delle statue;
non se nc rinvennero che d u e , lo quali trasportale al Museo di Napoli, vennero sostituite con due copie
di gesso. Sono conosciute per altre pubblicazioni *, c noi le riproduciam o sulla tavola VI. Nella prim a è
raffiguralo Druso figlio di Tiberio, iu e li m inore di venl'aniii, come sem bra provare la barba non ancor
to sa la, poiché solo a questa età cominciavano i Romani a radersi la barba *. Sta in posizione eroica, cioè
nudo, con un mantello che avvolgendoglisi dai fianchi allo ginocchia, c passandogli sul braccio sinistro,
va col lembo a strascicare per terra : nella mano reggo il parazonio, ed eleva il braccio destro come in
alto di accompagnare un discorso. Se in generale resccuzione non ha nulla di straordinario, è notevole
però rcsprcssioiic calma del volto c il tipo della lisonomia, il cui profilo specialm ente pel naso aquilino e
|)cr la piccola bocca tradisce subito la relaziono di sangue clic l’unisce alla donna ralTigurala nella slalua
collocala nella nicchia di rim petto. E ssa è Livia, moglie e ad un tempo sacerdotessa d’Aiigusto, qui appunto
rappresentala negli abili sacerdotali. È coperta di uu m anto che velandole anche la lesta, le scende dietro
le spalle c passandole sotto il braccio d estro, viene a ripiegarsi sul sinistro: oltre il velo porla in capo
un’aurea corona- Il corpo nobilm ente riposa sulla gamba sinistra; ed il piè destro un po’ elevato, c l’ocerrij
clic stringe nella mano sin istra , sem brano accennare d ie ella s’avvii ad un sacrifizio. L’esecuzione di
questa statua vince di gran lunga la preced en te, specialm ente p er ciò che riguarda il panneggio, ove
iiotansi tú lle le pieghe che fa il drappo avvolgendosi alla p ersona, nello stesso tempo che non cela
interam ente la sviluppata bellezza delle forme. Ma di m aggior m erito è poi anche la trattazióne del volto,
di cui la fronte serena e scria'risvcglia l’idea della rigida serenità del ciclo in in verno , c svelaci quasi
il carattere di quella im peratrice: la finezza d’esecuzione nelle guance, e la dolcezza dei lineam enti ritrae
quella beltà del volto femminile che dovea risplciidcrc in Livia, m entre il naso m agro ed aquilino, la boera
piccola c sottile svelano quell’anim a chiusa, clic per tanto tempo dominò il popolo Rumano, inspirando
lo azioni di Augusto c di Tiberio. E forse in una delle altre nicchie era collocala la slalua di quel secondo
im peratore, come avvi tutta probabilità p er credere che quella d'Auguslo poggiasse sovra quel piedistallo
m arm oreo che s’iim alza di fronte all’cnlrala. 11 g ran braccio virile che ivi presso si rinvenne, il quale nella
desira teneva un globo, non poteva ad allri apparlcnerc meglio che a quell'A uguslo, alla cui m emoria
l'intero cdifizio era dedicalo*. Teniam o sem pre (issa l’idea che l'edilizio sia un vasto e sontuoso nioiuimcnlo
innalzalo alla m emoria di quel prim o im peratore, od avremo argom ento per esplicare anche la destinazione
delle due grandi sale F cd K che fiancheggiano il compreso di mozzo. La più vasta è quella a destra E, e la
sua facciata dovca offrire tm aspetto analogo all’arciirn nella casa detta del Fauno, ove si rinvenne il gran
m usaico della battaglia d'A lessandro. Il letto cioè dovca essere poggialo sovra due colonne m arm oreo,
collocale al mezzo dell’en trala, cd i cui dadi esistono ancora sulla soglia: in ciascuno di essi osscrvansi
i canaletti per rinfiisiono del piombo. La mancanza anche qui di ogni segno di porte ci dà ragione a
credere il compreso riscrbalo a pubblico uso. In clic questo consistesse, è ciò che appunto ha promosso
tante eongcLturc discordi, e lo. quali ebbero sem pre di m ira ad indovinare il fine, per cui fosse innalzato
quel podio di fabbrica, che p er un grande spazio vedesi occupare i tre lali della sala.
L’idea prim itiva d’un triclinio, suggerita da ima apparente som iglianza con quelli di fabbrica esistenti
in varie case private di Pom pei, venne respinta dalla considerazione, che in questo caso ii podio dovrebbe
essere inclinato all’opposto cioè verso il m uro. Osservando inoltre clic ai piedi e p er tutta la lunghezza
di tale podio, esiste un piccolo canalcllo, il quale cvidenlcmcnle serviva per lo scorrim ento delle acipie,
vedesi che la spiegazione di triclinio non può venir am messa come vera. O'icslo canaletto poi indusse
altri in opinione, che servisse a raccogliere il sangue delle villiinc ‘ che venivano sopra il ¡iodio tagliate,
c che lutto il compreso fosse un m acello. Ovcrbcck in ultimo * lia credulo riconoscere in questa sala una
cucina, i cui attrezzi fossero di bronzo, come in altre case di Pomiioi; clic il banco servisse per depoi vi
su le vivande, ed il canale di fabbrica ai piedi p er raccogliere le ac((iio, allorquando (¡ueste s'usavano
■ Mm.iiWAccad.Ercol.lm. i i. tv .l,
■ AVÌLLIRO, H<m. iiH’Mead. Buoi.
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per purificazione del podio. Oucst’opinione per alcuni punti sem bra probabile, m a per allri abbisogna
di modificazioni.
11 carattere di pubblico monum ento , che ha tulio 1’ cdifizio , ci autorizza a risguardarc questa
sala come il luogo dove veram ente la pubblica m unificenza, adottando l’ uso prevalente a Roma,
specialm ente ’ in alcune solennità, distribuiva alla popolazione viveri, grano e pani. Ciò però non include
che questi dovessero venir cucinali in questa sala; ivi si serbavano solo, c propriam ente in quegli spazi
che intercedono fra il podio cd i m uri, donde appunto gl’incaricati facevano la distribuzione. L ’elevazione
di un podio a questo scopo diveniva indispensabile, onde fosse serbalo un po’ d’ordine nella distribuzione:
e poiché queste cose si ripctcano assai di frequenle.parve consiglio di costruire il podio solidam ente. Sotto
questo punto di vista diventa mollo im portante una pittura di Pompei, la quale appunto rappresenta una
distribuzione di pani in occasione di qualche pubblica festa *. Ivi abbiamo un m agistrato municipale,
vestilo in bianca foga, il quale seduto sovra un podio, elevato espressam ente per quella solenne circostanza,
d istribuisce il pane al popolo, il quale è rappresentalo da un fanciullo, che stende giulivo le mani per
ricevere il pane delle due persone (apparitorcs) che m inistrano all’ Edile. P er ciò che riguarda poi il
canaletto situalo tutto intorno a pie del podio, mi sem bra d’accettarsi l’opinione di Ovcrbcck, cbo servisse
a raccogliere l’acqua che vi gocciava, allorquando essa adoporavasi p er tergere il podio.
T ulle tre le pareti di questa sala erano decorale di vivaci pitture, le quali ora sono pressocliò inlcram cnlc
svanite. Solo nella parete di rinipcllo, oltre due figure isolale, dipinte negli scomparlim enli laterali, c la
cui m ossa c poco distinguibile, m irasi un quadro di considerevole grandezza e sulTicienlemente conservalo.
La sua rappresentazione però venne finora sem pre mal conosciuta, c falsam ente riferita alla nascila di
Romolo c Remo *. Evvi invece raffiguralo un congresso di divinità fluviali, che il eh. Ilclbig* aggiungo
essere pompeiane. Il mezzo della composizione è occupato da un giovano nudo c coronato di foglie, il
quale siede sovra una roccia. Un oscuro panno gli avvolge i fianchi ed il braccio sinistro, che egli appoggia
sovra un’urna, dalla quale sgorga una vena d’acqua; nella mano destra elevata tiene alcune canno palustri.
.Secondo rilc lb ig ( /. c ., p. 2 0 3 ) questo giovane Dio fluviale rappresenterebbe il S arno , cbe scorreva
anticam ente ai piedi di Pompei *. Il giovane volge lo sguardo a sin istra , dove sopra rocce siedono in
circolo tre ninfe. Una di esse appoggia sulla pietra la mano, tiene nella sinistra un corno di abbondanza.
Accanto a lei un’altra ninfa appoggia il gomito destro sovra un’urna, da cui l’acqua sgorga c si raccoglie
al basso in un ruscello; più in fondo un'altra ninfa appoggia nello stesso modo il braccio sinislro sovra
u n 'u rn a da cui esce l’acq u a, c porla nella destra innalzalo un mazzo di canne palustri. Alla desira del
fiume S arno, m a rappresentato in distanza, c come dietro di una roccia, appare la figura di un giovane,
che il eh. Ilclbig interpreta come una S»»?«, ma che potrebbe credersi con più ragione rappresenti il
m onte V esuvio, se nella figura del giovane fiume evvi personificalo il Sarno. P iù al basso poi avvi
rappresentala una figura femm inile, coronala di fronde cd avvolta in oscuro chitone. Ella siede p er terra e
la sua posiziono richiam a alla m ente la m aniera con cui l’arte antica soleva rappresentare la Dea Tcllus
come simbolo della fecondazione®. Essa infatti è di forme piuttosto piene, c siede in terra quasi a significare
il luogo del suo dom inio: colla destra regge uu lem bo del suo bruno m antello che dalle spalle le cade
sulle ginocchia. Di fronte a lei siede, esso puro, sul suolo un giovane di colorito rosso-brunaslro, che ha
coperte le spalle di un azzurro m antello. Siede c colle m ani abbracciasi le ginocchia in quell’attitudine
propria dei barcaiu o li, c che ricorre frequente nei dipinti pom peiani, che riproducono dal reale le
personificazioni dei fiumi
In simm etrica disposizione con la sala or descritta trovasi l’allra all’angolo nord-est F, la cui entrata
presentava un aspetto identico alla p rim a, essendo essa pure sorretta da due colonne m arm oree che
s’innalzavano in sul mezzo della soglia. .Vnclic intorno alla sua destinazione si è m ollo qiiistionato senza
giungere a verun risultalo deciso. Il piccolo m onum ento collocalo nc! mezzo della sala e formato da due
gradini di m arm o siccome fu creduto un altare, così hanno spiegato come santuario di qualche divinità
quel compreso che elevasi sopra uu vasto podio m arm oreo presso la parete di fronte. Ma basta osservar
il monum ento stesso, c confrontarlo con le aro che esistono negli altri templi di Pompei per convincersi
dcircrronea denom inazione. E neppure la niccliia ul di sopra del podio era riserbala por qualche divinità:
im perciocché, come si rileva dall’ angolo sinislro d e ire n lra ta , questa nicchia dovca essere chiusa con
porla. Quest’osservazione c la mancanza di qualunque piedestallo che dovesse sopportare il simulacro
divino, escludono qualunque carattere sacro clic vogliasi a questa sala attribuire. Dalla som iglianza invece
c corrispondenza cbc serba con la sala E , inclinerei a credere clic ad uu analogo uso essa pure l'osso
dcslinala. E mi conferma in quest'idea l’osscrvaro,che anche in essa venne cretto allato destro un gran
podio m arm oreo donde i m agistrati potevano benissimo far eseguire le pubbliche distribuzioni di viveri.
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ra /(„mai,ira, Uiiilucliiiii j> . Voga, in
phUAiiu. Cl. dir K. S.
Pompei, iiv. sr., lom. i, |j. 11-
— Db I'btha. Gioninle digli se
' BoNUCCi, Pompi! dicrili, p. ISS ;—1
ÌTiiR, Pompiia, p. 75.
n i, 5; —Vilnus Sequbsts», Di fiuminibia p. 100
‘ MuBULBifWiBSBLEii, Dink. a. Km
' llB Lmc, n'andgimàlde, n. 1 2 31 ,15