svariali affetti alla
esprim e clic al prim o gettar di occhi sul prezioso dipinto tulli insieme cotcsli all
m ente si affollano: c non è da laccrsi come fino ne’ fu <
;’ più m inuti particolari tu diligente cd acuto
l’ industrioso artista , che accortamente, a meglio additare nel protagonista del suo dipinto il greco
eroe riconosciuto, rappresentava scolpila nello scudo del travestilo guerriero la educazione che d u ro n e
C entauro al fanciullo Acliille porgeva. E qui cade in acconcio ram m entare essere (jucslo gruppo (picllo
m edesim o che si am m ira fra le più belle pitture venule alla luce dalle scavazioni della sepolta Ercolano,
il che fa fe de, vedendolo qui ricopialo dal pompeiano p itto re, della celebrilii che queslo capolavoro
delle arti anliclic crasi m eritam ente acquistalo
Nel descrivere il B echi, come sopra abbiamo accennalo, le Ire figure bclli.ssime che comparivano
fra le grottesche delle pareli del nostro lablino in alto di sortire da certe porle con bizzarrìa aperte
in mezzo ad un colonnato, dice di queste tre figure essere le due prim e due m use senza qualificare
l’ u ltim a, lulla intenta a m editare su di un papiro. Ed in vero due m use sem brano le ligure come
tali dichiarale dal Beelii. Quella ch’ egli ci descrive con la mascliera nella sinistra ed il pedo nella
desira, ha una lunga sislidc ricoperta da un m anto verde, cd un sottile n astro , che accerchia la sua
corta e scinta capellatura e !c si affibbia nel bel mezzo della som m ità della fronte, è il solo ornam ento
cbe decora il suo capo. Niun dubbio sorge pertanto che se una ¡Musa volle in quesla figura rappresentare
il p itto re, T a lia, quella della commedia, esser quesla doveva, perocché la masebcra cd il pedo tale
la dicono, c perchè ipicsla m usa rapprcscntavasi sem pre, come nel nostro d ip in to , oltre ogni dire
m odestam ente vestita più delle altre sorelle, simboleggiando cosi lo stile sem plice, c le grazie ingenue
che adornar debbono la commedia istessa. L'altra figura dal citato illustratore descritta reggendo con
la sinistra due tibie, con la desira mano s’ inghirlanda la fronte di foglie: e se un’ altra m usa volle
pure in questa donzella esprim ere il pompeiano artista la seconda, fra le nove sorelle, E uterpe, la
m usa dell’ armonia è certo questa che venerala dagli antichi quale inventrice degli strum enti da fiato
fu perciò quivi dipinta sostenendo due tibie. L' ultima dello Ire figure di cui farciamo parola c della
quale il Bechi non accenna il soggetto a noi sem bra che C lio, preside della storia, possa dirsi ove
vogliasi pure una Musa in essa ravrisarc. Regge con la sinistra un papiro svolto sul quale allcnlam cnle
legge commossa , vestita di una csomide rossiccia che le lascia scoperto il di'illo omero con una parte
del b raccio , avviluppala in oltre in un sinuoso peplo di vcrdo chiaro attintalo.
A m algrado di così certi c sicuri distintivi è da notare che in taluni nacque il sospetto che
p er queste tre graziose donzelle non si sieno volute rappresentare tre del coro delle nove m use;
cd c perciò d ie anche noi dubitando non le abbiamo come lali con sicurezza qualificate. Pensarono
taluni clic piuttosto tre leggiadre giovanctlc sotto le sembianze ecl i simboli di altrettante (iglic di
Mncinosinc dipingeva l’artefice qui ritrattando vezzosi originali dal vivo.
nel vcsULolo della reggia, fra I quuli ir
cooiandb die II Iroitlicila suonasse c che
Allora Achille credonilosl sovrastargli II
donno 0 corse ad imiingnsrc I' osla c lo
cluell’atilinoTii
•raperilissimo, ma iicrfai
r fargli
lo donzelle di Sciro. l Oo. Hai. 6
le del caro fglluolo io cola fra I
izione Inganno lulli . c fra quosc
ci donnesche ondo scuotere c sollevar
ancora gli ahill di donzella , quando
Qui II giovlneiio eroe apprende a suonare la Un
Il quals con vivacissima cspressìouo b lutto in
Idellro le corde; o gii il giovinetto alleggia le
egli stato II primo e più esperto cacciatore- La su.
(li foglio forse di ijucH'crba che II risani allorchS
si ferì m oriilnnulc al piede, ondo l'erl.a si denomli
nudo, tranne un leggiero manto alTdihlalo sull’c
lulli gli nitri eroi doll’anllclillò clic ol
aspeliono i Pergami perituri; a che Indugi di rovesciare la Immensa Troia ? Ed
In eie dire dielgll di piglio, c spinsi alls prodcrse quei prode. •
Omero nomloa Fenice e Neslorc. Siarlo nel lib. Il dell’ Achllielde dii compagno
ad rlisso Diomede, c «ngo In bellissima Dcldamla Oglla di LIcomede, amante c
sposa di Achille- Ovidio llnalmenie parla di Alaco corno compagno in quella
missione di Ulisse.
so II dipinto Ercolancse al quale abbiamo ocecnnalo di sopra fu rinvenulo
ne'primi giorni dell'anno 1739 , vale a dire fu Ira i primi raonumcnli venuti in
luce da quello classiclie cscavasioni, o merilO 1 suffragi de’dottl c de'plii accreditali
artisti di quel tempo. Presenta Achille cbe apprende a suonar la lira da Cliironn,
Il quale Ogllodcl maggioro do'numi c fratello di Giovo non curando la mostruosa
ilgura diodcsi alla contemplazione della natura, e divenne il pKi saggio do' suol
contemporanei-11 eh-Cav. Finali illustrando queslo classico monumento si esprimo
nel seguente modo, c noi riportiamo le sue parole, pcroeclib possono sentirò ad
un tempo d'IHuslrazIono allo scudo espresso ncH'alreseo pompeiano, parlo unto
importante del nostro dipinto.
U La celchiilb di Chironc salendo al plb allo grado di rinomanza gli mnrIiCi
di essere maestro lU Esnulaplo nella medicina, di Ercole nell’A strologia, di
Aileono nella caccia, o di altri croi. Questo grido di celohrlia determino Tcllde
II, forse ad Indicare, co
ErcoIanesI ni
ac debita plullosio riguardarsi come una pirllcolare cura rlic si ebbe
■elide sla da Clilrona di guarentirgli 1 piedi con de’calzari, essendo I
ibrl vulnerabili, per non essere stali tuffali nella pallido Sllge iillorcbò
aicrsc la tenera snn madre lenendolo po' calcagni. Nobili o piena di grazio
suo faticzrc, amabile 11 suo asfello , vaghissima la sua ligiira onde
mie fu celebralo da lulla l'anllchiia il pili ballo di tulli gli croi. I j
di qucsia sublime composizione cl ricorda il gruppo di Atliillc o Clilrono
,cl pari elio In preziosa
cbo vedevasi nc’Sapli G iuli/ranrn
gomma del Musco Florcniloo sulla quale 0 Incisoli gruppo di Gli
Achille simils alla nostra i.lltura, dal cbe Iragghlamo argo.
ErcolancsI o Pompeiani, I quali ceruimonlc non erano del primo
0 rammentavano lo invenzioni pili celebri, non gin cbo lo co|
alla quale ccriamenlo ha ragiono pH
del Cliironc. imporci
maoslrla con elio b dlplnia, cd
questo gruppo, anzi che essere il rlsullamcnlt
sono di un gonio obo crea. »
ogni altra piuura di ap
hi spontanei die si osa
Le due principaii pai'li deila casa, fati-io cd il peristilio, erano coiDuncmcnle, dagli antichi, poste
in comunicazione da un corridoio, fa u c c , che serviva per non incomodare del passaggio coloro
che nel tabiino trallenevansi, e clie ad uso di ricevimento era destinalo. Il n.°27 accenna pertanto a
tale corridoio, ¡1 quale lia presso la porla, clic risponde su lf atrio, una scalcila, n.° 2 8, ia quale sem bra
dovesse condurre alle soffitte, perocché è si piccola cd angusta da non dinotare che ad altro uso potesse
essere destinata. La sottigliezza de’ m uri, i quali non appariscono forti abbastanza da sopportare una
grande elevazione di stanze, ed il non vedere quivi nessun’ altra scala, nè maggioi’e nè più com oda,
ci fa credere con fondamento che di un sol piano dovca consistere la dimora clic ora descriviamo.
Una stanza, n." 29, il cui ingresso è sulla fauce ora accennala, prendca luce da una grande lincsli'a
sotto il portico aperta. Ogni apparenza fa credere essere stata destinata per cam era da letto. Ornata
con lo solile grollcschc n c 'm u ri, il pavimento ne era di sm alto, e nelle pareli fra le grottesche
tlipinlc rividero la luce tre graziosi quad re tti, de’ quali nel prim o sem bra rappresentalo il dolente
line degli amori di Cefalo e Procri , n clfaltro Narciso clic si specchia nel fo n te, nclf ultimo Bacco
bambino clic una ninfa a Sileno conduce, il quale al dolce sugo d elf uva Io avvezza.
Sul fianco del tabiino, opposto a quello ove scliiudesi la porla della faune, un’ altra cam era, n." 30,
che ci sem bra un triclinio, c nella quale entrasi dall’ a trio , prendca lu ce, come ia stanza o r ora
descritta, da una larga finestra sporgente nel portico n." 51. Sopra un pavimento di mosaico bianco
con alcuni lavori di color nero sorgeva questo ti-iclinio sontuosamente decoralo d’ ogni m aniera di
graziosi dipinli. Oggi però che molti di tali dipinti sono custoditi nel Museo Reale, c che I’ azione
d ell'aria ha pur troppo esercitato il dissolvente suo potere sulle rim anenti decorazioni, oggi questo
trichiiio più non appare adorno c ricco come nel giorno d ie rivedeva la luce. Il Bechi cui fu dato
descriverlo non appena venne dissepollo, così lo Irallcggiava con riassunte parole. « GcnicUi volanti
vaghissimi quali con m aschere, c quali con isccLlri sono nel zoccolo con m aestrìa straordinaria dipinli.
Sopra il zoccolo, fra certe arcliilclture grottesche vedi figure di sacerdoti c m inistri di religione con
g ulli c patere, ed altri vasi alle cerimonie religiose inservienti, e tra queste, archilcllurc grottesche
sopra fondi quando rossi, c quando celesti. 1 fondi rossi hanno al di sotto fasce celesti, c viceversa
i fondi celesti riposano su fasce rosse. In queste fasce sono sopra ogni lode certi stupendi animali
feroci, dipinli ora come se si accingessero ad inseguire una p re d a , talvolta in attitudine verissima
di tuffare anelanti ic fauci a dissetarsi in un fo n te, quando furiosi perchè inseguiti da cani; c queste
fiere, c cacce sono tutte dipinte sopra fasce rosse, m entre che in quelle celesti si veggono rappresentanze
acquatiche bizzarrissim e, com e, fra le a ltr e , una specie di tritone il cui corpo virile è attaccalo ad
una coda di gam baro, che in mezzo a certi delfini guida un cavallo m arino. De’ tre quadri che facevano
cen tro , cd ornamento a’tre comparlimcnli rossi, due sono quasi p erduti; del terzo, mollo danneggialo,
tanto rim ane quanto sem bra che basti a farci conoscere che in esso l’ antico pittore rappresentò quando
Tcti per rendere invulnerabile il figliuolo natogli da Peleo Lenendolo pel calcagno lo tuffò nelle acque
di Stigc. Nei mozzo dei compartimenti celesti rim angono ancora un citaredo bellissimo che coronalo
suona la lira e una naiadc che sul dorso di un tritone corre sulle onde. Ma nell’allo della stanza di
cui poco rim an e, le pitture schiariscono, e quasi tutte sono sopra campi bianchi, fra Io quali varie
figure quando sulle cornici di quelle grottesche sed u te, talvolta pure volanti compariscono ancora
attraverso i danni dell'eruzione c degli anni ». Abbiamo riprodotto nella lav. VII talune di quelle
rappresentanze acquatiche di sopra descritte, cd in questo triclinio rin v enu te, la di cui artistica
esecuzione vince ogni lode, fra le quali può ii lettore scorgci'c quel citaredo bcllis.simo, come lo appella
il Bechi, che coronato suona la lira c che sembra rappresentare quell’Arionc il quale, salvato in m are
(la un delfino, di suoni c canti c poesie fu così solenne m aestro , clic gli Dei a compensare l’ ufficio
pietoso del benevolo delfino lo collocarono fra le costellazioni, rendendolo chiaro per tal modo in ciclo
di selle lucide stelle
ipare, aggiunse ffuesia sala prsgblcra, eie
aa Erodala cosi racconta I m i Je
» l'Iialla, dove InraaiùIcnrccclHe eg li animi di tulli Quogli ab itato ri, e lutto il
. Do)io di cbe ricco di denaro c di coso preslosc disegnò di rUoni.irc a Corlnio;
. aliiualauopo scelse iiavo c marinari corlntll, quasi come conoscenil ed amici.
). Egli al
. coni-era si sbnciftlu mare. 1 marinari non dubitando d ie fosse morto segui
. nacomioclalo camraloo : ma accadde un nuovo miracoloso e piolo » a
. dolOno gulaaò sotto di lui che affogara, CTOnulo a galla lo portò a riva
. di Tcoaronella Laconlo. Da II Adone sen e andò a Corinto e si presen
. Perlandro tale 0 quale era quando II delOnO lo porlasa al lid o, c glip;
> fosse ousiodilo, dubiUmdo cbo volesse Ingannarlo. Fattisi poi venire 1 m