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che vanno d’accordo gl’ inlclligenli; come il Protmo è opera degli anni che seguirono im medialamcnlc
dopo il 73 dell’Era comune. Inipcrocchc, nota ìl Niceolini « il lerrcm olo dell'anno 7 3, precursore
d(‘lla prim a eruzione vesuviana, scosse siflàltamciUc gli cdifizii di questo lombo della Campania da Stabia
lino a C um a, clic non si trova uno dei loro avvanzi che non abbia l 'im pronta di grandi rislaurazioni,
l'oggialc in modo singolare c unil'urmc, il quale attcsta clic ima l'u In causa di tanta rovina. Consisteva
iliml modo nell’addossare agli cdifizii crollali enormi m uri, da imo sino a quattro m etri di grossezza, i
quali poi si adornavano esteriorm ente di nuove più splendide decorazioni. Preeisaiiicnlo così si vede
rlstaurala la T orm a, della il Tempio di V enere, a Baja, quelle di Mercurio c di Apollo, c moltissimo
iilire fabbrielie di Cuma, di Miliscola c di Miseno. Ma sopralliillc le ristaurazioni è osservabile quella del
lolupiü di Serapide (in P ozzuoli), la quale oltre l ' enunciato ingrossam ento dei m uri, appalesa non più
per co ng ettu re, ma come un fallo positivo clie il magnifico Pronao fu edifioalo dopo il terremoto.
Imperciocché quelle alle colonne non avrebbero polulo restare in piedi alla scossa della terra ' ».
Ancora dopo tulio questo bisogna riconoscervi i nuovi rislauri e le aggiunzioni di M.Aurelio Antonino
c Settimio Severo, come indicavano le iscrizioni delie basi dolle loro statu e, collocale innanzi alle due
di mezzo del Pronao :
I.
1.MPEBAT0RT - CAESARl
DIVI • SEPTIMII • SEVERI
PII • NEP - ANTONINI
M • AURELIO • SEVERO
...................PONTIFICI • MAXIMO
AUGUSTO • TRlIt • P • IV • CONS - II • P • P.
• COL - FLAVIA • AUGUSTA • PUTEOLANA
II.
IMPERATORIS • CAESARIS
MARC • AURET.I - SEVERI • ANTONINI • PII
COL • F1.AVIA • AUGUSTA • PUTEOLANA
Dai quali dociimcnli appare, elio queslo cullo egiziano quanlo fu antico, altrettanto si mantenne
costante in quella cillà ; perclic non cedette neppure al Decrclo di Tiberio che lo proscrisse. ®
Ma la prima origine di silTallo egiziano cullo in Pozzuoli non può ripetersi dalla Colonia rom ana,
che colà col suo arrivo Vavesse portato. Conciossiacliè il Senato, sollo il Consolato di Domizio Calvino
e Valerio .Mes.sala, comandò la demolizione dei fani di Serapide c d’Isidc, che alcuni di privala aiKnriu'i
aveano cretti; o quando questi peregrini num i cominciarono ad esser pubblicamente venerali in Roma,
nc collocò i tempi fuori del pomerio. ’ E poiché quosli consoli cadono all’anno di Roma 701 c la
ristaurazione del Scrapeo putoolano al C i9; adunque 52 anni dopo clic Pozzuoli con pubblico decrclo
cd a pubbliche spese non fondava , ma ristaiirava il suo S crape o , Serapide non riceveva ancora
pubblicamente in Roma gli onori divini.
La fondazione di colcslo culto in Pozzuoli va altribuila agli A lessandrini, il cui commercio come
fu Ib rid o , cosi aulico in <|iie,lla cillà. Le navi alessandrine non alla spicciolata c secondo 1’ agio dei
diversi m crcalanli, ma regolarm ente e in num ero da form are una vera flotta, facevano il loro traffico
in Pozzuoli, divcmila verso il cader della República c specialmente solto l’ Im pero un vasto Em poreo,
da essere appellalo Dclo minore, secondo Feslo ed i suoi porli da Stazio ® ospiti d d mondo. « Allo
im provviso, dico S en eca, sono oggi apparse le navi alessandrine cbc sogliono esser m andate
imianzi per annunziare l’arrivo della (lotlii clic le siegue: le chiam ano tiibcllarie. La loro vista riesce
grata alla Campania. Oggi luUo il popolo di Pozzuoli è fermo sulle Pile (de! suo p orlo), e dallo stesso
genere delle vele disecrnc le alessandrine“». Nc di navi alessandrine era mai sfornito il porto di Pozzuoli.
jro n Ttmn Pnuolana, volgarmtnu dilla
Teiapìo di Seropidi — pag. 31.
’ E sterna! caercm onias, Aegypiios luilaicosquc rilus corapcscuil: coa-
cU squisiipccsliU oncca Icncbantiir, rcligiosas «eslcscum inslrum cnlo onmi
conikmrcrc. Svcl. in Tib. cnp. 56-
■Dio. lib . X L . Amelie V alerio M nisim o, t-b. 1. cnp, i n.» 3 , narra
il prim o colpo cliw urc ad uu lempio di Serapide in Bonia.cum 5cnoiui
e r Sbrasidji fona diraenda ceatuwct.
‘ llino rcm Deloii Pulcolos esse ilixenint, quod Delos nliqiianilo Emporium
tucril tolius oibis terrarum , cui successa poslea Puleolaiiuco, quad
:a ta m c s l; undo Luciliiis:
...................... H ic auspice condida Plioelio
Tocia. Dicliarcliaei portuael litora mundo
Ilospila. S t a i . Syli. 3. cor. S.
' Subito liodie A lcian drin ae naves ap pa nierun l, quac pracniilli saloni
el nunciaro scculurao classis advciilum ; labcllarias vocanl. Craliis lllnrum
C im paniac adspeclus osi : omuis in Pilis Pulcoloriim turba co iisislll, cl ex
ipso genere vcloruni A leian drin os, quamvis in magna lurlm uaviun i, iu-
iclligil. Sencc. Ep. TI.
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Racconta Svctonio ‘, clic essendosi Augusto im barcalo in Pozzuoli per l’isola di C apri, gli Alessandrini
dalle loro navi presero ad acclam arlo, dicendo clic per Ini aireiiHiio, p er Ini navigavano, per luì
godevano libertà e fortuna: c cbc A ugusto, compiatiiiio d i ipiesto atto, dislribiù alle persone del suo .seguilo
iptatlroccnlo monete d'oro, col palio che le spendessero a comprarne altrettante merci alessiindrine. Dalln rpiali
parole a sovrappiù rilevasi che gli Alessandrini avcano in Pozzuoli anche case di negozio; ciò cbe è
conferm alo da S lra bo ne, il quale afferma*, che l’andare c il venire delle navi alessandrine da
Alessandria a Pozzuoli c viceversa, non solo era coiilinuo, m a in Pozzuoli importavano sempre m aggior
quanlilà di m erci clic non ne asportassero.
In Napoli troviamo lo stesso cullo egiziano e gli stessi A lessandrini. Imperocché p er non parlare
di Mitra, spesso confuso con l’egiziano Osiride, cbc fu venerato in Napoli nei vasti spechi aperti nel
fianco del m onte Ecbia o Pizzofalcone presso la Chiesa di santa .Maria a Cappella e nella grolla ad
occidente della città, cbo dicesi di Pozzuoli, c di cui è riportata dai putrii scrittori l’iscrizione quivi
rinvenuta ;
OMNIPOTENTI DEO MITRAE APPIUS
CLAUDIUS TAllRONTUS DEXTER \'. C. DIC.VT;
por non parlare di un edicola di S erapide, ricordata dal S a n n a z z a r o i m crcalanli Alossanilriiii,
come con Pozzuoli, così con Napoli ebbero regolari comunicazioni di commercio. Basta udire Svctonio *,
il quale n arra c b c , quando N erone cantò nel Teatro di N apoli, gli A lessandrini cbc poco prim a
erano arrivati in quel porlo con lo loro navi, gli applaudirono in cadenza, di che piaciutosi l'Im peratore,
nc fé venire molli altri d’ A lessandria. Avcano stabilita ia loro stanza nella regione che sopraslava
im m edialam cnlc al p o rlo , ove a m om oria dei nostri maggiori l'n un vico che da essi tolse il nome di
Alessandrino, c nelle cui vicinanze fu rinvenuta la statua giacente dol Nilo, od una iscrizione conservataci
dal Jlarlorolli, clic si riferisce ad un tempio quivi creilo ad Iside ed Arpocralo, la quale inerita di esser
ricordala®. Al quale proposilo non lascerò di nolaro clic la denom inazione portala sino a pochi anni
innanzi da quella strada in lal luogo di Vico lìi s i, era a latti i segni una corruzione di Vico d 'I s i , cioè
d’ Iside, come Vico della Luna chiamasi liillavia quello clic è presso la Chiesa di santa Maria Maggiore
0 della Pielra S anta, che un lempo fu tempio di Diana.
Dopo le cose esposte, basta ricordare intorno a Pompei c in ordine al suo tempio d’Isidc, che (lucsla
c ittà , a quel tempo che fu sepolta sollo l’ eruzione vesuviana, toccava il m are, dal quale di presente
dista due m iglia per le naturali m utazioni avveiuilc nella contrada; che, secondo Slrabone (Ub. V), per
mezzo del liiinic Santo che le passava dappresso, era V emporio m arittim o delle vicine cillà di N ola,
N iiceria cd A cerra; e che il tempio d’Iside, come i tempii delle egizie divinità in Pozzuoli c Napoli, era
sul porlo.
Questo pompejano edificio che fin da suo primo apparire fu denom inalo tempio d’Isidc , e.cbc
l'iscrizion e, da poi scoperta sulla sua p orla, chiamò di falli Aedes Isìd is, è a ridosso del gran teatro,
cireoscrillo ad oriente c settentrione da due pubbliche strade, c da alcuni altri cdilicii ad occidente. La
sua m aggior lunghezza è di 137 palmi napolitani iu circa, e la larghezza di 105.
T re iie sono le parti principali, come a guardarlo rilevasi a prim a g iunta: un porlico rettangolare,
chiùso dal lalo esterno da m ura, e sostenuto dall’iiileriio da colonne; una piazza, a cielo scopcrlo,
egualm ente rettangolare, iu mezzo alla quale sorge la colla dedicala alla divinità del tempio; cd alquante
stanze, al m nnero di otto in tutto, le quali hanno l’ingresso dal Porticato c costituiscono come un’appcndiec
■ r o r ic piU cobm im simira practeracl.ci.li (A ug usto ) ve da re s naii-
laequc, de navi Alexandrma quae louc quidcro ap piilo rat, candidati, ca-
lOiialiqiio Pi Hiuro lib an la s, faiislo oiniiia et eximios landos coiigcssetiiiil ;
Per lllnm so vivere, per illuni navigare, llbcrlale otquc torluiiis p er iìlum trai.
O unre adraoilmn esliitoralus, quodrogcnas oureaa conùUbus divisil, jnsqucju-
raiidum ac canlioiicin cicgil a sin gulis, non alio dalam sum niam , quam in
einptioneui A lexaiidrinarum mcrciiioi absuinpluros. S v d. in Aug. cap. OS.
’ E ipo rlari cs .\lcxandcia plnra, quam ex Italia im po rlari, facile sena
luarniorca, quivi rin veiiuia, clic prcsciilova il
ar A pi, slolalo c ingliirlaiidalo a coll'iscrizione :
Accpioreiis PioinniM , sacruinquc Sorapidis aiicruni
Ciiin fonte cl Nvinpbis adsnilavcrc Marinis.
Sansaz. Bcleg. V. v.
caplus modtilalis Alcxaiidriuoriim laudaticnibiis, qni di
tu Pieapolim co iJriaov ocavil. Svcl. inN,
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ai. Apollincm llorum Ar¡Kcraiem (statua lionoral) M. Ojmìuj jVooins
ti, praclor curalar /Vumcnii JioWuin/i durilo SinaliU /Icrnoat, Aiili-
„lor Pomi BMynioe. Tribums Ltgionii V. Maccdoaicai, dceimeir
Homo. M artorclli, De nei. Calam. T. 2. p. C4.I.