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« La donna clic gli sla a (¡anco (T av. XII, i ) , stringe nella destra mano un sislro , c colla m anca
sostiene un desco con suvvi alcuni oggetti che ma! [iiioi distinguere. Potrebbe esser costei una sacerdotessa?
Con E rod o to' dovremmo risiionderc negalivameiUc: ma a’icmpi di Giovenale’, di P crsio’ e di Apulejo*
vi erano negli egizi templi le sacerdotesse, anzi sono cliiaraincntc m entovale nella famigerata iscrizione
triliu<>iie di llosetta. E i dotti francesi alcuno sacerdotesse credettero di ravvisare in un bassorilievo di
Modina-Tabii, ed in un altro del tempio m eridionale di Eicfanlina; anzi il Joinai'd le volle anche inslrutlo
nelle arciino dottrine, come lo orano i sacerdoti. Che se una sacerdotessa non piacerà ravvisare in questa
figura, vi troveremo almeno una di quelle donne addette a servire i templi, c perciò cliiam alc i.'poJouXoi,
hicmlouli. Da quel cho narrano E rodoto' e Strabono® dello sacre donne addette al tempio di Giove Tebano,
sem bra dedursi che ve nc fossero anche nc’ templi dcll’aiUico E g itto , senza doverle perciò tenere per
sacerdotesse. E questo lanlo è più verisim ilc, iu quanto che di lali femmine dedicale al sacro uiinistcro
si trovavano c per tutta l’Asia e per l'Italia c p er la Grecia. Seimila se nc contavano soltanto nel tempio
Comancnsc nella Cappadocia’, c di quelle consecralc ad Apollo fa menzione E usebio’ e di allre S trabene’,
dette in Corinto fipoiouXous £t»i=« hievodouloiis lidairas, alle quali voglionsi unire dal Van-Dalo ” le Isincac
sacrariac lenae occorrenti nc’ m arm i.
« Il capo raso della figura seguente (T av. X II, 5 ) può essere anche indìzio da farcelo credere uu
sacerdote: cuoi lo crediam o mìosfragista, cioè uno di quelli cho avevano l’incum bcnza d’im primere
il marchio a bovi sacri che si dovevano iim nolare” : c questo facevasi con quel ferro che tiene in mano
la figura qui dipinta ». Ma sem bra piulloslo che qui si tratti di una lucerna a forma di barebetla, come
innanzi abbiam veduto in Apulcjo. Di cbc può essere indizio la slcssa catenella da cui pende; perchè un
ferro da m archiare avrebbe avuto bisogno di un m auico sodo, non flessibile.
a Ed un sacerdote pure riconosciam o nella figura clic viene appresso (Tav, XII, 0) c propriam ente
quello che/lÙToi/rnmmiiifit.Y, isfOTfaj4;‘»rswi o sncro scrii/ore cliianiavasi, e l’cpitelo aveva dip/ero/i/toiw,
pennij/er da quelle penne clic gli adornano daU’iin lato c daU’allro la testa; cd anello nrpcdonaptes, xfxiSoyx-rms,
secondo raccoglicsi dalle parole di Democrito presso Clemente Alessandrino'®, appunto da quei fili
(in tcì'p clrati per vn,«« da Polluce ) con che le penne al capo si legavano. Si raccontava che in tempi
antichissim i uno sparviero portalo avesse a’ sacerdoti dì Tobo un libro legato con nastro rosso in cui
erano scritti i precetti del cullo; c che perciò i sacerdoti, appellali hierogrammalis, si adornassero di penne
di sparviero legalo con purpuree fila I! nostro tiene in mano un papiro che sla leggendo, c queslo era
il proprio attributo di lu i, so star vogliamo a quel che dice Clcincnlc A lessandrino"; c se non porta
anche il calamajo sospeso al fianco, ciò avviene perchè non è rappresentalo in funzione solenne. Queslo
sacerdote doveva conoscere la scienza geroglifica, la descrizione del globo, il corso del sole, della luna
c de’cinquc pianeti, la corografia dell’ Egitto, la natura del Nilo, i sacri arredi, gli oggcili clic si dovevano
sacrificare a’Numi, e tulle quante erano lo m isure; in somma il suo iifizio era de’più im portanti. Sulla
parete innanzi a cui sta e questo c m ite le altre descritte ligure, c che indica a parer noslro il sacro edilizio
cui appartenevano, vedesi un gallo, il quale lia in testa il sacro fiore del lolo, a segno di consccrazionc.
Forse sarà qui simboleggialo qualche tempio di Bubasti, dove il gatto particolarm ente era adorato, come
a Cinopoli i cani, a Licopoli i lupi, cd a Tachompso i coccodrilli. In ultimo non irasandorcm o che tulle
le qui descritte figure portano le solee a’piedi, secondo il costum e sacerdotale, lo quali dovevano essere
di giunco nilotico s.
Meritano eguale attenzione varie barche (T av. IV) trovate dipinte eziandio sulle pareli de! porlico.
Dalle quali per allro nessun lum e, come crroncam cnlc da alcuno si è preteso, può venire alia soluzione
del problem a, se gli Egiziani avessero fin dai tempi unticliissim i conosciuta la navigazione. Inquiroccliè,
m cnlrc fu celebre la solennità che conosciamo col nome di /iàiis naeiiyiiijn, descritta innanzi da Apulejo;
m entre molle m onete alessandrine c rom ane dei tempi di Giuliano Apostata rappresentano Isidc con ia
vela, c qualche volta le danno anche l’aggiunto di P/inrm'®; m cnlrc una m edaglia alessandrina dell’anno
XVII di iVdriano, illuslrala dal Zoega”, lia uon solo Iside con la vela spiegala, ma anche il Faro ornalo
di tritoni clic danno nelle buccine; m entre, tra le iscrizioni appartenenti alla rom ana flotta di .Miseno, si
fa anclic menzione di una nave, appellala /side"; i più anticbi sacerdoti isiaci, come abbiam veduto in
l’iiiiarco, abominavano il m are, e si astenevano dai pesci, e fm dal sale m arino. L’Aincillion” c il R oscllini"’
' U, 35. 633, doro leggesi r» (*o5xeét»rw»<ilo>(.«i»uolsi emeiiJorc i.oexeeT,W7 iit«i.
11, 363.
'■ Ad Marmi>r..Aniq., cap. 7, 85.
" Pluurco, dt htd. fi 0<1>., 31. To. «llov:» 6. tyfay.sx,
cLìamaCi i,v7xoe?^a7 >"<.ll perchè inClen3eiitcAles9aiidrmo,.Slre»im.,V1,pag,
“ Lee. cit.
V. ii Crcijzer, Dionvfpag. 162—cA'ymheitcfl,Tom. II
“ Zoega, arami .lejw«., p. 135, sog.
” Cardinali, Diplomi miiiiari, P. II.—f.artucci, 67o«i
■' Nella inlroduaiono alla sua Sierin dtl Commirtio c d,
(to i Tuiommti.
" iloselliiii, d/oriuincnli C'ieiii.Tom. Ili, pag. 118, se
sono por l’affermativa; dalla banda opposta il Mignol’, il Paim®, il C rcuzcr’. Ma che l’opinione di questi
secondi abbia a tenersi come più probabile, pare clic possa dedursi da P au sam a, ove n arra che nello
ascendersi all’Acrocorinto, due tem pii vi avea di Isido, una detta P d u g ia , cioè m arm a c 1 altra Egizia,
Se Iside in Egitto fm dal principio fosso stala credula regina dol m aro, perchè questa doppia c distinta
appellazione? cd in qua! modo le distinte barche del tempio d’Isidc in Pompei, di podii anni anteriore
al 79 dcH’È ra com une, sarebbero una pruova dell’antichissim a navigazione degli eg izian i.
R esla un ultimo dipinto (Tav. X II), col quale darem o fine a questo picciolo lavoro. Esso c di grande
importanza nel noslro argomento come p er m erito d’arte pregevolissimo. Prim a di no. f'i dcscntto
dalla dotta penna del lodalo noslro collega Quaranta* : il quale dopo aver ricordalo gl. errori della bella
figlia di Iliaco, perseguitata dalla gelosia di Giunone, che sulle foci del N ilo, secondo la predizione di
Prom eteo, avrebbe lasciata la (òrma di giovenca in d ie era stala cangiata, e ripresa la sua prim iera;
riconosce nel vaghissimo quadro il prim o momento dell'arrivo di lei nell Egitto . 1 1l Nilo, egli dice, che
in forma di venerando vecchio sorge in mezzo alle sue foci appio delle montagne di Ihblo, sorregge
la bella Inachidc che seduta leggiadram ente sull’ omero sinistro di lu i, tocca co’ piedi la riv a , c porge
la destra mano a maestosa donna quivi puro seduta. Costei cinta lo scarmigliato erm e di lio n , nc a
sinistra mano tiene una serpe clic in due spire le si avvolge poi al braccio: bianca è la sua Umica, giallo
il suo manto. Le siede vicino un piccolo A rpocrale che h a in testa il hor di lo lo , cd appressa 1 indice
della destra mano alla bocca in atto d’im porre silenzio. A llato manco di lui scorgesi sopra alcune pietra
un vaso cui un serpente serve di m anico, vaso clic somiglia a quello che vedesi m una m oneta Egizia
illustrata dallo Zoega. 'Dietro alla connata donna star nc vcggiam o in piedi altre duo; la prim a ò
coronata dì fronde tuttoché una calanlica le ricopra i capelli, l’altra gli h a m gliirlandali m a sciolti m
v a-o errore. Quella tiene un sislro nella d rilla m a n o , ed un caduceo nella m anca, od d iro a ciò un
secchietlo pel cui m anico passò uu braccio ; questa nella destra m ano tiene pure un sislro , cd una
lancia nella sinistra. Amcoduo queste ligure p ar che festeggino l’arrivo d io : esse trovansì vicino .acl
una -^randc ara e tanto i m usicali islrum cnli che portano quanlo li lior di loto che fregia la testa di
tu tte ìc figure, ed il coccodrillo che m cnlrc esce fuori dell’onde vicn domalo col piede di una delle
■ AL8.,0 ., 5»l «».nrort-o « v-lia aatiga-.Mt d.i FMoi. Ira la Momorte Dcpraosi
dell'AccaJamiii dalle Iscrizioni c Belle Lcltcre. Tom. XLll, pog. ù, se-g. yuem pes^eooj ttow ,v. ,
• l'aurv, «íctocítsíuríziEji/íXiíM. I. porl-.Mel-t- Aul ego liMor, oi . P I , ,
■ Creozer, SMMta. Toro. II, pog. 72 , seg. " '““'“ que rcccuere lussi .
‘ L-orrico d'/oo Couipe-Bol Heol Musco Borbooìco, Voi. X, Tav. II. pcoiscnseral, mque in cn em
se segg.
ovo riporlarc d: 1 casi di quesla TouciulU dal Lib.I, Mtlaph.
,e, praerupu quod uiidiquc daudil
Litera pro verbis quam pes in pulvcre ducil,
Corporis iiidiciiim mutoli Irislo peregit.
,Mo miserum! cjcloiiiat Palor Inochus ; inque genioii
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